Ben piazzati, su Peugeot 208, Giuseppe Petrolo e Carmelo Lipari appassionati entrambi di macchine da corsa, che già da tanto tempo, conosciutisi casualmente, senza sapere di avere gli stessi luoghi d’origine, tra Mirto e Capo d’Orlando sono diventati un’affiatatissima coppia e si divertono a gareggiare, dando spettacolo. Qualche intoppo, tra le varie tappe, li ha privati di scalare il podio, arrivando anche al sesto posto della classifica provvisoria, ma è andata bene così.
Giuseppe Petrolo, mirtese d’origine da sempre corre in coppia con Carmelo Lipari che è nato a Capo d’Orlando.
Un’amicizia sedimentata nel tempo anche per la grande passione, i motori, che li accomuna.
Ora corrono con una Peugeot 208 e vivono tra Sanremo e la Costa Azzurra dove Giuseppe, sposto con Silvia Letizia, gestisce un’impresa di demolizione e riciclaggio, nel sud della Francia, la Delta Sirti al n 1591 di chemin du Ferrandon a Moujins nel Var.
Si sono ritrovati casualmente in Liguria, senza sapere di avere gli stessi luoghi d’origine.
Sono diventati coppia e si divertono a gareggiare collezionando successi ma anche “paure”, come quello dello scorso anno, al Rally Valli Bormida quando Carmelo Lipari, che ha 58 anni, mentre festeggiava il suo 100° rally, venne anche trasportato in elicottero in ospedale dopo esser andati fuoristrada con l’auto da gara in una scarpata, sempre su Peugeot 208. con un volo di qualche metro.
la gara come l’ha vista http://www.automoto.it/
Sul Podio del Rally di Sergio Maiga è il trionfo Peugeot con tre 208 T16 R5, Andreucci, Perico, Campedelli. Andreucci perfetto, “vendicativo” e bramoso di avvalorare la tesi che per un grande risultato ci vuole una grande Squadra, quella che gli ha risolto il problema di assetto di Gara 1
La gara è stata vinta da quel “lampo accecante” rappresentato da Andreucci nel dominio assoluto di Peugeot in tutta la gara, ovvero la 63esima edizione del Rallye Sanremo.
In ottica new rules ci hanno dato dentro tutti.
Venerdì riscaldata dal sole di un’inattesa esplosione primaverile, sabato avvolta in un autunnale contesto meteo che non ha rinunciato a un solo articolo della sua gamma. Vuol dire pioggia, quindici gradi meno di temperatura, nebbia e nubi basse, che non sono la stessa cosa, fastidiosa la prima, claustrofobica l’altra.
Gara 1 agevole tra la gente in una corona di pubblico sulle pendici alle spalle della Città dei Fiori.
Gara 2 lontana sopra Imperia, inaccessibile e privilegio di lupi e contrabbandieri piemontesi sulla montagna che fa da confine naturale.
Rally 1 oltremodo asciutto e “pulito”.
Rally 2 umido, poi “umidone” e infine addirittura bagnato, “sdiluviato”.
Ma quello che si espone come il più evidente dei cambiamenti di stato tra la prima e la seconda giornata di gara è il verdetto con il nome del vincitore, in un’ampiezza di mutamenti ancor più evidente se si considerano il cambio di marcia nella dinamica dei confronti e, soprattutto, la sonorità delle sconfitte.
Per farla breve, se venerdì aveva vinto Scandola, in un’immagine perfettamente a fuoco pur nella ridottissima profondità di campo dei distacchi su Basso e Andreucci, venti secondi appena, sabato ha stravinto Paolo Andreucci, degli avversari del giorno precedente neanche l’ombra, e al loro posto, sul podio, Alessandro Perico e Simone Campedelli, il secondo a oltre un minuto e mezzo dal vincitore.
Nel rapporto tra i risultati di Gara 1 e di Gara 2 è più facile capire cosa vuol dire “fare il vuoto”!
La storia di Sanremo Gara 2 è facile da raccontare, un po’ meno da capire. Andreucci decolla alla prima Speciale, e la Peugeot 208 T16 del Campione Italiano resta in volo solitario fino alla fine della Gara, vincendo anche le altre tre Speciali successive e lasciando solo l’ultima dell’Evento a Rudy Michelini.
Già al primo passaggio sulla Boschi di Rezzo i distacchi sono multipli di nove secondi, ma ancora inflitti agli avversari “storici”, tutti presenti. Sulla seconda PS, Colle D’Oggia, Basso perde il contatto e favorisce la scalata di Perico.
Nella terza Prova, Vignai, Scandola si chiama fuori danneggiando irrimediabilmente la Macchina in una toccata, Basso si affaccia all’abisso e all’intrusione sul podio di Perico si affianca la salita di Simone Campedelli.
Sul Podio del Rally di Sergio Maiga è il trionfo Peugeot con tre 208 T16 R5, Andreucci, Perico, Campedelli.
Andreucci perfetto, “vendicativo” e bramoso di avvalorare la tesi che per un grande risultato ci vuole una grande Squadra, quella che gli ha risolto il problema di assetto di Gara 1
Andreucci vince la penultima frazione crono, la seconda Boschi di Rezzo, nell’apoteosi della giornata perfetta che sancisce la resa di Basso per una foratura, e finalmente l’Equipaggio Peugeot Italia trasforma la conclusiva, “dimezzata” Colle D’Orgia nella passerella trionfale.
Michelini si toglie la soddisfazione di firmare l’ultima PS, sul podio dell’ultima anche Perico e Pollara, sul Podio del Rally di Sergio Maiga è il trionfo Peugeot con tre 208 T16 R5, Andreucci, Perico, Campedelli. Andreucci perfetto, “vendicativo” e bramoso di avvalorare la tesi che per un grande risultato ci vuole una grande Squadra, quella che gli ha risolto il problema di assetto di Gara 1. Perico naif e spontaneo, uno che vive alla giornata il suo estro di Campione del volante in una forma naturale, primordiale di bravura. Campedelli, bentornato con l’avventura Orange Team-Munaretto, che bussa nuovamente, e in modo convincente, alla porta del salone dei Campioni.
Dal cataclisma di Gara 2 del Sanremo si salvano, onorevolmente e chi più e chi meno lottando contro situazioni non facili da gestire, gli Equipaggi Promocar di Michelini e Ciavarella, che mantengono il contatto, l’avventura di rientro di un ottimo, e non troppo arrugginito Andrea Nucita, Panzani che ottiene il massimo nella sua categoria e Baccega che emerge inossidabile da una montagna di difficoltà, Pollara e Princiotto, Pilota e navigatore di Prizzi e Librizzi che si innalzano tra gli Junior.
Chi ha sbagliato?
Noi a dare troppo peso all’estemporaneo risultato di Gara 1, o gli stessi, mancati protagonisti di Gara 2, tratti in inganno proprio dall’estemporaneità del risultato di apertura del Rally?
Direi che, pur essendo sempre non bello porsi dalla parte del giudice, è più una questione di zappa sui piedi.
Senza voler troppo drammatizzare, dunque, perché non è il caso e perché il caso gioca sempre la sua parte, e spesso nella forma più cinica, sia Basso-BRC che Scandola-Skoda hanno da recriminare e da battersi il petto, ed entrambi i binomi devono essere consapevoli che hanno buttato al vento della Liguria, prima caldo poi gelido, qualcosa che avrebbero fatto meglio a considerare più importante.
Entrambi si sono trovati in una situazione difficile con le gomme, e Basso addirittura imbarazzante visto che, in perfetta sintonia con il clima di grandi cambiamenti di questa edizione del rally, ha usato una Marca venerdì e un’altra sabato, aggiungendo un carico difficilissimo alla sfida della sua bravura.
Probabilmente quella delle gomme è una scelta oggi quasi impossibile da gestire, soprattutto se ci sono in campo specialisti di provata esperienza che forniscono il loro contributo.
A Scandola, con grande dispiacere poiché è stato bravissimo a vincere Gara 1 in una grande dimostrazione di stile e di talento, mi sento invece di chiedere se ha capito bene il senso del nuovo regolamento. È vero che alla “vecchia maniera” avrebbe buttato il Rally, ma nei suoi panni, visti il successo di Gara 1 e la malaparata di Gara 2, ancora per le difficoltà derivanti da una cattiva gestione dei pneumatici, io avrei scelto di inserire il pilota automatico e di arrivare al piazzale di arrivo in qualsiasi posizione, ma… in posizione.
E il problema, insomma, qual è?
In gran parte è una questione di pneumatici, sempre più delicata e difficile equazione da risolvere in presenza di variabili che si sommano e si moltiplicano. Meglio chiedere a chi se ne intende.
Terenzio Testoni: “La questione è che la regola delle 14 gomme impone un grado elevatissimo di interpretazione delle scelte. Noi ci basiamo su un’esperienza decennale di analisi quotidiana delle prove speciali di ogni Rally, e anche stanotte eravamo già in pista alle quattro, alle cinque, alle prese con il meteo che ritenevamo in chiaro peggioramento con il passare del tempo, pronti con i nostri termometri, le nostre foto “segnaletiche” e le nostre considerazioni.
Di fronte a una situazione del genere, e con le strade che ci erano chiuse ancora troppo presto, ci siamo divisi i compiti in modo da tornare sulle speciali all’ultimo momento utile, per verificare il trend e prendere le decisioni più opportune. È chiaro che, al termine del lavoro, gli Equipaggi che ci seguono, e che di conseguenza seguiamo, hanno le Pirelli giuste, o le più adatte alla circostanza specifica, e la possibilità di operare scelte che diventano autentiche chiavi tattiche.”
“Prendiamo un Pilota tra tutti, quello che sembra vivere più alla giornata di tutti, ma che invece è accortissimo, Alessandro Perico. Alessandro ha basato le sue scelte sulle nostre indicazioni, e ha deciso di usare un numero di pneumatici ridottissimo durante Gara 1, addirittura soltanto quattro, e in Gara 1, nonostante il “disastro” meteo, ha potuto permettersi il lusso di scegliere e di avere le scorte giuste. Come al Ciocco, la strategia gli è valsa il podio. E non parliamo di Andreucci, che è un maestro in questo senso. Sei gomme venerdì, otto a disposizione sabato, e un trionfo che ci sentiamo di condividere anche come un po’ nostro. Senza andare a cercare il pelo nell’uovo, provate contare i penumatici usati venerdì da altri Piloti. Otto, addirittura nove, spazio ridottissimo o nullo per una scelta equilibrata sabato. E poi le conseguenze.”
63° Rallye Sanremo, Gara 2. Classifica Assoluta
1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 54’06.5; 2. Perico-Turati (Peugeot 208) a 1’31.9; 3. Campedelli-Fappani (Peugeot 208) a 2’18.7; 4. Michelini-Perna (Citroen DS3) a 2’34.9; 5. Nucita-Nucita (Ford Fiesta) a 2’46.1; 6. Basso-Granai (Ford Fiesta GPL) a 3’39.7; 7. ‘CIAVA’-Michi (Citroen DS3) a 4’15.1; 8. Baccega-Menchini (Ford Fiesta) a 4’49.5; 9. Panzani-Baldacci (Renault Clio) a 5’14.7; 10. Ameglio-Marinotto (Peugeot 106) a 5’44.4; 11. Pollara-Princiotto (Peugeot 208) a 5’48.0; 12. Ferrarotti-Bizzocchi (Renault Clio) a 5’48.5; 13. Manfredi-Castiglioni (Peugeot 208) a 5’52.0; 14. Testa-Mangiarotti (Peugeot 208 VTI) a 6’16.9; 15. Borgogno-Riterini (Peugeot 207) a 7’01.0; 16. Mazzocchi-Nobili (Peugeot 208) a 7’49.7; 17. Marchetti-Boero (Renault Clio) a 7’59.6; 18. Vineis-Rodi (Peugeot 208) a 8’43.3; 19. Razzini-Culasso (Peugeot 208) a 9’17.6; 20. Andolfi-Saudia (Renault Clio) a 9’26.0
63° Rallye Sanremo. Classifica Finale Assoluta dell’Evento
1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 1:46’31.1; 2. Perico-Turati (Peugeot 208) a 1’39.5; 3. Campedelli-Fappani (Peugeot 208) a 3’06.0; 4. Nucita-Nucita (Ford Fiesta) a 3’21.0; 5. Basso-Granai (Ford Fiesta GPL) a 3’24.6; 6. Michelini-Perna (Citroen DS3) a 4’16.9; 7. ‘CIAVA’-Michi (Citroen DS3) a 7’19.7; 8. Ferrarotti-Bizzocchi (Renault Clio) a 9’40.3; 9. Ameglio-Marinotto (Peugeot 106) a 9’59.1; 10. Borgogno-Riterini (Peugeot 207) a 10’01.9; 11. Pollara-Princiotto (Peugeot 208) a 10’35.2; 12. Testa-Mangiarotti (Peugeot 208 VTI) a 10’42.4; 13. Panzani-Baldacci (Renault Clio) a 12’48.0; 14. Andolfi-Saudia (Renault Clio) a 13’56.7; 15. Mazzocchi-Nobili (Peugeot 208) a 14’25.0; 16. Marchetti-Boero (Renault Clio) a 14’37.3; 17. Razzini-Culasso (Peugeot 208) a 14’56.0; 18. Tamrazov-Arena (Ford Fiesta) a 15’36.6; 19. Manfredi-Castiglioni (Peugeot 208) a 15’49.3; 20. Petrolo-Lipari (Peugeot 208) a 16’40.5
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