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REATI & ARRESTI – Giovane di Gioiosa Marea arrestato per reati seriali tra Capo d’Orlando, Brolo e Piraino

Un 25enne residente a Gioiosa Marea è finito in manette per una serie di crimini perpetrati nel comprensorio nebroideo negli ultimi due anni, tra cui episodi di stalking, furti e rapine avvenuti nei territori di Capo d’Orlando, Brolo e Piraino.

Il giovane è ritenuto responsabile di diversi reati, tra cui due episodi di furto aggravato e una rapina.

L’arresto è stato eseguito all’alba di ieri dai Carabinieri della Compagnia di Patti, in ottemperanza a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari, Ugo Domenico Molina.

Il giovane è ritenuto responsabile di diversi reati, tra cui due episodi di furto aggravato e una rapina. Inoltre, è fortemente sospettato di atti persecutori ai danni del suo ex datore di lavoro a Gioiosa Marea, in seguito a una precedente denuncia per furto sporta da quest’ultimo.

Ripercorrendo la sequenza dei fatti, il primo episodio risale al 7 dicembre 2023, quando, nelle prime ore del mattino a Piraino, il ragazzo ha sottratto la borsa di una donna, contenente denaro e beni di valore per una cifra complessiva di circa 8 mila euro.

Il 7 febbraio 2024, a Capo d’Orlando, l’indagato ha fatto irruzione in un negozio di articoli per la casa, armato di coltello e con il volto coperto da un passamontagna. Dopo aver danneggiato il registratore di cassa, si è impossessato di 970 euro prima di darsi alla fuga.

Il 24 febbraio 2024, a Brolo, con volto travisato, ha minacciato con un’arma da taglio una cassiera di supermercato, riuscendo a sottrarre 850 euro.

Tra febbraio e marzo 2025, ha perseguitato il suo ex datore di lavoro, danneggiando una copertura in plexiglass del bar in cui operava e infastidendo i clienti fino a indurli ad abbandonare il locale. Inoltre, ha continuato a tormentare il titolare tramite messaggi offensivi e provocatori su Instagram.

L’identificazione del giovane è stata possibile grazie alle immagini di videosorveglianza, alle testimonianze raccolte e all’analisi dei tabulati telefonici.

Il Giudice per le indagini preliminari ha evidenziato come il soggetto dimostri una forte propensione alla reiterazione dei reati, rendendo necessaria la misura cautelare in carcere.

 

Redazione Scomunicando.it

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