Ha rinunciato all’udienza davanti al Tribunale del Riesame don Antonello Tropea, il sacerdote di 44 anni arrestato alla fine del 2015 dalla squadra mobile di Reggio Calabria per prostituzione minorile, sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico ed adescamento di minorenni.
di Cesare Pellegrino
Sono stati gli avvocati Andrea e Giuseppe Alvaro a rinunciare all’udienza – per una scelta difensiva – dopo aver ottenuto la scarcerazione del prete, attualmente agli arresti domiciliari lontano dalla Calabria.
Il prete era stato sorpreso in compagnia di un minore, a bordo della sua autovettura, in un luogo appartato e poco frequentato. In uno zaino, gel lubrificante, salviettine imbevute, fazzoletti e un rotolo di carta. Il minorenne racconterà di aver conosciuto il prete tramite un’applicazione del proprio smartphone, Grinder. Il sacerdote si sarebbe presentato come un ricercatore scientifico, fornendo solo un nome di battesimo, Nicola. Lo stesso ragazzo dichiarerà di aver concordato con l’uomo un incontro su What’s-app e di aver ricevuto da lui un compenso di 20 euro per un rapporto sessuale orale consumato in macchina poco prima che i poliziotti li controllassero.
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