La giunta ha, inoltre, deciso un taglio del 10 per cento delle indennita’ di funzione spettanti agli assessori regionali, unitamente ad una riduzione del numero dei componenti gli uffici di gabinetto.
E’ stato, infine, dato incarico agli uffici di predisporre un piano di razionalizzazione dell’uso della telefonia mobile da parte dei dipendenti regionali.
“Si tratta – ha commentato il Presidente della Regione – del primo atto di una giunta squisitamente tecnica chiamata a disegnare il nuovo volto dell’amministrazione regionale. Una Regione agile, capace di progettare e di definire le strategie e poi vigilare sulla effettiva applicazione delle scelte operate”.
La giunta di governo, riunita sotto la presidenza di Raffaele Lombardo, ha approvato le direttive all’Aran Sicilia per il rinnovo dell’accordo regionale quadro sulle aspettative e i permessi sindacali. In occasione dell’ultimo accordo, stipulato nel giugno del 2003 e scaduto lo scorso 26 settembre, il contingente complessivo annuo di permessi sindacali era di 35mila giornate lavorative da distribuire proporzionalmente in relazione al numero dei dipendenti, tra comparto e area della dirigenza. Con l’approvazione delle direttive, nelle more della definizione del nuovo accordo, il numero dei permessi gia’ previsti viene decurtato del 30%. A regime, nell’arco di un triennio, dovra’ essere predisposta una riduzione graduale dei permessi per tutto il personale in servizio, in modo tale da comprimere il divario esistente rispetto alla disciplina in vigore in ambito statale. Previsto, inoltre, per i dirigenti sindacali, un tetto massimo per il cumulo dei permessi: non potra’ superare il 50% delle giornate lavorative. I permessi sindacali erano stati oggetto di attenzione da parte della Corte dei Conti nell’ambito della relazione sul giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione per il 2008.
E’ stato approvato, inoltre, un disegno di legge in materia di sospensione degli amministratori degli enti locali. Integrando le ipotesi gia’ previste dalla normativa nazionale per la custodia cautelare o gli arresti domiciliari, sono sospesi dalle cariche anche coloro nei cui confronti sia stato disposto l’obbligo di dimora, il divieto di soggiorno, il divieto di espatrio o obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Cio’ al fine di evitare un altro “caso Licata”.
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