L’artwork del cd, non smentisce la parte felina similpelle di Renatone, e ai più tornano in mente le apparizioni – oserei dire trash di quel Voyeur del 1989, ma qui, la provocazione si ferma solo all’immagine.
Temi scottanti, a dire dal nostro: famiglia, violenza, politica, Isis, chi più ne ha più ne metta, giornalisti compresi. Nulla di nuovo, alla luce dello sguardo severo e nero, della copertina, tematiche più volte trattate in precedenti lavori ancor più schietti e sinceri, come quel capolavoro de L’imperfetto del 1994.
La penna, del Sig. Fiacchini, nei testi, si fionda come un fiume in piena. Riconoscibile in Gesù, tra domande e spiritualità da sempre inseguite dallo stesso, da Il Cielo, Potrebbe Essere Dio e Ave Maria in poi.
Gli anni miei raccontano, l’ennesima recensione di se stesso, In questo misero show, poi ancora Il tuo sorriso.
Dunque, un disco dalla grafica aggressiva, che non riuscirà a lenire, la vera percezione di un sound piatto, fine a se stessa, che dopo Ero-Zero di quel 1979, non ha saputo più trovare stimoli interessanti e sperimentali, ma che album dopo album ha solo riprodotto un classico e ripetitivo elogio mediocre di canzonetta come la miglior tradizione italiana esige.
Un album per ogni palato esigente, ma non per i veri sorcini.
Salvatore Piconese
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