La sua agonia durò 7 giorni. Il cuore di Paolo, 22 anni, di Brolo, poi cessò di battere nella “rianimazione” della clinica “Villa Sofia”a Palermo dov’era stato trasferito, da Messina, dopo l’incidente stradale, nella notte fra venerdì e sabato, precedente a Ponte Naso. Un dolore mai sopito e spesso traslato nei tornei di calcio, di “stecche”, libri e murales a lui dedicati. Oggi la messa in suo ricordo.
Fu un’estate tragica, poi altre ne vennero a seguire, ma quella di sei anni fa cambiò tanto in tanti.
Il ragazzo perse il controllo della suo motorino andando a cozzare contro un muro.
Nell’impatto il casco si era spezzato come tutto nella sua giovane vita e in quella della sua famiglia.
Paolo Gullà venne sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per ridurre l’ematoma alla testa, poi tenuto in coma farmacologico ma dopo due giorni venne dichiarata la morte cerebrale e non solo a Brolo si sollevò una grande onda emotiva.
I funerali di Paolo furono un autentico delirio di dolore ed emozioni.
Ora c’è un grande murales a ricordarlo.
Un libro, la pagina facebook, e poi al cimitero una tomba che è diventata un autentico mausoleo, ed ancora i “memorial” in suo nome, gli striscioni al campo di calcio, la sala giochi a lui dedicata dagli amici e la sua famiglia, mamma e papà, che vivono ormai esclusivamente nel suo nome.
Sei anni, e sembra ieri.
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