Pietro Miraglia: “Le nuove tariffe penalizzano i cittadini e mortificano la sanità accreditata”
Sale la protesta
Sale la protesta dopo l’emanazione di un decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 2024, con cui il Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha aggiornato il nomenclatore delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e protesica. Il provvedimento introduce nuove tariffe per 1.113 prestazioni su un totale di 3.171, con l’obiettivo dichiarato di garantire un’erogazione uniforme dei livelli essenziali di assistenza (LEA) su tutto il territorio nazionale, superando le disomogeneità. Tuttavia, questa revisione ha generato confusione, disservizi e soprattutto una crescente sfiducia dei cittadini verso le strutture sanitarie pubbliche, oltre a mettere in grave difficoltà economica i lavoratori delle strutture accreditate.
Pietro Miraglia, direttore del Centro Analisi Delta di Brolo, già Vice Presidente Nazionale dell’Ordine dei Biologi e Presidente Regionale del Sindacato Federbiologi, ha espresso forte preoccupazione per l’impatto di queste tariffe, ritenute significativamente inferiori ai costi reali di erogazione delle prestazioni sanitarie. Miraglia, che da tempo denuncia le criticità del settore, rappresentando la posizione condivisa da tutte le associazioni delle strutture sanitarie private accreditate, ha evidenziato come le riduzioni tariffarie medie del 30%, con picchi fino all’80%, rischino di compromettere gravemente la sostenibilità economica delle strutture accreditate. Questi tagli potrebbero avere ripercussioni negative sull’accesso alle cure, sull’occupazione nel settore sanitario e sulle già marcate disparità territoriali.
A seguito di oltre 350 ricorsi presentati da strutture coordinate dalle principali associazioni del settore, il 30 dicembre 2024 il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha emesso un decreto cautelare monocratico che ha sospeso l’efficacia delle nuove tariffe. Tuttavia, già il giorno successivo, il TAR ha revocato tale sospensione, ripristinando l’efficacia del decreto ministeriale. La questione sarà ora esaminata nel merito in sede collegiale il 28 gennaio 2025, dove sarà valutata la necessità di ulteriori interventi cautelari.
Per Pietro Miraglia, la situazione è ormai insostenibile: “Dal Piemonte alla Sicilia, queste tariffe aggravano le disuguaglianze territoriali. È fondamentale che il Ministero adotti misure urgenti per risolvere le criticità, garantendo tariffe adeguate che coprano i costi reali di produzione. Solo così si potrà assicurare la sostenibilità economica delle strutture accreditate, la continuità delle prestazioni previste dai nuovi LEA e un accesso equo alle cure in tutto il Paese”.
Nel frattempo, annuncia Miraglia, il comparto sanitario legato all’erogazione delle analisi cliniche si sta preparando a eclatanti azioni di protesta, per richiamare l’attenzione su un problema che rischia di compromettere l’intero sistema sanitario accreditato.
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