Sanremo 2011 – Intervista con Natalia Beatrice Giannitrapani, in arte Nathalie

– di Saverio Albanese – Sanremo– Una delle rivelazioni della gara canora nella sezione “big” e la giovane 31enne romana Natalia Beatrice Giannitrapani, in arte Nathalie, alla sua prima esperienza al Festival. Il brano, “Vivo sospesa”, lo ha scritto lei stessa. Di famiglia italo–belga, salita alla ribalta dopo vittotria nella scorsa edizione al talent –show “X Factor”, che trasuda una grnade emozione quando mancano pochi minuti all’atto conclusivo di questoa 61esima edizione. La sua musica si ispira in gran parte ad artisti anglosassoni, come Tori Amos, P.J. Harvey, Fiona Apple, Radiohead, Jeff Buckley, ma anche ad italiani come De André, De Gregori e agli chansonniers francofoni, come Serge Reggiani. Nathalie scrive i testi delle proprie canzoni in Italiano, francese e inglese. “Sul palco di Sanremo mi auguro che il pubblico capisca che il mio primo obbiettivo sarà quello di comunicare che la musica sia una necessità. E’ un modo di mettere tutte le mie emozioni in qualcosa che possa essere pure bello e che mi auguro,  possa arrivare più facilmente agli altri”.
In una kermesse canora cosi prestigiosam ci sono soprese quotidiane dietro l’angolo e Nathalie ci svela un piccolo aneddoto: “Devo ringraziare pubblicamente quelli della Gialappa’s band. Mi chiamano ogni giorno per sapere le mie sensazioni e francamente mi ha sopreso parecchio oltre che rendermi orgogliosa, perche loro soon i miei idoli”. La sua partecipazione al festival sara sicuramente imporante per il proseguo della sua carriera: “Con estrema sincerità posso confidarti ceh qualsiasi cnatante quest è una esperienza magica che almeno bisogna fare una volta nella vita. E’ un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Subito dopo Sanremo sarà molto impegnata per la promozione del mio album con una lunga tournee. La musica io l’ho sempre fatta, anche prima di andare a X-Factor e di seguito al festival di Sanremo. Adesso però, questo, è il mio lavoro a 360°, la mia vita, che oserei definire surreale”.