– di Saverio Albenese –
Sanremo (Imperia)– Per la storica band bolognese degli Stadio, composta formata da Gaetano Curreri (voce e tastiera), Giovanni Pezzoli (batteria), Roberto Drovandi (basso elettrico) e Andrea Fornili (chitarra), il Festival di Sanremo 2016 è stato un vero trionfo con una ballata rock struggente e old fashioned, «Un giorno mi dirai», lettera di una padre alla figlia con tanto di na na na na e giro di chitarre ruffiano alla Lucio Battisti.
Per molti in male minore, vista la classifica finale, che a sorpresa relega al nono, decimo e undicesimo posto le superfavorite Noemi, Arisa e Annalisa e proiettan sul podio finale i “teen agers” Francesca Michielin e il duo Caccamo Iurato. Contenti tuti, comunque, per un premio che rappresenta un OSCAR alla lunghisisma carriera del gruppo che a volte ha accompagnato Lucio Dalla.
La vittoria degli Stadio è da libro “Cuore”, perché appartiene alla amicizia vera quella con la “A” maiuscola, tra la “Curreri band” ed il loro mentore Lucio Dalla, che trionfa a Sanremo. Loro il festival non l’avevano mai vinto prima, nonostante le numerose partecipazioni: nel 1984 con “Allo Stadio” classificandosi al ventesimo posto, nel 1986 con “Canzoni alla radio” per il ventiduesimo posto (scritta con un altro bolognese d.o.c. Luca Carboni), nel 1999 con “Lo Zaino” per il quinto posto, nel 2007 con “Guardami” per il diciannovesimo posto.
Lui nemmeno, anche se nelle sue apparizioni sanremesi aveva presentato canzoni che poi rimasero nella storia, come Piazza Grande e 4/3/1943, brano che arrivò terzo.
Un legame di musica e amicizia lungo quasi 40 anni, dunque, fino al tributo del Festival, in cui gli Stadio hanno vinto la serata dei duetti, duettando idealmente sul palco dell’Ariston con il proprio talent scout, il cui volto compariva sullo sfondo, cantando ‘La sera dei miracoli’. Sul palco, per l’occasione, il gruppo si era riunito nella sua formazione originale, da Ricky Portera col cappello da Generale Custer a Marco Nanni, seduto in platea. Un omaggio che gli ha portato fortuna per la vittoria finale, dove ha trionfato il brano “Un giorno mi dirai”.
Gaetano Curreri, pochi minuti dopo il loro trionfo, è un fiume in piena in sala stampa: «Non ci conosce solo un pubblico maturo, ai nostri concerti viene un pubblico giovane, innamorato della nostra musica da tanti anni e vede in noi una band vera che fa musica bene, da tanti anni scrive pezzi per altri, lavora per tutti quelli che glielo chiedono. Ci occupiamo di tutto quello che riguarda la musica. Oggi è la festa degli innamorati, noi siamo innamorati della musica, è attraverso la musica che noi quattro abbiamo trovato un legame. E siamo contenti anche perché 58 anni fa su questo palco ha vinto “Volare” di Mimmo Modugno e oggi ricorre anche il decennale della morte di Marco Pantani».
Siciliano d’origine, romagnolo di nascita, ma anche “viareggino” come lo aveva soprannominato il suo grande amico e maestro Lucio Dalla “per la faccia che ricorda i mascheroni del Carnevale di Viareggio” – ha ripercorso le tappe più significative della loro carriera, citando alcuni brani che hanno segnato la storia della musica.
Ma Curreri, incalzato dai giornalisti in sala stampa, solleticato ha raccontato la nascita degli Stadio come di «un gruppo di artigiani della musica che andavano a bottega da Lucio Dalla»– e ricordato anche il suo profondo legame con il cinema, con la canzone Un Senso scritta sempre in coppia con Vasco, nata per il film Non ti muovere di Castellitto, che ha vinto il nastro d’argento come miglior colonna sonora e sfiorato la candidatura agli Oscar. E ha ricordato anche il suo amichevole e intenso rapporto con Carlo Verdone e le colonne sonore scritte per i suoi film tra cui borotalco e Acqua e Sapone.
Dopo premi individuali del Davide di Donatello e del Nastro d’Argento, si aggiunge questo prestigioso trofeo nella città dei fiori: «Proprio nella serata delle cover abbiamo visto che c’è molto amore per tutto quello che abbiamo fatto con la musica. E’ sempre stato il nostro progetto: guardare un attimo indietro per proiettarci avanti. Ce l’ha insegnato Roberto Roversi: il valore della memoria, della nostalgia, basta che non si trasformi in malinconia, è un’energia che ti fa guardare avanti, con i piedi ben piantati a terra».
Cantando La sera dei miracoli: «siamo tornati a essere gli Stadio, forse la prima sera, quando abbiamo debuttato in gara, eravamo un po’ intimiditi da quel palco– prosegue il leader degli Stadio–io ho anche avuto qualche problema tecnico con i monitor, non è andata benissimo. Quando siamo saliti sul palco nella serata delle cover siamo tornati a essere gli Stadio. Lucio? Sicuramente mi è arrivata una zoccolata. Quando facevo il tastierista per lui, al primo errore mi dava un’occhiataccia, al secondo mi tirava una zoccolata, al terzo partiva il mazzo di chiavi, al quale Lucio teneva attaccata anche una pesantissima croce di San Domenico».
Il prossimo appuntamento musicale dopo la kermesse festivaliera è l’Eurovision Song contest, fissato per il 14 maggio a Stoccolma. E la domanda è: chi andrà, per l’Italia? Un interrogativo che tiene banco nella sala stampa del Teatro Ariston per un motivo molto semplice: i vincitori del Festival di Sanremo partecipano di diritto al festival europeo, ma in realtà un pochino a sorpresa, la band bolognese non ha ancora sciolto la riserva se parteciperà o meno a questo altro prestigioso evento in terra scandinava.
Curreri, sempre in sala stampa ha rilevato anche che “Un giorno mi dirai” era stata scartata dall’edizione 2015 del festival, sempre con Carlo Conti presentatore e direttore artistico: «L’anno scorso non siamo entrati tra i Big con questo stesso pezzo, ma non era fatto così, era un provino un po’ troppo cheap. Non aveva il sound Stadio, il testo era lo stesso, ma il suono non era costruito come nella versione di quest’anno. Non avevamo un disco pronto e saremmo stati costretti a una compilation. Nel frattempo ha preso forma anche un concept album di inediti. Per noi essere venuti quest’anno è stato veramente importante».
Valeva la pena aspettare un anno, per trionfare in quel teatro che Curreri dice di aver «amato e odiato». Oltre alla vittoria “principale” e a quella nella serata delle cover, la band porta a casa il premio Bigazzi per la miglior musica e quello della sala stampa radio-tv-web intitolato a Lucio Dalla. Un poker di successi che rimarrà, in maniera indelebile, nell’indimenticabile album dei ricordi della leggendaria storia del festival nacional popolare del nostro “Bel Paese”.
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