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SANT’ANGELO DI BROLO – Continua la protesta dei dipendenti Sifiso

Dopo 15 giorni dalla proclamazione dello stato di agitazione, seguito dallo protesta estrema, che è lo sciopero della fame i dipendenti del Consorzio Sifiso, che gestiva il Centro di Prima accoglienza di Sant’Angelo di Brolo, non hanno ancora ricevuto alcuna risposta da parte delle competenti Istituzioni regionali, deputate a trovare una soluzione per mantenere i livelli occupazionali, salvaguardando il posto di lavoro dei 30 dipendenti che operavano nella struttura, e rendere fruibile l’edificio.
I lavoratori intanto non si arrendono, e stanno continuando, con determinazione e coraggio, a mantenere l’occupazione dell’immobile.
La Regione, sia per bocca di Parlamentari della zona, che per iniziative assunte, cerca di scaricare la responsabilità sul Ministero dell’Interno, facendo finta di ignorare che il problema è solo ed esclusivamente dell’Assessorato regionale della Salute. Infatti, dopo avere speso oltre 2 miliardi di lire, era stata l’allora Asl5 di Messina ad istituire la Rsa nell’ex Pretura. Oggi, invece, lo stesso Assessorato ha trasmesso la richiesta inoltrata dal Prefetto, all’Assessorato per la Famiglia. Non si capisce quale competenza abbia sulla gestione sanitaria quest’ultimo Dipartimento.
“Quello che ci cerca di mettere in atto – ha dichiarato il Sindaco – è il tentativo di fare abbassare l’attenzione su una problematica così grave per Sant’Angelo, ritenendo probabilmente di non dovere dare neppure una convincente spiegazione. In tutta questa vicenda – prosegue il Sindaco – c’è stata una inspiegabile contrarietà da parte di certa politica, che non vuole che a Sant’Angelo venga alla luce la Rsa, voluta a suo tempo dall’Asl 5 di Messina e oggi invece da diverse parti osteggiata e sabotata. Questa Comunità rivendica il diritto che un edificio come quello che avrebbe dovuto ospitare originariamente la Pretura, non si trasformi in una cattedrale nel deserto, né che diventi un qualche archivio o deposito di materiali. In tal senso esigiamo risposte concrete e non le tradizionali ipocrisie di quanti, pur potendo, fanno il doppio gioco della spoliazione a danno del paese”.

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