Secondo le indagini dei carabinieri di Patti, nel periodo in cui il centro era in funzione, sarebbero state spesso ritardate le dimissioni dei rifugiati già in possesso del permesso di soggiorno o dello status di rifugiato politico. Sulla base di quanto disposto dal Viminale, gli immigrati avrebbero dovuto lasciare subito la struttura d’accoglienza, mentre la Prefettura di Messina, per la permanenza ingiustificata di ciascuno di loro, ha pagato circa 40 euro al giorno al Consorzio ‘Sisifo’, con il quale aveva stipulato una convenzione.
Da una prima stima sarebbe emerso che, fino al maggio 2010, data di chiusura del centro, il consorzio avrebbe tratto l’ingiusto profitto di circa 500 mila euro ai danni del ministero dell’Interno. (lasiciliaweb.it)
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