Le elaborazioni digitali – alla fine buona satira, colpo d’occhio e bella intuzione – sono di Giuseppe Pidonti, lui ci ha abituato spesso a questi colpi d’ala, ed ora – altra buona lezione di vita sociale, a viso aperto, senza nascondersi dietro profili anonimi o peggio celare la mano, saccheggia 50 anni di filmografia hollywoodiana e ci regala, strappandolo con forza, anche un sorriso.
Elaborazioni fotografiche che ovviamente sintetizzano e rappresnetano un suo punto di vista.
Ma questo poco importa.
Sono una sfaccettatura del clima politico che si respira a Brolo, ma sopratutto solo scatti elaborati che sottolineano – stigmatizzandolo – il momento storico, amministrativamente unico, che il paese si appresta a vivere … la bancarotta.
Comunque, vada come vada, al di la del voto scontato che il consiglio, visti i numeri, si appresta a dare, del post consiglio che già si preannuncia zeppo di ricorsi, puntualizzazioni, arroccamenti e assalti all’arma bianca, Brolo dovrà sopravvivere, dovrà farcela, dovrà riprendersi spazi e ruoli.
E’ questo lo spirito vitale di un paese che neanche l’olocausto nucleare, dovrà fiaccare.
Un paese che ha conosciuto i fasti regali, gli onori dei principi, le orde barbariche dei pirati berberi saccheggiare il borgo e la sua costa, ma anche visto altri sacchi, quelli edilizi di un recente passato, che ha resistito alle orde degli usurai, che ha visto bruciare macchine e ascoltato i boati delle bombe notturne che volevano piegare le volontà politiche ad altre logiche amministrative, che ha votato solo nel 2014 il suo primo sindaco donna, dopo che Anna Giuffrè era stata la primo esempio “rosa” in aula consiliare – tutta al maschile – più di vent’anni prima, che tre secoli fa ospitava scrittori e pittori per cantarne e dipingere i suoi luoghi, che millantava la nascita del giovane Manfredi e che certamente, dopo essere lasciato amaliare dai canti delle sirene e da recenti promesse da marinaio, ha ancora molto, tanto da dire…
Buona fortura Marsā Dālīah.
Alla tua terra, alla tua gente – che tu “Porto della Vite” sia pronto a accogliere un nuovo Rinascimento fatto di buoni esempi.
Che il tuo porto sia pronto a riaccogliere le genti dei nebrodi, a dar spazio al commercio, che da quella “vite” venga fuori buon vino.
Nè tabule rase nè rigurgiti del passato, nè scintillii di ghiottine nè tantomeno buttar sale sulle macerie, ma solo buon esempi e che a pagare non siano come sempre i cittadini per un paese che deve guardare avanti, serrare i ranghi, inarcare le reni, stringere i denti, pronto a librarsi, . comprendendo, contenendo, abbracciando, costruendo… vivendo.
Non sarà facile.. questo Irene Ricciardello, il sindaco, lo sa bene.
Avrà un compito gravoso.
Riannodare fili e tessere una nuova trama, ridisegnare un futuro…ma prima di tutto dare bun senso al voto di questa sera.
Da questo non sarà più nulla lo stesso.
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