Una beauty farm d’arte e musica… altro che sala di barba e capelli
Alcuni scatti che “dipingono” la sala multimediale “Rita Atria” in un’inedita versione: sala prova per il concerto di questa sera.
Diretta dal maestro Antonio Cigala “prova” la banda di Santa Lucia del Mela insieme a Oriana Civile che questa sera canterà con Anita Vitale con un fuori programma di gran lusso quello con il maestro Nicola Giammarinaro, indiscusso maestro siciliano, ma di fama internazionale, di clarinetto.
Gli orchestrali hanno provato tra le opere dei maestri d’arte siciliana, da Martorelli a Guttuso, a cura della Pathos, che al momento e sino al 16 agosto sono esposte al Sala “Rita Atria”.
La manifestazione “Bande in festa” organizzata dall’Anbina Sicilia prevede la partecipazione anche delle bande: “M.Randisi” di Santa Lucia del Mela, “Città di Spadafora” di Spadafora, “Città di Acquedolci” di Acquedolci e la banda “Santa Lucia” di Capo d’Orlando , della sfilata faranno parte anche le Majorettes di Acquedolci.
Tra le canzoni che la Civile canterà:
CU TI LU DISSI
E’ una delle canzoni tradizionali più famose del repertorio di Rosa Balistreri e tutt’ora viene cantata da molti gruppi folkloristici e da molti cantanti folk. E’ un canto d’amore, un amore altalenante, con luci ed ombre, difficoltoso, ma alla fine l’amata, “ciatu di lu me cori”, è il vero ed il solo amore.
Vi sono centinaia di registrazioni di questa canzone cantata dalla Balistreri, specie live, a riprova di quanto venisse apprezzata dal pubblico e dalla stessa cantante.
SANTALUCIOTA
A Santa Lucia del Mela, si conserva intatta una caratteristica forma di canto detto per l’appunto a la santaluciota. Caratteristica del canto a la santaluciota è la struttura delle strofe organizzata per
distici nella forma A-B-B1-B (dove B1 rappresenta la seconda metà di B). Così la forma melodica segue quella strofica attraverso un movimento lineare e semplice evidenziando una stretta affinità. Spesso però si ricorre a piccole varianti melodiche per non incorrere nella monotonia o nella somiglianza tra i diversi brani.
Non si può non citare le cantatrici per eccellenza, Tindara Amalfi e Annunziata d’Onofrio voci uniche nel genere, dotate di un timbro inconfondibile e di una grande estensione vocale che consentiva di “inventare” formule melodiche sempre diverse e sempre originali. Nello specifico il brano che verrà eseguito si intitola I me patruni vonnu mi cci cantu tratto proprio dal repertorio di Tindara Amalfi.
Alle varianti melodiche affidate al canto fanno eco le innumerevoli combinazioni strumentali , dove le linee melodiche seguono ora lo sviluppo della linea vocale ora se ne distaccano creando preziose ornamentazioni.
A LA FIMMINISCA
E’ un canto di donne di marinai, così intitolato da Alberto Favara, il ricercatore etnomusicologo che nel suo “Corpus di musiche popolari siciliane” scrive:
<E’ il canto con il quale queste donne, indurite dalle asprezze della miseria, esprimono i sentimenti più gentili ed affettuosi, le ansie, i palpiti per i loro uomini che stanno in mare tra i pericoli e gli stenti>.
Il canto è stato raccolto a Trapani. Questa versione è un riadattamento per banda dell’arrangiamento di Maurizio Curcio, inserito nel disco “Arie di Sicilia” di Oriana Civile e Maurizio Curcio.
LI FIMMINI CU LU LIPSTICK
E’ un canto di Leonardo Dia, raccolto a Chicago dagli emigrati italiani d’America.
Fra la fine dell’Ottocento e la fine degli anni Venti del Novecento negli Stati Uniti nasce e si afferma rapidamente una produzione discografica esclusivamente rivolta alle diverse comunità di immigrati che in quegli anni raggiungono le Americhe.
Si tratta di una produzione di enorme interesse scientifico che ha permesso di delineare i gusti musicali, le tendenze stilistiche, le problematiche socio-culturali della comunità italo-americana nei primi anni del Novecento.
Tra il 1890 e il 1930, gli emigrati italiani produssero oltreoceano circa 7.500 documenti sonori tra genere operistico, canzone napoletana, musica da ballo e altre varietà strumentali. La ricercatrice siciliana Giuliana Fugazzotto (di Barcellona Pozzo di Gotto) ha raccolto un archivio storico di dischi a 78 giri su tema dell’emigrazione tra i più autorevoli e preziosi al mondo con oltre 5 mila pezzi. I testi erano tutti nei vari dialetti delle comunità, o meglio si creò un nuovo linguaggio: l’americanese, un mix di vari dialetti, soprattutto del Sud, e parole in inglese spesso dialettizzate.
UNNI SINI
Brano originale scritto dalla cantautrice popolare Oriana Civile e musicato dal M° Nino Milia.
MALARAZZA
“Malarazza” è una canzone che Domenico Modugno, nel 1976, ha scritto partendo da una poesia di un anonimo siciliano, pubblicata nel 1857 da Lionardo Vigo Calanna, marchese di Gallodoro nella sua “Raccolta di canti popolari siciliani”.
Resa ancora più famosa dal musicista siciliano Roy Paci, il testo parla di un servo che viene picchiato e maltrattato da un prepotente e chiede giustizia a Gesù che, sconsolato, gli risponde di farsi giustizia da solo, se la vuole, tirando fuori i denti e combattendo perché nessuno la farà mai al posto suo.
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