Categories: Cronaca Regionale

SCENARI – “Noi stiamo in guerra ma nessuno ne parla”

Durante la trasmissione OMNIBUS trsmessa da LA7 e condotta da Andrea Pancani, il senatore Augusto Minzolini ha dichiarato, tra le altre cose: “Noi stiamo in guerra ma nessuno ne parla.”

L’affermazione del senatore Augusto Minzolini è in riferimento alla decisione del governo italiano  di inviare sul nuovo fronte di guerra iracheno anche una squadra di forze speciali.

“Non sono state fornite informazioni sulla composizione del team, ma è scontato che ne faranno parte uomini provenienti dalle unità d’élite della ‘Task Force 45‘ appena rientrate dal fronte afgano (che comprendeva incursori di Marina del Comsubin, 9° reggimento d’assalto Col Moschin, 185° reggimento acquisizione obiettivi della Folgore, 17° stormo incursori dell’Aeronautica, Ranger alpini del 4° reggimento Monte Cervino, Gis dei Carabinieri) e quindi ora disponibili per nuovi impieghi.

Altrettanto certo, dice Gaiani – è che “queste unità non andranno in giro in automobile: il loro impiego presuppone l’invio di mezzi specifici come i blindati Lince e gli elicotteri Ch47 e Nh90.

L’invio di questi ultimi in Iraq è notizia certa”.

L’impegno militare italiano contro l’Isis a questo punto comprende 500 soldati (80 consiglieri militari tra forze speciali ed esperti di sminamento, 200 istruttori e 220 uomini dell’Aeronautica), due droni Predator e quattro cacciabombardieri Tornado (che per ora, come ha spiegato la Pinotti, si limitano a “scoprire e identificare le forze ostili disperse sul territorio” che poi vengono colpite dagli aerei alleati) un aerocisterna KC767 (per il rifornimento in volo dei bombardieri alleati) e i mezzi terrestri e aerei per le forze speciali.

I parlamentari cinquestelle Luca Frusone e Maria Edera Spadoni hanno sottolineato in commissione come un tale dispiegamento di forze avvenga su richiesta americana senza copertura legale internazionale (le risoluzioni Onu 2170 e 2178 citate dalla Pinotti non autorizzano operazioni militari), senza una copertura finanziaria autorizzata dal Parlamento e senza che questo abbia approvato con un voto tale iniziativa militare: l’aula ha approvato lo scorso 20 agosto solo l’invio di armi ai combattenti curdi, non l’invio di truppe e mezzi, di cui le commissioni sono state solamente informate a cose fatte.”

Per  approfondire l’argomento si invita a leggere l’articolo fonte: 

IlFattoQuotidiano.it

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