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SCUOLE ORLANDINE – E l'”infame” scatenò la polemica.

Certamente non poteva cadere nel vuoto, l’accusa, il termine usato, la condanna senza appello che Enzo Sindoni, con un comunicato stampa ufficiale, ha lanciato nei confronti del dirigente scolastico, la professoressa Rita Pintabona, oggi ai vertici del Liceo Lucio Piccolo di Capo d’Orlando.

Ora lei da un lato cerca di zittire le polemiche e far calare il polverone sul caso delle assenze agli alunni per lo sciopero messo in atto, per rivendicare una scuola, anche la sua, migliore, ed afferma che parlando con i media che “non vuole combattere una battaglia che non ho voluto e che mi sono ritrovata ad affrontare con sorpresa”.

Ma non le va giù il fatto che il  Sindaco di Capo d’Orlando abbia bollato la segnalazione delle assenze agli alunni per l’occupazione del mese di dicembre come un “atteggiamento infame”.

Così dichiara alla stampa:“Non ho veramente intenzione di alimentare le polemiche. Noi educhiamo alla legalità e non possiamo farne a meno.

Vorrei precisare che l’attività di autogestione è concordata con la scuola, con gli insegnanti, ma non l’occupazione.

I miei docenti hanno l’obbligo di censire le assenze.

Nonostante posso anche considerare valide le motivazioni dell’occupazione bisogna anche far rispettare il regolamento e la legge.

Sarebbe come se un nostro dipendente, dichiarandosi in malattia, chiedesse di aver segnate comunque le presenze”.[da 98zero.com]

Per la professoressa Rita Pintabona, convinta che si sia trattato di un fraintendimento tra le istituzioni,  ora dorge il problema del “rispetto” tra queste:

“Noi sappiamo come educare i nostri ragazzi e non voglio duellare.

Le battaglie di solito si combattono in due e se il Sindaco crede che tornerò indietro si sbaglia perché non posso esimermi da dare ai ragazzi segnali di educazione e correttezza.

Rimarrà da solo a combattere questa battaglia“.

E poi precisa che: “Le assenze segnate non hanno avuto alcun peso sul voto in condotta. Questa decisione è stata presa da me con l’appoggio di tutto il personale docente durante i consigli di classe. Spero proprio si sia trattato di un fraintendimento ma non voglio alimentare ulteriormente questa battaglia che non ho voluto“.

Quindi la polemica, al momento, non alimentata dalla Dirigente, trova spazio sul web.

A dar fuoco alle micce è Carlos Vinci  che definisce il dire del sindaco “parole da insolente” poi da “piena solidarietà ai ragazzi nella libertà di scioperare”, ma non condivide “l’incitamento diseducativo al non rispetto delle regole. Il vero leader si comporta da buon padre di famiglia e non taccia d’infamia le istituzioni” e poi aggiunge ancora “che pur restando vicino ai ragazzi non può permettersi di utilizzare la parola “infame” verso quelle istituzioni di cui lui stesso ne fa parte”.

Quindi conclude:”E’ un metodo completanente diseducativo. Un padre di famiglia non si comporta così con i suoi ragazzi. A me gli sceriffi non sono mai piaciuti”.

Ma il suo dire non è da tutti condiviso.

Così Cicciò Gullà commenta, rivolgendosi direttamente a lui: “purtroppo su questo argomento mi trovi in forte disaccordo … perché a mio avviso, secondo la mia personalissima opinione, non si tratta di incitamento al non rispetto delle regole ma piuttosto alla libertà di scioperare per una causa giusta, come giusto che sia appunto.

In questo caso l’istituzione e dunque il liceo poteva reagire in ben altro modo mostrando solidarietà agli studenti come fatto tra l’altro dall’istituto tecnico Merendino…..è chiaro che per scioperare (che è un diritto) qualche regola va infranta…ed è opportuno farlo, e l’importante è questo in fin dei conti. se vi è una causa degna.

Ovviamente il mio pensiero non intende prendere le difese di nessuno ma solo del fatto accaduto a cui, a mio avviso non si può dare torto..

Quindi da giovane orlandino Ciccio osserva: “a mio modo di vedere, la parola “infame” è quasi limitativa..io avrei addirittura utilizzato parole ancora più forti e non poteva e non possono essere utilizzati altri termini dopo certi accaduti e certe assurde decisioni a mio modo di vedere.. per carità si potrebbe criticare la forma utilizzata ma non la sostanza.. io guardo la sostanza è dico che ha fatto più che bene, ripeto poteva essere lui come qualsiasi altra persona, io apprezzo il gesto e la considerazione data che condivido, non invece la decisione assurda del liceo dove capendo le motivazioni poteva benissimo andare incontro agli studenti che devono essere tutelati e non invece andargli contro, la cosa realmente disgustosa è proprio questa; gli studenti non hanno giocato, uno di loro è stato incatenato 5 giorni per motivazioni causate proprio dalle istituzioni stesse.

Ti chiedo allora quale termine è giusto utilizzare per tutto ciò?

Nel dibattito entra anche Edoardo Lipari, – esponente del Forum giovanile orlandino – che aveva dato solidarietà ai manifestanti, anche in tempi non sopsetti, e non ha remore:

“Io Sto con il Sindaco, infame è la parola esatta, perchè di sicuro la Preside ha compiuto un atto di scelleratezza d ‘animo”.

Quindi aggiunge: “Come può non considerare la sua figura di ecucatrice? Penso ai ragazzi, penso a Davide.. come può un Preside non accorgersi di quel che è stato fatto? L’Educazione Civica è importantissima e sopratutto in questo periodo storico.. , hanno avuto l’attenzione di tantissimi vertici istituzionali, hanno fatto qualcosa in cui credono perchè è oggettivamente giusto!- e conclude – Eppure.. Eppure.. ci si ferma su formalità, come se la scuola fosse la nozione di Leopardi o il Teorema di Pitagora.. la scuola è tutt’altro! La scuola è educare e preparare alla vita, è creare metodo. Per la prima volta dopo tanto tempo si fa qualcosa di buono.. e puff! Non si può aver fiducia in una classe dirigente così cieca.

Io non ho mai rispettato i Politicanti, chi fa politica e si intreccia con interessi pubblici per le proprie tasche li ritengo peggio di Infami? O devo rispettare che ne so.. lo Sgarbi di turno? . che rappresenta il peggio di quel che io vorrei come esempio? Ma per favore”.

Poi sottolinea anche:”Certo poteva dire comportamento scorretto, ma non avrebbe attenzionato il problema.. questo è palesemente un tatticismo linguistico della comunicazione”.

 

 

E prendendo spunto dell’affaire orlandino, trova spazio anche il dire su occupazioni e assenze, dell’associazione “P. Impastato” che ha così commentato:

“In questa società, dove tutto sembra progredire, quando in realtà si retrocede giorno dopo ere queste infantili ritorsioni sugli studenti che esercitano il diritto alla protesta.

In un momento come quello attuale il sistema della pubblica istruzione in Italia e in Sicilia è diventato una barzelletta a cielo aperto.

Sono decine le segnalazioni che, giornalmente, riceviamo, da parte degli studenti che asseriscono di subire, all’interno delle proprie aule, degli affronti belli e buoni legati ai voti e alle medie aritmetiche degli stessi.

Questo dimostra che, purtroppo, gli studenti non possono alzare la testa, o vengono puntualmente puniti, inimicandosi così persino i genitori, quelli che ancora credono che questo sistema scolastico valga qualcosa.”

Quindi il Movimnento incalza nel comunicato asseremndo:

“Diffidate da chi vi dice che tutto questo viene fatto per il vostro bene e che un giorno capirete, perché vi stanno solo prendendo per il culo: un giorno su questa scuola pubblica ci sputerete come si sputa a terra camminando per strada, perché vi renderete conto di aver appreso nella maggior parte dei casi, inutili nozioni, mentre il mondo, attorno a voi e a noi, corre senza rendercene conto, trovandoci impreparati ad affrontare le sfide dell’oggi e del domani.”

Poi il documento della Peppino Impastato entra nel merito di quanto successo al liceo Lucio Piccolo di Capo d’Orlando.

“Sul Piccolo di Capo d’Orlando solo qualche inciso, perché altrimenti rischierei di diventare perfido – afferma Sonny Foschino, il presidente dell’associazione – : il problema di quella scuola è sempre stato l’ignoranza di alcuni docenti.

Ricordo i miei tempi come se fosse ieri ma il problema rimane immutato e le metodologie le medesime.”

Quindi: “Ha ragione Enzo Sindoni: solo formalismi.

Una vendetta che avevano promesso, anche in mia presenza; e conoscendo alcuni soggetti, non mi aspettavo altro.

Ai ragazzi del liceo Lucio Piccolo la mia più grande stima, solidarietà, con un invito ad andare avanti, sempre e comunque, perché la loro protesta è stata esemplare; li invito a provare pena per i responsabili di questo atto … fondamentalmente se oggi hanno ereditato questo sistema scolastico la colpa è di chi ci ha preceduto, e quindi anche dei loro stessi professori; gli stessi che, come allora, che possibilmente studiavano in maniera mnemonica e solo ai fini del voto, se ne fregano di tutto, pur di portare avanti i loro programmi ministeriali e riempire i registri di numeri e aria … e questa sarebbe la scuola?”

Enzo Sindoni aveva dichiarato alla fine del documento “Credo proprio che questa vicenda non si chiuda qui…” .

Lui, a suo modo, ha riacceso i riflettori sul problema, e l’ha messo nuocvamente al centro.

Aveva ancora ragione,  se ne riparlerà ancora.

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