era il 15 gennaio 2007
Sebastiano Mafodda, Marcello Sposito, Palmiro Lauro e Domenico Zona, persero la vita il 15 gennaio 2007 a bordo del “Segesta Jet” a causa della collisione con la portacontainer “Susan Borchard”, avvenuta a largo di San Raineri. Ieri pomeriggio, i quattro marinai sono stati ricordati con una cerimonia articolata in tre fasi, organizzata dalla Direzione Navigazione RFI e dal comandante in quiescenza Sebastiano Pino. Alle 15,30, in mare, nel punto esatto dell’incidente, è stata lasciata in mare una corona d’alloro. A seguire, una Santa messa è stata officiata da frate Benedetto Amodeo. All’ora esatta dell’incidente, al monumento dedicato ai quattro marinai, è stata deposta una corona di alloro e si è rinnovato il momento di raccoglimento culminato con il suono delle sirene delle navi in porto. Come sempre tanti cittadini, amici e colleghi si sono stretti al fianco dei familiari delle vittime. Presenti alle cerimonie autorità civili e militari.
Sono trascorsi diciotto anni da quel drammatico pomeriggio del 2007, in cui si consumò la tragedia del “Segesta Jet”. Sembrano tanti, ma ancora oggi il ricordo è più vivo che mai. Segno della stima, dell’affetto e della riconoscenza verso i quattro marinai che persero la vita nel compimento del loro servizio. Dinnanzi al dolore, gli anni trascorsi non hanno scalfito minimamente le sensazioni, né alleviato la commozione per quanto accaduto allora. Tant’è che anche quest’anno per la cerimonia commemorativa, articolata in tre fasi, si è registrata un’importante partecipazione.
Su iniziativa della Direzione Navigazione RFI, colleghi ed ex colleghi dei quattro marinai scomparsi, primo fra tutti il comandante Sebastiano Pino, già presidente del S.A.S.Ma.N.T, hanno voluto commemorare il comandante Sebastiano Mafodda, il direttore di macchina Marcello Sposito, il motorista Palmiro Lauro, e il marinaio Domenico Zona.
Nel primo pomeriggio, a bordo del “Tindari”, mezzo veloce di Blu Jet, “gemello” del “Segesta”, come di consueto a partecipazione ristretta, si è svolto il primo evento. In quello che ormai è un luogo sacro del ricordo, lat. 38°10’.9 N; long. 15°35’.4 E, dove la “Borchard” speronò drammaticamente il ponte di comando del “Segesta”, si è svolta la prima fase dell’evento. Un mare plumbeo, denso di ricordi ed emozioni, come fosse impregnato di tristezza, con le sue correnti cariche di una struggente poesia, ha accolto la corona d’alloro lasciata ai flutti dall’unità della Guardia Costiera.
Al fianco di quest’ultima, era presente in mare un mezzo della Polizia Municipale. Le due unità navali hanno omaggiato i marinai con i consueti giri d’onore.
A bordo del “Tindari” erano presenti i parenti e i colleghi più stretti dei quattro marinai, ospitati dai responsabili di Blu Jet. La benedizione e il rito in mare, officiato dal diacono Giuseppe Dini, hanno preceduto la Preghiera del Marinaio.
Alle 16,30, una Santa messa in suffragio è stata celebrata nell’atrio prospiciente la Corte di Ulisse della Stazione centrale.
Ad introduzione del rito è intervenuto Fra’ Giuseppe Maggiore, responsabile della Cappellania della Stazione centrale di Messina. Il frate ha colto la presenza dei genitori di Marcello Sposito, che portavano con sé il nipotino di quarta generazione che il nonno, perito sul Segesta, purtroppo non ha potuto conoscere. In particolare, Fra’ Giuseppe si è rivolto alla signora Caterina. La sua è un’accoglienza francescana: “Sappiamo quant’è importante la mamma nella nostra vita. Quando si vede una mamma che ha perso un figlio, si pensa a Maria sotto la Croce, che non con rassegnazione, ma cercando la volontà di Dio, accoglie la morte del figlio. Francesco d’Assisi, la mamma di un frate la considerava la mamma di tutti. Stasera la signora è la mamma di tutti coloro che perdono la vita compiendo il proprio lavoro”.
Il rito è stato officiato da Fra’ Benedetto Amodeo, Definitore provinciale per la Provincia dei frati minori di Sicilia e rettore del Santuario N.S. di Lourdes di Messina. Così, la sua introduzione: “Nella speranza, affidiamo alla misericordia del Signore Sebastiano, Marcello, Palmiro e Domenico. Preghiamo attraverso loro e con loro per tutto il mondo del lavoro. Per coloro che il lavoro ce l’hanno, perché attraverso esso possano rendere gloria a Dio; e per coloro che non ce l’hanno, perché possano nella dignità di essere umani avere la possibilità di un lavoro”. Il dovuto pensiero alla sicurezza: “La tutela del lavoratore non è mai abbastanza”. Il messaggio: “Francesco d’Assisi pregava il Signore affinché potesse dargli una speranza certa. La nostra speranza da cristiani è certezza”.
L’argomento il frate lo ha ripreso nell’omelia: “Il lavoro diventi luogo di benedizione. La fatica è benedetta da Dio soprattutto se è vissuta nella dignità, nella giustizia, a servizio degli altri. Ricordando i nostri quattro fratelli che diciotto anni fa hanno perso la vita in mare – prosegue Fra’ Benedetto – si comprende come il lavoro diventi un dono. Ringraziamo questi fratelli che hanno donato la vita nel lavoro. Grazie a loro chiediamo al Signore di guarire il nostro cuore e di permettere anche a noi di santificare il lavoro con la nostra vita. Il mondo del lavoro ha tanto bisogno di Dio e di ritrovare la dignità che per tanti motivi a volte si perde”. L’auspicio e la preghiera: “Il Signore dia la consolazione ai familiari di questi quattro fratelli, li accolga nella sua pace eterna, perché anche loro al cospetto di Dio possano pregare per noi, per voi, per il mondo del lavoro, perché sia vissuto sempre nella dignità, come occasione di santificazione”.
La celebrazione è stata accompagnata dal Coro di S. Maria degli Angeli del Santuario N.S. di Lourdes.
All’evento, come sempre molto partecipato, erano presenti autorità civili e militari. Presenti PolFer, Carabineri, Guardia di Finanza, Marisuplog, Capitaneria di Porto. In rappresentanza dell’Amministrazione comunale era presente l’assessore Nino Carreri. Hanno partecipato, in buon numero, rappresentanti dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – sezioni di Messina e Villa San Giovanni.
A seguire, si è rinnovato il momento di raccoglimento intorno al monumento dedicato ai quattro marinai, posto nel piazzale della Stazione marittima.
Lì, ha portato il proprio saluto e il ringraziamento l’ing. Francesca De Santis, direttrice di RFI Navigazione, mentre il comandante Sebastiano Pino, da sempre “anima” della manifestazione, ha rievocato la figura dei quattro marinai, nel ricordo del loro sacrificio. Grazie a loro, adesso nello Stretto si naviga in maggior sicurezza.
Alle 17,45, al monumento dedicato ai quattro marinai, è stata deposta una corona d’alloro.
A seguire, ancora la lettura della Preghiera del Marinaio, cui ha fatto seguito l’intonazione del Silenzio dalla tromba di Giovanni Garreffa. “Quattru figghi du mari”, celebre poesia dell’indimenticata Maria Costa, dedicata ai marinai del Segesta, è stato letta con passione e trasporto dall’attore Gaetano Citto.
Alle 17,54, ora esatta dell’incidente, il momento di raccoglimento è culminato con il saluto più suggestivo: le navi presenti in banchina, con i loro ripetuti fischi, hanno rappresentato tutto l’affetto e la vicinanza che il mondo del mare possa dare, nel costante, perenne, rinnovo del ricordo per i quattro marinai.
Corrado Speziale
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