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SEL A MESSINA – Alla “festa” si è parlato di gay e coppie di fatto

Non era certo un’occasione da sprecare, nella quale attendersi di veder gettare le parole al vento.

Tenacia, coraggio, concretezza, lealtà, hanno caratterizzato il dibattito dal tema “Diritti delle coppie di fatto”, inserito nella fascia pomeridiana degli eventi nel terzo giorno della Festa Regionale di SEL, in corso di svolgimento a Messina, all’interno di Villa Mazzini, che si concluderà oggi domenica 11 settembre.

Al “workshop”, che ha avuto come moderatrice Giulia Zuccotti, giovane e promettente attivista di SEL, che all’interno della segreteria provinciale di Messina è responsabile del settore Diritti Sociali e Civili, hanno preso parte esponenti di primissimo piano dell’Arcigay, primo fra tutti il presidente nazionale, Paolo Patanè.

A fare gli onori di casa, naturalmente, ci  ha pensato Rosario Duca, segretario provinciale dell’associazione e “anima” di numerose iniziative che negli ultimi tempi hanno regalato una meritata ribalta all’universo gay a Messina e nel comprensorio di Milazzo.

Non a caso, Arcigay Messina, partecipa, per la prima volta, con un proprio spazio autonomo, all’interno di una kermesse politica: un gazebo, bene allestito con materiale conoscitivo e dimostrativo sulla prevenzione di malattie sessualmente trasmettibili, è infatti presente, quest’anno, alla Festa di SEL nella città dello Stretto.

Assieme a Patanè e Duca, hanno partecipato all’incontro i presidenti dell’Arcigay di Catania e Siracusa, rispettivamente Sandro Mangano e Giancarlo Riami, e Giovanni Calogero, responsabile del “Pegaso”, locale di successo della Playa  di Catania, punto di incontro e riferimento per coppie gay, considerata, in tale ambito, una delle migliori discoteche del Sud Italia.

Tanti i punti trattati con commenti e considerazioni fatte da ciascuno in base alle proprie esperienze nell’ambito delle attività svolte ed alle sfide intraprese ed affrontate in campo sociale e politico, sia a livello nazionale che territoriale.

Nell’introduzione, Giulia Zuccotti, manifesta subito il proprio disappunto per l’assenza di provvedimenti in Italia sulle unioni civili ed in particolare sull’infelice destino di una legge che doveva dare grandi speranze e certezze ad un settore discriminato come quello degli omosessuali: “Credo che la bocciatura della legge sull’omofobia sia una profonda vergogna per il nostro Stato” dice la Zuccotti, che riguardo al concetto di “diversità” la pensa così: “In Europa l’omosessualità è una realtà normalissima e la diversità non è un fattore negativo, bensì una fonte di ricchezza”.

Rosario Duca, non ritenendosi affatto pessimista, traccia subito il punto sulla situazione a livello locale: “A Messina, finalmente, possiamo parlare liberamente, non delle problematiche, che non è giusto definire tali, ma di diritti civili, perché lottare per la causa gay non è un problema ma un atto di civiltà”. Mostra, quindi, soddisfazioni per il lavoro svolto: ”Né a Messina, né in provincia, si parlava di riconoscimento dei diritti riguardo gay, lesbiche e trans. Allora, in questi ultimi due anni, ci siamo posti l’obiettivo di uscire allo scoperto, perché siamo convinti che rimanere ghettizzati dentro un circolo chiuso e non affrontare direttamente i problemi con la politica e con la società, non dia nessun frutto.

Così – prosegue Duca – dei risultati li abbiamo ottenuti, quantunque non ci soddisfino del tutto, perché, pur essendo sicuramente validi, sono ancora pochi dinnanzi al grande lavoro che c’è da fare”.

Uno degli argomenti è, ovviamente, il Registro delle coppie di fatto, di cui specifica i risultati raggiunti e quelli ancora da raggiungere: ”Ne abbiamo fatto richiesta in quasi tutti i comuni della la provincia, ed in qualcuno – è il caso di Milazzo – l’abbiamo ottenuto, mentre in tutti gli altri siamo pronti a discuterne.”

Ma l’argomento – novità, l’ultima sfida su cui il segretario messinese sta concentrando ultimamente i propri sforzi, è sicuramente quello che riguarda le discriminazioni omosessuali in ambito militare: “Un militare gay deve evitare, in tutti i modi, di manifestare la propria identità sessuale. In tal senso ho inviato richieste di incontro a Messina con le autorità militari. Con le forze armate – prosegue Duca – arriveremo ad un incontro, perché anche questo è un tabù che va eliminato”. E conclude con un pensiero su tutto il mondo dei gay, lesbiche e trans: “E’ una questione di libertà, di rispetto del pensiero libero. Io non posso essere libero se devo nascondere ciò che sono”.  
Il gestore del “Pegaso”, Giovanni Calogero, parla della discriminazione omosessuale, come “un problema di crisi di una società senza valori”, nonostante certi principi siano testualmente sanciti dalla Costituzione.

Parlando, poi di “bellezza, armonia e libertà” dice: ”Stiamo assistendo ad un imbarbarimento della società. Non bisogna guardare le persone in un’ottica sessista, ma considerarle semplicemente persone”.

Calogero accenna poi al ruolo aggregativo del proprio locale, descrivendolo, in base ai giudizi che avverte intorno a sé, come “un posto dove ti senti a tuo agio, libero di esprimerti nelle forme che credi più opportune in base a quello che sei”.

Sandro Mangano, presidente dell’Arcigay Catania, imprenditore di successo nel settore della pubblicità, parla dell’attività politica e sociale che l’associazione svolge nella città etnea, specificando, distintamente, in che direzione: “Nel dialogo con le istituzioni, ed in quello con le famiglie.

Noi crediamo nel principio della famiglia eterosessuale – sostiene Mangano – dove i figli possono essere etero o omosessuali, ed in quest’ultimo caso i ragazzi non vengono capiti ed a volte malmenati.

Apriamo, quindi, un dialogo con le famiglie che non accettano i propri figli gay.

Dall’altro lato – prosegue il presidente catanese – sosteniamo il concetto di famiglia intesa come coppia omosessuale, perché crediamo che due persone che stanno insieme siano comunque in comunione e quindi costituiscano una famiglia”.

Giancarlo Riami, presidente a Siracusa dal 15 maggio scorso, e più giovane fra tutti, racconta la durezza di certe realtà nella sua città, dove, sostiene, “l’omosessualità è ancora un tabù”.

Riami, nel corso dell’attività svolta nel proprio territorio, ha raccolto la disperazione di un ragazzo, protagonista di una storia agghiacciante: “Un padre – racconta il giovane presidente siracusano – ha picchiato il proprio figlio gay con un nervo di cavallo. E’ assurdo che ancora succedano queste cose.”

Il presidente nazionale Paolo Patanè, ha parlato, in particolare, dell’ultimo grande progetto messo a punto a livello nazionale: l’OSCAD – Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori, scaturito da un protocollo firmato con la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, istituto allo scopo di proteggere coloro che, a causa di discriminazioni per ragioni etniche o razziali, credo religioso, orientamento sessuale o handicap, vedono negato il sacrosanto diritto all’uguaglianza.

“E’ una importante realtà che raccoglie tanti enti ed associazioni”,  dice Patanè, il quale ritiene sia una giusta ricetta “incontrare la gente per fare rete”. E tra le possibilità, in considerazione del crescente fenomeno del “bullismo omofobico” prospetta quella di “entrare nelle scuole a parlare di discriminazioni tout court”. 

Auspica, poi, che “si costituisca una federazione tra tutte le comunità soggette a discriminazioni”, lanciando una interessante proposta al legislatore: redigere un Testo Unico sull’argomento.

E sempre a livello istituzionale, toccando un tema che ha accomunato tutti gli altri presenti al dibattito, Patanè propone un “Registro delle unioni civili supportato da un regolamento a livello nazionale, che abbia incidenze pratiche”. Ed in tal senso dimostra di aver concretamente avviato il proprio percorso: “Ho già avuto garanzie da Pisapia e De Magistris” dice il presidente dell’Arcigay, che pertanto attende buone notizie da Milano e Napoli.

A margine del dibattito, che, vista l’importanza dei temi trattati e la statura dei partecipanti, avrebbe meritato una platea ben più numerosa, Giulia Zuccotti, iscritta all’Arcigay in quota “etero” e, come tale, dentro la battaglia per l’ottenimento dei tanto agognati diritti degli omosessuali, ha espresso, a microfono spento, un desiderio dal carattere forte che coinvolgerebbe la propria città: “Mi piacerebbe vedere un Gay pride a Messina, molto colorato e gioioso”.

E non si ferma qui: “ Vorrei che nella mia città – dice la Zuccotti –  quanto prima, due persone dello stesso sesso possano scambiarsi, liberamente, un bacio per strada”.

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