Ma questo non è bastato. In 2000 hanno ricordato l’anniversario della morte di Sergio Ramelli. Fatto importante, l’aspetto unitario della manifestazione che ha visto diverse sigle commemorare il “caduto”. Un “Presente per Sergio” che è stato scandito in tante piezze d’Italia, sotto le targhe stradali che dedicano piazze e strade allo studente milanese, in raduni spontanei mentre le tre comunità militanti principali di Milano hanno organizzato, ne giorni scorsi,  un volantinaggio al Molinari, la scuola che Sergio frequentò fino a poche settimane prima dell’aggressione che gli costò la vita.

“Ai ragazzi che hanno oggi l’età di Sergio – hanno dettto gli autori del volantinaggio – vogliamo trasmettere la sua figura più vera: quella di militante politico divenuto martire dell’Idea”.

Al termine della Messa di ieri sera un corteo ordinato, silenzioso e composto si è spostato dalla piazza fino alla casa dove viveva Sergio Ramelli e dove il 13 marzo del 1975 venne sprangato a morte da un commando di estremisti di sinistra.

Il corteo si è aperto con le immagini portate a braccio, oltre a quella di Ramelli, di Enrico Pedenovi, l’altro militante di destra ucciso nel 1976 da esponenti di Avanguardia Operaia e Prima Linea, e Carlo Borsani, medaglia d’Oro al Valor Militare durante la Seconda Guerra Mondiale, fucilato a Piazzale Susa a Milano da un gruppo di partigiani il 29 aprile 1945.

Una corona di fiori è stata deposta davanti al murales di via Paladini, nei pressi della casa di Ramelli, e come tradizione la memoria dei martiri è stata onorata al triplice grido di “Presente!”