«Sono poesie traboccanti d’amore quelle di Silvana Sardina, anche se non sono poesie d’amore. Parole dietro le quali il lettore intravede la compagna, la madre, l’amica, la nonna, l’insegnante… insomma una donna che ama. Ama la vita stessa, l’umanità, le gioie che il mondo può dare con i suoi piccoli grandi miracoli.
E, in quanto donna, Silvana cavalca le generazioni portando vita anche làdove c’è un terreno arido. […] Nell’arco della sua esistenza la poetessa ha dato vita a un processo inverso a quello che si verifica usualmente, passando da una scarnificazione del verso a un eloquio più disinvolto − diremmo più estroverso. Alla fine o all’inizio, fra nascondini, scatole di bottoni, erba cedrina e rose canine Silvana sembra dirci: Non ho più rime da offrire “a chi da me s’aspetta versiâ€Â. E noi non le crediamo più.» (dalla Prefazione di Simonetta Genova)
Ed. La Zisa-Palermo, pp. 64, euro 6,90
Silvana Sardina è nata e vive a Palermo. Docente di Lettere in pensione, può oggi dedicarsi alle sue quattro grandi passioni: la cucina, il teatro, la scrittura e i nipoti. Nel 2004 è stata una delle dieci vincitrici del Concorso letterario bandito dal settimanale “Donna moderna†con il racconto Come un figlio.
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