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SINAGRA – La “vendita dei beni di famiglia”.

 

 

Lo slittamento del punto è scattato in quanto l’aggiunta dell’argomento all’odg, come ha fatto rilevare, il vicepresidente del consiglio comunale, Daniela Spanò, non è stato notificato nei termini.

La contestazioni sulle modalità di notificazione ha acceso la seduta, il vice presidente, accusata su più fronti, è stata irremovibile, ed alla fine l’aula ha scelto di non rischiare, rinviando il punto, di vedersi invalidare  le delibere adottate.

“E’ un argomento destinato ad incidere pesantemente sulle tasche dei sinagresi – dice la Spanò – la voglia di rinvio non è solo procedurale, ma simbolica ed importante, per far indurre a pensare, a riflettere, i miei colleghi e tutta l’amministrazione, su come e cosa andranno a deliberare. Non si può far cassa sulla pelle dei cittadini. Il comune potrebbe essere risparmioso e ponderato in tanti modi, con scelte politiche oculate.. a partire dall’evitare liti temerarie costose ed improduttive”.

L’aspetto politico del dibattito spesso – ma si è parlato anche di tanto altro – si è incentrato sul ruolo che sta vivendo Daniela Spanò nel contesto amminsitrativo-comunale, e non è mancato il confronto con il sindaco, mentre lei, il vicepresidente, ha ribadito dentro e fuori l’aula il suo ruolo di “consigliere”, ed il diritto ad esercitare il controlli sugli atti, sottolineando spesso che “muri di gomma” frenano quest’attività.

Il sindaco Enza Maccora, sull’argomento, ha difeso a spada tratta gli uffici, solidarizzando con i funzionari, che hanno sempre agito in maniera puntuale e corretta.

Quindi negando che ci sia stato ostruzionismo, men che mai ai danni della Spanò.

Anche se il vicepresidente del consiglio su quest’argomento la pensa in maniera diametralmente opposto.

Tornando ai lavori di ieri.

Il consiglio ha approvato la vendita dei principali beni del comune fatto salvo solo il “palazzo” della ragioneria, anche per l’azione sinergica dei consiglieri di minoranza che ritegono lo stabile, ideale per avere – vista la sua ubicazione –  molteplici utilizzi.

Sulla mancata vendita di tale immobile alla fine soddisfatti sia la Spanò che l’opposizione che ha votato anche contro la vendita del parco Merendino, ora svenduto, nonostante rientrasse tra le priorità del programma elettorale del sindaco in quanto “andava mantenuto e rilanciato”.

Salta al momento anche la vendita dei Pim perché, mancando la stima per ogni singolo lotto, vigeva solo quella complessiva, potrebbe venire meno la garanzia di imparzialità per i potenziali acquirenti.

Disco verde per la segreteria comunale associata con i comuni di San Fratello, Acquedolci, Ficarra e Sinagra.

Una determinazione che per essere operativa ora deve aspettare gli altri nulla-osta dei comuni che hanno aderito a questo patto.

Il consiglio sinagrese ha anche dibattuto l’interrogazione del gruppo consiliare”Uniti per crescere” sul decentramento dell’anagrafe nei locali dell’ex ufficio di collocamento.

Per i consiglieri Emanuele Giglia, Lorena Piazza, Gugliemo La Cava, Calogero Corica e Cono Costantino questo servizio doveva restare, per la sua stessa natura, nel palazzo comunale.

Questo gruppo politico – durante lo “scontro” sul rinvio della Tares dove Michele Pintabona e Antonino Carcione non sono stati teneri nei confronti della Spanò –  ha difeso e fatto proprie le ragioni del vicepresidente ,“minacciando”, se il punto non veniva rinviato, di abbandonare l’aula “perché: “quando si tratta di tassare i cittadini non lo si può fare senza avere studiato a fondo la materia”.

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