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SINAGRA – L’analisi del voto. Ha vinto chi sa parlare alla gente e chi c’è stato sempre tra la gente

I numeri possono essere impietosamente freddi, ma anche raccontare tanto. Così mentre la piazza rumoreggia ancora, non per protesta, ma per festeggiare il neo sindaco Nino Musca che si gode il suo magico momento, è tempo di spulciar, facendone l’analisi, quei voti. Certamente Carmelo Rizzo e Paola Radici – in accoppiata voluta – sono i grandi vincitori politici nel gruppo di “Lusto per Sinagra”, insieme ad un’ottima piazzata Marzia Mancuso, che assessore già designata, se l’è davvero conquistata quella poltrona. Tiene bene il gruppo consiliare legato a Agnello e Emanuele, mentre può già, ambire, ma questa è una nostra illazione alla seconda carica istituzionale, quella di presidente del consiglio, a pieno merito Maria Sinagra, anche se è assessore designata. Rizzo potrebbe essere un buon vicesindaco – ma anche questa è un’illazione giornalistica anticipante di 24 ore le decisioni dell’incontro di domani – Sul fronte Maccora, la debacle del sindaco è netta, dal centro alle sezioni periferiche. Una caporetto che condanna, a volte ingiustamente, tutti i suoi componenti consiliari. L’urna premia Gaudio, Pintabona, Fogliani e Saitta… e un motivo ci dovrà pur essere ed intanto l’ormai ex sindaco disertando la cerimonia del cambio delle consegne da un chiaro segnale sul futuro. 

 

 

 

Ma andiamo ai dettagli.

Enza Maccora  con 695 voti, è lontanissima dal nuovo sindaco Nino Musca che ha totalizzato 1162 voti.

Un trend costante – già dalle prime battute delle scrutinature che ad un certo punto aveva assunto dimensioni più eclatanti per assestarsi nel finale ma che resta ugualmente netto e pesante, che vede primeggiare Musca in tutte e tre sezioni, dilagante poi nella terza.

La Maccora non regge. Politicamente è  stata una diga che frana.

Un consenso che è mancato già da subito, e lo si è visto anche nei comizi, e che indica che qualche cosa, nonostante i suoi proclami assertivi, non ha funzionato e non solo sotto il profilo della comunicazione.

Complesso per non dir difficile ora da questi risultati  gestire posizioni elettorali credibili in vista delle prossime quanto imminenti Regionali.

Ma lei, lo ha dimostrato in passato, è osso duro, una fenice in grado di risorgere.

Se si confrontano i voti degli aventi diritto, poco più di 2.200 votanti, con quelli ottenuti dai due sindaci (la differenza con quelli delle liste è minimale), e questo dato si da tutto ad un’ipotetica terza lista – compresi i voti nulli e di chi non si è recato a votare –  anche qui si vede che, in questo panorama politico, non avrebbe avuto alcuna storia.

Poche speranze, come anche si evidenzia che è irrisorio il dato del voto disgiunto.

Insomma dando a Cesare quel che è di Cesare, Musca si gode pienamente la sua vittoria nel segno del cambiamento e del voto anti-Maccora.

 

 

Andando ai voti.

Nella  lista a sostegno di Musca,  Giovanni Bucale, con esperienza della macchina politico-amministrativa, in quanto assessore con Tino Scarso, puntava sui consensi trasversali guardando a quel mondo sportivo che frequenta e ben conosce. Incamera 142 voti. Può solo recriminare sulla mancanza di costruzione di un voto in abbinata che lo avrebbe fatto salire nella classifica interna della sua lista. Ma lui è fatto così.

Cono Alessandro Costantino che faceva parte dell’ ex opposizione politica, da sempre vicino a Leo Agnello, con Lidia Gaudio, hanno formato il drappello dei fedelissimi di Emanuele Giglia. Un  risulta sia di gruppo (391 voti) che da singoli 171 il primo 220 l’altra che testimonia che Emanuele ha giocato bene le sue carte, rimanendo un interlocutore politico credibile.

Leonardo Ioppolo ha accumulato 157 voti. Ha compattato amici e famiglia. Buono.

Guglielmo Lacava, anche lui proveniva dell’ex minoranza, ha avuto le risposte che si aspettava dal mondo dell’associazionismo cattolico locale (170)

Marzia Mancuso (202 preferenze), può considerarsi la positiva sorpresa della lista.

Ai suoi voti ha assommato quelli degli abbinamenti. Praticamente ha lavorato con lealtà e rispetto delle regole con tutti e per tutti. Premiata dal consenso dell’urna  rappresenta anche quel gruppo di “donne” che nella fase pre-elettorale aveva animato il confronto politico.

I voti presi le danno pieno titolo al quel ruolo di assessore designato che proprio Musca le aveva già dato.

Enzo Naciti, 154 voti, universitario, tra i più giovani in lista su entrambi i fronti, ha trovato i consensi tra i suoi coetanei, in quel mondo giovanile che l’ha spinto a candidarsi. Un buon punto di partenza.

Paola Tindara Radici, 277 voti, ha viaggiato in splendida condivisone con Camelo Rizzo (284).

Una macchina da guerra nella ricerca del consenso

E due parole per Carmelo Rizzo sono necessarie.

Già assessore e vice sindaco in precedenti amministrative, si era speso in prima persona durante la passata tornata elettorale. Fa politica da tempo, ed il tempo l’ha fatto maturare.

E’ tra i vincitori “morali” di quest’elezione. Cresciuto politicamente ha condotto le fasi più delicate della composizione della lista, poi ha dato senso di responsabilità a tanti durante le fasi, anche le più convulse, della campagna elettorale. Politicamente, ma anche sotto il profilo umano, è vicino all’onorevole Nino Germanà di Brolo, che ci ha messo in questa campagna elettorale faccia e passione. Vincendola anche per gli altri.

Per Rizzo, nella conta dei voti, ha giovato anche il “rapporto umano”.

Potrebbe essere un buon vicesindaco.

Ed infine Maria Sinagra, altro avvocato in lista; una professionista di grido, punta, si dice ad aprire studio anche a Roma.

334 voti, è stata la testa pensante, l’asse portante della futura amministrazione di Nino Musca.

Anche lei è già assessore designata ma potrebbe optare per una carica istituzionale ugualmente importante, quella della presidenza del consiglio, liberando un posto nell’esecutivo.

E andando alla lista Lista ValorizziAmo Sinagra che sosteneva il sindaco uscente.

Totò Gaudio – 151 voti – diventa con Pintabona (156),  la Saitta (150) e Alberto Musca i rappresentanti più votati della nuova opposizione.

Premiati per impegno ma sopratutto per il loro modo di esser e di fare che ha fatto la differenza.

Quarto candidato con risultato a tre cifre è la giovanissima Concetta Fogliani – tra i baby delle due liste – avrebbe goduto delle simpatie dei due Ioppolo e di Franchina. Ma alla fine ha dovuto far conto del naufragio della Maccora che ha fatto affondare tutta la lista.

 

Poi tutti gli altri.

Per loro non c’è storia, poco da dire, se non per alcuni constatare a qualche sfaldamento di nuclei familiari-politici che sembravano monolitici e granitici.

Insomma la mal gestione politica di questi cinque anni di “governo” Maccora li ha condannati.

Ora si vedrà come si avvieranno le fase dei riposizionamento politico. La ridefinizione degli assi politici, i rapporti con i big della politica nebroidea e provinciale in un habitat dove di posti al sole ve ne sono sempre meno e gli ambiti si sono ristretti, e dove ancora molti di questi sono da definirsi sotto vari aspetti.

Vedremo intanto cosa Musca farà e sopratutto come la Maccora deciderà di impostare la sua strategia dentro e fuori il consiglio comunale. E questo si vedrà dal primo consiglio comunale.

 

 

Ed intanto in piazza la musica non si cheta – a suonare ci sono di Discanto Siculo – e si odono applausi e risate…

Per Sinagra sembra la fine di un incubo politico, anzi l’inizio di una nuova storia come il cambio delle fioriere. Come quelle che intralciavano il marciapiede all’inizio del paese che ora sono state girate dal verso giusto e oltre all’estetica, che ci ha guadagnato, sono ora più funzionali e in sicurezza.

Un lavoro da poco che però, pare, non si era riusciti a fare fin’ora tanto che scherzosamente il Popolino li aveva chiamava i fiori ingessati.

Un gesto da poco che però la dice lunga sulla voglia di correggere le, per così dire, passate storture.

 

Redazione Scomunicando.it

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