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SINAGRA – Più differenziamo più costa?

Il punto dopo la nota presentata in comune da Daniela Spanò.

 

I cittadini di sinagresi sono tra i più bravi in Sicilia a differenziare i rifiuti tanto da guadagnarsi i primi posti nelle statistiche dei più virtuosi.

La loro bravura però, sembra non sia stata premiata in termini di risparmio economico. In poche parole l’impegno quotidiano non sarebbe corrisposto adeguatamente nella bolletta che continuerebbe ad essere alta.

A sollevare il problema, in un nota inviata al Comune, è stata la vice presidente del Consiglio comunale Daniela Spanò che chiede spiegazioni sul mancato risparmio a partire dal 2013 al oggi.

In ben quattro anni – dice la “presidentissima “ i cittadini non hanno avuto vantaggi apprezzabili malgrado l’impegno quotidiano.

Se si differenzia, così com’è giusto fare – continua la Spanò è poi altrettanto giusto avere i vantaggi. Certo non sarà annualmente molto ma se questo si somma negli anni il discorso cambia.

Se è vero che il Governo e la Regione continuano a tagliare fondi ai Comuni, i sindaci non sempre mettono il giusto impegno nell’ottimizzare i servizi e di conseguenza i risparmi.

La vice presidente non è certo nuova a questo tipo di battaglie, indipendente e in perfetta autonomia politica da anni, seppure giovane e alla prima esperienza amministrativa, non le ha certo mandate a dire in Consiglio comunale, combattendo spesso le sue battaglie in solitaria. Insomma una che l’opposizione l’ha fatta “dura e pura” e continua a farla senza fare sconti a nessuno.

Praticamente si è occupata di tutto. Un lavoro non facile spesso fatto di solleciti e messe in mora per avere i documenti necessarie ad espletare al meglio il suo mandato. L’ho sempre fatto per i cittadini – dice – perché è giusto e perché la democrazia nella comunità è principalmente garantita dalla presenza e la qualità dell’opposizione che non deve essere condizionata dalla politica ma deve rispondere ai bisogni immediati dei cittadini che spesso non chiedono la luna.

Il senso civico sinagrese andava premiato specie se guardiamo il quadro generale conclude. Quest’ultimo infatti non è molto edificante. Oggi in Italia la raccolta differenziata è al 40%. Se non mancano i casi virtuosi (1.300 municipi hanno già raggiunto l’obiettivo del 65%, spostato dal ministro Orlando a fine 2020 nell’ultimo collegato Ambiente), il quadro generale rimane negativo, con punte al Sud di poche unità (Messina per esempio è al 6%) e performance scarse nelle grandi città (solo sette centri con più di 200mila abitanti superano la soglia del 30%).

Un’elaborazione dell’associazione dei Comuni virtuosi sui dati 2011 dell’Arpa Veneto, per esempio, ha dimostrato come il costo medio del servizio per abitante nei comuni della regione con raccolta porta a porta sia di circa 102 euro, contro i quasi 180 dei municipi in cui si utilizzano i cassonetti stradali. Ma è realmente possibile risparmiare? Si dice Giorgio Del Ghingaro, primo cittadino di Capannori, il comune della lucchesia, 45mila abitanti che nel 2013 ha superato l’80% di raccolta differenziata. “Smaltire un chilo di rifiuti indifferenziati in discarica costa circa 2 euro, il doppio di quanto costa avviare al riciclo 1 chilo di rifiuti differenziati”.

E anche la riduzione, che può essere promossa con interventi spesso poco costosi, “dalle case dell’acqua alla vendita di prodotti alla spina, fino al recupero e riuso di arredamento ed elettrodomestici buttati a favore dei più bisognosi”, dà ottimi risultati: “In cinque anni abbiamo visto diminuire di un terzo i rifiuti e assunto 55 persone per il servizio di raccolta, senza nessun aumento di spesa per il cittadino”.

Enzo Caputo

Redazione Scomunicando.it

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