Un vero “santuario a cielo aperto” dove le pietre, come libri muti, raccontano ancora storie di Sole, Luna, Vita e Rinascita.
Tra archeologia pre‑cristiana, riti sciamanici e antica cultura sicula, l’altopiano dell’Argimusco, come da millenni, celebrara il solstizio d’estate, il momento in cui il sole “si ferma”, terminando la sua corsa verso nord per iniziare, da quel 21 giugno, il suo lento ritorno verso sud
Un rituale ancestrale
L’Argimusco, tra Nebrodi e Peloritani, a circa 1.200 m di quota sopra Montalbano Elicona, è tutto un mondo di roccioni di quarz arenaria dalla forma antropomorfa e zoomorfa: l’“Orante” (vergine in preghiera), l’Aquila, l’uomo, coppie falliche e vulvariche simbolo di vita, morte e fertilità. Già in epoche remote, queste rocce sembravano regolare il calendario, imponendo a popoli di sacerdoti, eroi locali e sciamani di “esserci”, in silenzio, all’alba del giorno più lungo dell’anno.
Studi recenti di astronomia culturale – tra cui quelli di Andrea Orlando – hanno evidenziato che alcune formazioni sono orientate agli equinozi e ai solstizi. L’Aquila e l’Orante sembrerebbero allineate a levata e tramonto del Sole nei giorni solstiziali, fungendo da “orologio di pietra” naturale e sacro.
Sebbene alcuni ritengano che l’erosione naturale abbia modellato queste forme, larga parte della comunità archeoastronomica sostiene la presenza di un intervento sapiente dell’uomo nella loro disposizione e selezione. È innegabile come il luogo emani tuttora un’aura mistica, richiamando chi crede nella magia pre-razionale, in contesti spirituali, meditativi, sciamanici.
Organizzati da associazioni come PFM ed Etna Experience, gruppi di esploratori, cultori della natura, appassionati di yoga, rituali al tamburo e famiglie accorrono all’alba del 21 giugno per vivere l’esperienza dell’“Orante” illuminata, dell’Aquila di pietra risvegliata dal Sole, e del rituale delle erbe, intrecciando cultura, esoterismo e turismo lento .
Un patrimonio da valorizzare
Il sito, definito con fascino “Stonehenge della Sicilia” o “Mirror of the Stars”, gode di un panorama mozzafiato: da un lato Etna e le Eolie, dall’altro le valli e le coste tirreniche. Nonostante non sia ancora giunto patrimonio UNESCO, forti sono le potenzialità di crescita, tra turismo culturale e valorizzazione scientifica .
Perché assistere al solstizio all’Argimusco?
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Connessione con millenni di credenze solarie: un rituale che affonda le sue radici nel Neolitico.
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Bellezza naturale e panorami sorprendenti: situato all’interno della Riserva di Malabotta.
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Esperienza esperienziale e spirituale: tra silenzio, meditazione, tamburi o offerte rituali.
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Ibridazione di escursionismo, cultura e scienza: passeggiate, osservazioni astronomiche e lezioni di archeoastronomia.
Dettagli utili
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Località: Altopiano dell’Argimusco (ME), tra Nebrodi e Peloritani, a quota 1.200 m
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Quando: 21 giugno, alba e pomeriggio per tramonto solstiziale
L’Argimusco è un luogo in cui il presente si fonde con l’antico, dove il rito del solstat (solstitio) rivive ogni anno sotto le prime luci del sole.