un’azione di distrazione di massa per evitare di rispondere alle precise richieste di Gaetano Scaffdi
Una risposta – il comunicato stampa di replica – che non c’entra l’obiettivo. Nessuno aveva discusso o criticato, in questa fase, quanto fatto dall’amministrazione locale per fronteggiare l’emergenza pandemica.
La risposta del sindaco è stato un’elencazione di attività, quasi “un’azione di distrazione di massa” per evitare di rispondere alle precise richieste di Gaetano Scaffidi racchiuse in tre punti – evidenziano i consiglieri firmatari della convocazione del consiglio comunale:
1) il numero di donazioni totali, con la rispettiva cifra di versamento, effettuate da privati cittadini o associazioni.
2) la cifra complessiva di tali donazioni.
3) l’utilizzo di tale somme, specificandone la finalità e gli atti amministrativi con i quali sono stati utilizzati.
Così stamani è stata protocollata, inviata al presidente del Consiglio comunale di Brolo, l’avvocato Mimmo Magistro, la richiesta convocazione del consiglio comunale ai sensi dell’art. 39, comma 2, del D.L.vo n. 267 del 2000
PREMESSO che a seguito dello scoppio della pandemia scaturita dalla trasmissione del virus denominato SARS-CoV-2, meglio conosciuto come Covid-19, il Comune di Brolo decise di creare un conto corrente postale dedicato alla raccolta di donazioni, da parte di privati cittadini e/o associazioni o imprese, destinate a coloro che in quel momento necessitavano di un aiuto per contrastare l’emergenza Coronavirus” e con delibera di giunta municipale n. 63 del 31.03.2020, proponente assessore ai servizi sociali Tindara Fioravanti, si stabilì di utilizzare le eventuali somme raccolte su questo conto corrente all’acquisto di beni di solidarietà alimentare o di prima necessità.
CONSIDERANDO che in data 28 aprile 2021, quindi dopo oltre un anno, il consigliere comunale Gaetano Scaffidi veniva contattato da un cittadino che aveva fatto, nell’aprile 2020, una cospicua donazione, il quale domandava allo stesso consigliere se avesse notizie di come fossero state spese le somme da egli donate al Comune, per aiutare le famiglie più bisognose e che nella stessa data, 28 aprile 2021, il consigliere comunale Scaffidi Gaetano indirizzava al responsabile dell’area finanziaria del Comune di brolo un’interrogazione nella quale chiedeva di conoscere :
1) il numero di donazioni totali, con la rispettiva cifra di versamento, effettuate da privati cittadini o associazioni. 2) la cifra complessiva di tali donazioni. 3) l’utilizzo di tale somme, specificandone la finalità e gli atti amministrativi con i quali sono stati utilizzati.
Nella loro proposta i consiglieri comunali d’opposizione evidenziano altresì che in data 20 maggio 2021 il responsabile dell’area finanziaria riscontrava la richiesta del consigliere Scaffidi affermando che relativamente al conto corrente dedicato all’emergenza covid-19 erano state effettuate N. 12 donazioni per un totale di 29.100,00 euro. E che a quella data, su quel conto corrente, non era stato effettuato alcun prelievo e che risulta agli scriventi veramente inconcepibile il fatto che, durante quello che a detta di tutti gli esperti viene considerato il peggior periodo (sociale, politico, economico) vissuto dall’Italia dalla fine della seconda guerra mondiale, l’amministrazione comunale non abbia ritenuto utile e necessario utilizzare ben 29.100,00 euro così altruisticamente donate da 12 generosi cittadini.
in attesa “di tempi peggiori”
Per loro si sarebbero potute utilizzare quelle somme in mille modi diversi, considerando i disagi enormi patiti, per ben 14 mesi, da imprese, liberi professionisti, artigiani e semplici cittadini, invece incredibilmente si è preferito lasciare quelle somme lì in attesa “di tempi peggiori” (cosi come incredibilmente dichiarato in un recente comunicato stampa dal gruppo di maggioranza).
Così i sottoscritti consiglieri comunali chiedono che il Sindaco e l’assessore ai servizi sociali diano i doverosi chiarimenti al consiglio comunale, massimo organo rappresentativo della collettività brolese, al fine di poter meglio valutare le azioni poste in essere dall’amministrazione comunale e chiedono anche che in sede di dibattito consiliare il Sindaco fornisca copia dell’estratto conto di tale C.C. comprensivo di tutte le eventuali movimentazioni.
La norma in oggetto prevede espressamente che “il presidente del Consiglio comunale o provinciale è tenuto a riunire il Consiglio in un termine non superiore ai venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri inserendo all’ordine del giorno le questioni richieste”.
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