Il Mito di ieri, la guerra di oggi, l’attualizzazione di Achille nella riscrittura del poema ad opera di Alessandro Baricco, in un suggestivo teatro greco, quello di Tindari, con una compagnia di attori, i suoi studenti, non professionisti ma tutti professionali, ci permette di rileggere un’opera spesso relegata solo ai ricordi delle “scuole medie”. Così, in un pomeriggio che volge al tramonto, a Tindari riscopriamo la classicità e l’emozione di un poema epico, senza divinità ma fatto di uomini, sentimenti, passioni. Grazie Stefano, regista della Terra di Patti, che dopo lustri ricalca da protagonista i teatri nazionali con un’importante tournèe, la sua Giocasta, – con la Vertova e Siravo – per quanto stai facendo e per l’entusiasmo verso l’arte recitativa che trasversi e coinvolge tutti i tuoi allievi.
Tindari. Fine di Maggio.
Fuori concorso da veri protagonisti di quest’edizione di TindariTeatroGiovani, i ragazzi del Liceo pattese diretti da Stefano Molica mettono in scena l’Iliade. Si tratta della rilettura e riscrittura del capolavoro di Omero, quello di Alessandro Baricco, con delle piccole varianti strutturali: non è più l’aedo a raccontare in modo distaccato le vicende dei tanti eroi, ma sono gli eroi stessi che raccontano in prima persona tutto ciò che hanno vissuto e patito durante la guerra; scompaiono del tutto le divinità per lasciare il campo agli uomini, veri protagonisti eroici delle vicende.
E Stefano Molica interviene, e fa suo un prospetto di dialoghi, scene, interventi. Taglia, cuce, riscrive, rigenera, attualizza, genera il pathos con le innovazioni e le sperimentazioni sceniche, con i commenti musicali e così l’’Opera… diventa la “Sua” Iliade.
A Tindari così un drappo diviene, arco, spada, corpo, infante, i movimenti corali diventano un tutt’uno con quanto il Teatro offre, l’arco, i vecchi ruderi.
Difficilmente quest’opera sarebbe adattabile ad altri luoghi e tutta l’impalcatura scenica è tipica della regia di Stefano Molica.
“Oh, se per sempre svanisse l’ira dal cuore degli uomini, lei che è capace di far impazzire anche i più saggi, scivolando nel loro animo con la dolcezza del miele e montando poi come fumo nella loro mente…”
Così con Stefano Molica riscopriamo, proprio a Tindari, un’opera moderna e accattivante, ancora oggi viva e attuale.
Riscoprire le tinte epiche ed assolute dell’Iliade di Omero lascia la vaga sensazione che tutto quello che è stato scritto successivamente, sia in qualche modo superfluo.
La passione, il coraggio, l’amicizia, l’amore, la rabbia, l’invidia, l’odio, l’orgoglio, l’onore, la compassione…nel celebre poema trovano spazio tutti gli ideali, i valori e le debolezze dell’uomo da millenni immutati, che guidano verso un destino feroce, travolgente, lasciando sul campo vincitori e vinti.
La storia ripercorre gli ultimi giorni della battaglia tra Achei e Troiani, uno scontro durato un decennio, dopo il rapimento di Elena.
Diventa storia del nostro oggi.
La battaglia, giocata come una sottile partita a scacchi, esalta le figure dei protagonisti, le loro vicende umane e un vivido raffronto con la morte.
L’Iliade celebra dunque l’ineluttabilità della guerra, strumento divino per dare corso a quello che è il destino degli uomini.
E in questo l’Iliade scopre la sua modernità: oggi, in un’epoca in cui la guerra è ancora riconosciuta come un male da evitare ma a volte necessario, ritroviamo le parole di Achille.
Il valoroso guerriero, a tratti riluttante alla guerra, sembra suggerire il tentativo di percorrere un’altra via per compiere il proprio destino.
E’ distante l’Achille di Molica dal Brad Pitt voluto da Wolfgang Petersen per il suo Troy.
Non sarà così e, travolto dall’ira, andrà consapevolmente incontro alla sua fine, rivelando un profondo amore e rispetto per la vita.
Un monito, un’eredità ancor oggi incompiuta, verso la pace.
E’ un Iliade semplice quella vista, spesso in un silenzio irreale, che ha coinvolto e commosso gli spettatori.
Tutto qui. Stefano Molica attualizza l’opera, che poi diventa – specchio dei tempi – virale.
Si allarga la sua nuova platea di utenti, si estende all’esercito sterminato dei consumatori di Facebook, di Messenger, dei fruitori del multi-taskink; si instaura ed irrompe nella rete attraverso video e post che vengono visti, ascoltati, cercati, trovati e che determinano altri spunti di riflessione.
Achille ruba la scena a tanti, ma Ulisse, Menelao, Ettore – che Molica vuole estremamente fragile nei suoi dubbi – Paride, lo stuolo di donne, tutte protagoniste, anche nel non essere ascoltate, come Cassandra, colpiscono al cuore, ben disegnati nei loro profili psicologici.
Infatti la prima delle attività di rielaborazione del testo è l’eliminazione delle divinità relegate al semplice ruolo di oggetto di venerazione da parte degli uomini.
E la scena non ne avverte le assenze. Sono proprio gli uomini a emergere nella loro tragica lotta feroce e spietata, crudele quanto vera.
Un’altra operazione è stata l’eliminazione della terza persona: viene così eliminato il cantore, sostituito dai monologhi dei protagonisti della vicenda di Ilio. Stefano Molica ci propone un lavoro attuale.
Iliade è un’opera che parla di GUERRA e di guerra sentiamo parlare ancora oggi.
Iliade è un’opera che parla di FORZA e POTERE e di forza e potere sentiamo parlare ancora oggi.
Iliade è un’opera che parla di UOMINI e di uomini dobbiamo parlare ancora oggi.
Iliade è un’opera che parla di EROI e di eroi dobbiamo riprendere a parlare.
Iliade è un’opera che parla delle CAUSE di una guerra e noi dobbiamo saper distinguere il mito dalla realtà.
Ecco, come quei drappi rossi, Molica oltre a raccontare i fatti contenuti nel poema prima e nel libro poi, racconta in uno spettacolo quel filo rosso della storia che collega il mito, l’epica e la narrazione al nostro presente: cambia il linguaggio, cambiano le modalità comunicative, cambiano le guerre, ma i temi che riguardano l’uomo sono destinati a non invecchiare mai.
E arrivano anche le note negative.
Uno spettacolo fatto da ragazzi per il gusto di farlo, di impegnarsi, di cimentarsi, non può non godere dei supporti tecnici necessari, a partire dall’amplificazione, dalle luci… se non si fosse fatto in fretta la notte avrebbe avvolto tutto.
E’ mortificante quando il mondo degli adulti si scontra con quello dei ragazzi che lo osservano e lo giudicano.
Ne esce perdente.
La scuola dovrebbe far fronte anche a questo quando le altre istituzione, avvolte nei dubbi amministrativi, latitano.
Anche mandar questi ragazzi, che amano il teatro, a seguire le Tragedie di Siracusa, un liceo siciliano ha priorità e facilità rispetto ad altri, sarebbe stato un premio importante – giusto e necessario – per questi giovani, oggi nelle vesti di “grandi”attori, e per il loro regista.
E tornando al regista: alcuni spunti sull’opera messa in scena li offre lui stesso nel suo dire:
“Siamo partiti dal testo di Alessandro Baricco che smonta e rimonta l’Iliade creando dei monologhi corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e al personaggio di un aedo che ci racconta, in chiusura, l’assedio e la caduta di Troia. La drammaturgia ha puntato a sua volta sulla scomposizione dei monologhi e sul ritorno al dialogo fra i personaggi.
In questa operazione di rilettura, Baricco “rinuncia” agli dei – notoriamente protagonisti, al pari degli umani, delle vicende legate alla guerra di Troia – e punta esclusivamente sulle figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della città assediata.
Tema nodale di questa sequenza di monologhi è naturalmente la guerra. La guerra come desiderio, destino, fascinazione, condanna. Il fascino che la violenza, tramite l’Epica e la ricerca della gloria, ha sempre esercitato sugli uomini e sui giovani in particolare.
La figura di Achille con il suo desiderio di essere ricordato ci pare particolarmente significativa e stimolante soprattutto in un contesto di Teatro Scuola. Per realizzare questa operazione, teatrale abbiamo attinto anche all’Odissea e a quelle Iliadi apocrife che dall’antichità sono “circolate” insieme al testo omerico.
Naturalmente il testo di Omero è stato il faro di questa ricerca. Ne risulta un “concertato” di voci che – pur nella fedeltà all’originale – rinnova e smuove la percezione delle vicende così come la tradizione scolastica ce le ha passate. Abbiamo cercato di far avvertire ai ragazzi e quindi al pubblico un intenso sapore di attualizzazione, riviviscenza, urgenza, anche morale e civile. Speriamo di esservi riusciti.
L’opera, per la quale c’era molto attesa – nè disattesa nè disillusa – è stata messa in scena dai ragazzi del liceo pattese.
Tutti bravi. Si sono impegnati tanto e questo successo premia anche i loro sacrifici”.
E gli applausi a fine spettacolo, sinceri, copiosi, convinti e scroscianti sono il suggello di un grande lavoro, di grande professionalità, di grande impegno.
Quello corale e di tutti.
L’ILIADE CHE ABBIAMO VISTO OGGI AL TEATRO GRECO DI TINDARI
Personaggi e Interpreti
Ulisse: Giuseppe Accordino
Ettore: Salvatore Martino
Achille: Gabriele Scaffidi Militone
Agamennone: Alberto Conti Gennaro
Paride: Salvatore Ruvolo
Menelao: Giuseppe Lembo
Elena: MariaTindara Ignazitto
Criseide: Virginia Salemi
La Nutrice: Melissa Merlo
Andromaca: Beatrice Barbitta
Cassandra: Corinne Arasi
Teti : Serena Svelti
Patroclo: Giuseppe Namio
Coro:
Anna Piazza
Chiara Pinzone
Giorgia Pinzone
Sharon Asia Ceraolo
Sergio Torre
Valentina Crifò
Aurora Armenio
Maria Giovanna Natoli
Ivana Arlotta
Anna Palino
Daniela Sangiorgio
Alessandra Raccuia
Benedetta Fazio
Alessandra Ippolito
Nermin Sayari
Bianca Sciacca
Bruna Pellicanò
Camilla Trimarchi
Chiara Nardi
Elisabetta Candido
Francesca Aricò
Jessica Lupica
Martina Rampulla
Silvia Cardaci
Maria Caroline Cozzo
Mirko Gullo
Direttrici di scena:
Elena lo Cicero
Manuela Lembo
Regia:
Stefano Molica
Docente referente:
prof.ssa Donatella Toscano
Docente collaboratore:
prof.ssa Giovanna Galante
Musiche:
1) Autore: Ramin Djawadi – “Game of Thrones Maintitle”
2) Autore: Ramin Djawadi – “The throne is mine”
3) Autore: Ramin Djawadi – “Mother of dragons”
4)Autore: Mark Isham – “The host of Seraphim”
5) Hans Zimmer – “Sorrow”
6) Howard Shore – “Gandalf’s Death”
Tante altre foto sulla pagina facebook del nostro giornale.
Chi è Stefano Molica
Regista ,autore, attore e insegnante, si forma all’università di Bologna dove si laurea in D.A.M.S.(Disclipline dell’Arte della Musica e dello Spettacolo) ,Corso di Teatro e Cinema. Nel 1994 fonda a Patti la Compagnia Teatro Instabile per la quale scrive dirige e interpreta cinque testi teatrali . Nel 1997 si trasferisce a Roma dove approfondisce il suo interesse per il Teatro lavorando con Paolo Gazzara , Giorgio Albertazzi, Massimo Venturiello e Eros Pagni . Dal 1996 al 2000 collabora alla direzione artistica di Tindari Estate .
E’assistente alla regia in “Aiace”da Sofocle,con regia di Paolo Gazzara; “Vento a Tindari” regia di Paolo Gazzara ; “Otello” di W.Shakespeare regia di Paolo Gazzara; “Alcesti”da Euripide e M.Yourcenaur regia di P.Gazzara.
Recita come attore in “Nigra Sum”di Beatrice Monroy , regia di W.Manfrè
Dal 2002 è docente e regista nei laboratori teatrali delle scuole superiori , medie ed elementari di Patti e del territorio . Gli spettacoli messi in scena con le scuole ( testi di Sartre , Shakespeare, Cocteau, Anouilh , Sofocle, Fo, Campanile, Camus, Simon , Baricco, Aristofane,Giraudoux) girano per l’Italia vincendo numerosi premi (Festival Teatro Scuola di Altomonte , Potenza, Sanremo ).
Contribuisce alla nascita e crescita della manifestazione di interesse nazionale“Tindari Teatro Giovani “ occupandosi della consulenza artistica e collaborando con l’organizzazione.
Nel 2003 fonda L’associazione Nuovi Teatri e inizia un’intensa attività laboratoriale attivando i Corsi di Teatro de “La Macchina dei Sogni “ con l’obiettivo di creare un movimento teatrale sul territorio.
Nel frattempo dirige per il Festival teatrale di Tindari Estate“Novecento “ Di A. Baricco con Camillo Grassi e “Scandinavia” di B. Joppolo .
Dal 2006 al 2009 insegna Regia , Storia del Cinema ed Estetica presso la R.U.F.A.(Rome University of Fine Arts).
Nell’agosto 2013 dirige Caterina Vertova e Luca Pincini in Giocasta di Dimitra Mitta per il Festival Teatrale di Tindari.
Nel gennaio 2014 dirige Renato Campese in Macbeth liberamente tratto da W. Shakespeare
Nell’aprile del 2015 scrive e dirige Giocasta Edipo, con Caterina Vertova e Edoardo Siravo. Spettacolo che andrà in tournee nazionale nella prossima estate.
E’ autore e regista di quindici cortometraggi.
Con la compagnia Nuovi Teatri , gruppo con cui collabora dal 1994 , dirige :
“Black out” , “Storie di una Notte d’inverno “e “ Nessuno è perfetto” di S. Molica,
“La Passione di Romeo e Giulietta” di Stefano Molica , da Shakespeare,
“L’uomo dal fiore in bocca” ,” Cecè” e “Il berretto a sonagli “ di L. Pirandello,
“Girotondo” di Stefano Molica, da Arthur Shnitzler;
“A piedi nudi nel Parco” ,”Andy e Norman “ ,”Rumors “ di Neil Simon,
“Insulti al pubblico” da Woody Allen e Peter Handke.
“Gli Spazi Bianchi” di Stefano Molica.
“Giocasta Edipo” di Stefano Molica.
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