Cronaca

STORIE – A Brolo la “Cooperativa Mimosa 80” fa quarant’anni

Una data, il primo luglio del 1980, che segnò la storia di quaranta ragazzi d’allora. Tra speranze, sogni, idee confuse, amori e matrimoni. Da “precari”  – per anni – a forza lavoro propositiva del Comune.

1980\2020

Due progetti, tante speranze, bei ricordi, amicizie ed aneddoti a go-go, mangiate, matrimoni, figli, progetti, amori, e ma anche storie di ostracismo, ed altre che oggi si chiamerebbero semplicemente mobbing, ma certamente tanto impegno, sorrisi e ottimismo.

Allocati nei primi tempi in posti improbabili quanto improponibili, mal pagati – il primo stipendio arrivò dopo dodici mesi di lavoro –  guardati male anche da chi, precario prima di loro si sentiva – arrogantemente – in possesso di chissà quale privilegio, poi passati in balia degli umori di amministratori inconsapevoli, alcuni;  di altri vigliacchi e insolenti buoni solo a voler consumare qualche vendetta politica;  o di alcuni semplicemente assenti, i “ragazzi della Mimosa ’80”-o meglio della Cooperativa -, nel tempo  hanno saputo dar risposte.

Assunsero e diedero dignità al lavoro loro affidato, conquistando sul campo il rispetto di tutti, ed oggi raccontano storie di dedizione agli incarichi avuti, di professionalità acquisite, di quarant’anni di onesto lavoro, passando da”precari” ad impiegati di ruolo ed in alcuni casi di dirigenti in carriera.

Molti sono rimasti a Brolo, altri si sono avvicinati a casa, qualcuno ha avuto l’opportunità e la fortuna di migrare in altri Enti. C’è chi ha fatto fatto carriera e chi si è costruito il rispetto di nuovi e vecchi colleghi e sopratutto della gente, con la correttezza e la coerenza.

Di quei ragazzi entrati al comune giovanissimi, in punta di piedi, prima per solo quattro mesi, molti già sono in pensione, altri, questo traguardo sono ad un passo dal varcarlo, i meno anziani anagraficamente aspettano che si maturino i crediti per andarci.

Dal riordino dell’archivio comunale, alla lettura dei contattori, dalle misurazioni dei metri quadri di stabili e garaces – questi i primi incarichi – i “giovani” della Cooperativa, in stragrande maggioranza di Brolo, ma anche di Messina, Gioiosa Marea e Piraino , hanno occupato, piano piano, i diversi uffici comunali, prima guardati con diffidenza, poi con rispetto, lavorando dall’area della viabilità, ai tributi, dal cimitero al turismo, ma anche ufficio tecnico, anagrafe, stato civile e protocollo e notifiche. Sono stati custodi delle aree sportive, impegnati nelle manifestazioni ludiche, all’asilo nido, alla biblioteca, ripulito spiagge e ville.

Da tempo, andati via gli impiegati storici, quelli di ruolo, come Traviglia, Marino, Scaffidi Mangialardo, Busacca, Saghes e Princiotta, questi “sempre giovani”dipendenti hanno assunto ruoli determinati e ora lasceranno il posto ai “nuovi precari” , quelli che dopo anni di “non ruolo” sono pronti a sostituirli.

La Cooperativa Mimosa Ottanta veniva fuori da un progetto politico più ampio. Tante cooperative, nel messinese, con similitudini evidenti in tutta l’isola, pensate per dare risposte  a quella nuova politiche che necessitava di clientele e di voti.

Un esercito di ventimila precari che divenne – specchio dei tempi – gioia e dolori di quei governi regionali.

A Brolo “la Mimosa” era nata nella segreteria politica dell’onorevole Nino Germanà, democristiano in ascesa, che da lì a poco sarebbe transita nel PRI di Gunnella e Spadolini, ma a dispetto di quel che filosofeggia sui “precari”  quelli di Brolo, ma sicuramente anche negli altri comuni, a distanza di tempo hanno dimostrato che la dignità del lavoro, chi vuole, può ottenerla e meritarsela.

Ecco la “Mimosa ’80” sotto quest’ aspetto è stata certamente un bell’esempio.

 

Redazione Scomunicando.it

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