Trovare motivazioni e giustificazioni grottesche ad un errore grossolano, da chi rappresenta ad ogni livello amministrativo la Cultura al Comune di Messina, fa indignare più dell’errore stesso.
Tra ironia – amara – ed un pizzico di cattiveria (che non guasta)
Giulio Carlo Argan, nel 1984, con l’errore sui falsi di Modigliani a Livorno, si giocò la reputazione per tutto il resto della sua vita.
Dentro l’epopea cui stiamo assistendo di Caravaggio a Messina, utilizzato come in questo caso in modo maldestro, superficiale, l’unica cosa confortante è che l’operazione valesse giusto un “brandy” tra amici al caminetto….da non confondere con il Brand (!!!), altisonante delega assessoriale, che invece cade a picco affondando in tristi acque come le teste di Modigliani!
Tuttavia, allora quella storia fece il giro del mondo e quei falsi acquistarono valore.
Qui, proprio non c’è che dire: povera Messina!
Non ci resta che un assessorato al Brandy!
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