– di Corrado Speziale –
“Liberi di essere”. Attraverso la festa, dimostrare di essere fieri di se stessi e lottare per i diritti di tutte e tutti, al di là di ogni orientamento sessuale e identità di genere.
“Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei che bacia me, Mon amour, amour, ma chi baci tu?”, canta Annalisa in uno dei tormentoni che in questo momento animano le serate in discoteca. Questo e tanti altri brani hanno caratterizzato il dj set itinerante, a bordo del Tir che guidava il popolo del Pride, a Messina, sabato pomeriggio.
Una festa per tutte e tutti, dunque, ma dietro i baci e i messaggi lanciati dalle drag queen, tra cui come sempre spiccava Doretta, e lo spettacolo di animatori e animatrici sul mezzo che apriva il corteo, non è mancato qualche cartello riportante temi d’attualità che oggi più che mai dividono l’Italia e il Parlamento: “Un Paese democratico riconosce i valori delle minoranze! Vogliamo ddl Zan, Gestazione per altri, Ius scholae, Fine vita”. Non è mancato neppure l’argomento più scottante del momento con implicazioni locali rispetto all’uso del territorio. Una sorta di “antipasto” per il mega corteo di sabato prossimo a Torre Faro: “Non saranno i ponti a unire l’Italia, ma l’amore”.
Rosario Duca, presidente Arcigay Makwan Messina, interpellato sul titolo della manifestazione: “Liberi sta per il plurale di liber, libera, liberum, ma non rappresenta un momento di festa, perché ancora il Pride non è una festa. Lo sarà quando non ci sarà più nessun diritto da rivendicare. Parliamo dei diritti LGBTQI+, di quelli dei migranti, dei lavoratori, delle donne, di chi non ha una casa. Del diritto collettivo di avere un ambiente sano. Non tolleriamo speculazioni sul nostro bellissimo contesto siciliano e italiano, nel nostro caso, di Messina.
Palmira Mancuso, del direttivo nazionale di Più Europa:
Tra coloro che hanno aperto il corteo, sorreggendo lo striscione, l’assessora alle Politiche sociali Alessandra Calafiore e la collega con delega alle Pari opportunità, Liana Cannata.
Sull’argomento, quanto alle aspettative della comunità LGBTQI+, abbiamo interpellato quest’ultima: “Da quando ci siamo insediati – ha detto l’assessora Cannata – abbiamo avviato un percorso affinché potessimo garantire pari opportunità all’interno di ogni settore della vita quotidiana. Per quanto possa fare un’Amministrazione comunale, abbiamo avviato in sinergia con tutte le realtà locali che si occupano di pari opportunità a 360 gradi, in particolare con Arcigay e sportello LGBTQI+, un dialogo costante e continuo per garantire pari opportunità a tutti coloro che si sentono discriminati”. Nello specifico: “L’attivazione, soprattutto nell’ambito lavorativo, delle cosiddette gender policy”. E a proposito di trascrizioni dei figli delle famiglie arcobaleno: “Ci stiamo occupando anche di questo”, ha promesso l’assessora.
A proposito di lavoro e discriminazioni, il commento del segretario provinciale della CGIL, Pietro Patti: “I diritti sono nel DNA della CGIL, sono di tutte le persone, non solo di una parte. Noi da poco abbiamo stilato un protocollo con Arcigay per difendere queste persone nei luoghi di lavoro, in quanto continuamente discriminate. A noi interessano l’intelligenza e il cuore delle persone, non certo come si vestono. Su questo tema la CGIL è in campo da tempo e ancora oggi siamo per i diritti di tutte le persone, a fianco della comunità LGBTQI+ affinché finiscano le discriminazioni sia nei luoghi di lavoro che per strada. I diritti sono fondamentali, la Costituzione sancisce il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione. La CGIL è oggi qui con tutte le sue componenti e categorie per stare a fianco di queste persone, soprattutto dei ragazzi che si avvicinano a questo mondo”.
Ragazzi, appunto. Su questo delicato argomento risalta la preziosa opera della psicologa Maria Catena Silvestri, tra le responsabili dello Sportello di consulenza legale e psicologica per soggetti e familiari LGBTQI+, in convenzione con Arcigay Messina. Il punto della situazione: “Devo riconoscere che rispetto al problema la città si è dimostrata più sensibile e più aperta. Anche in occasione di questa manifestazione – dice la psicologa – abbiamo trovato tante persone che ci hanno supportato e lasciato le porte aperte. Ma ne abbiamo trovato altrettante che ancora non riconoscono i diritti delle persone LGBTQI+.
Allo sportello, l’aspetto legale è curato dalle avvocate Serena Valentina Mormino e Annamaria Mormino. Il commento sull’attività: “Noi ci occupiamo di tutte le possibili richieste di cambio sesso e in questo senso il nostro Tribunale è avanti rispetto al resto d’Italia. Lo è stato già nel 2014 e lo è ancora oggi, venendo incontro a tutte le esigenze dei ragazzi che chiedono di cambiare sesso. Un altro importante aspetto che riguarda l’argomento legale è quello delle discriminazioni nel mondo del lavoro. Anche qui c’è stata una grande apertura. Siamo riuscite ad aprire uno sportello antidiscriminazione sul posto di lavoro presso la CGIL, la quale ci ha dato questa opportunità. Quindi, andiamo avanti anche sotto questo aspetto, cercando di creare le condizioni migliori per le persone LGBTQI+ affinché si riconoscano tutti i loro diritti nel mondo del lavoro”. Impegno e ottimismo: “Le esigenze sono tante, ma andremo avanti”.
La dimostrazione che dietro tanti colori e suoni, accompagnati da un’apparente spensieratezza, ad illuminare un pomeriggio di primavera sta innanzitutto l’impegno di chi si adopera realmente e quotidianamente per i diritti e l’uguaglianza tra le persone.
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