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TAORMINA ARTE – Grande lirica con la Turandot

Grande lirica a Taormina Arte con la regia e le scene di Enrico Castiglione, direttore artistico sezione Musica&Danza.
Turandot Kolossal in 3d: il teatro Antico si trasforma nella città proibita di Pechino. Il capolavoro di Puccini in scena 6 e 8 agosto in un nuovo allestimento con i costumi di Sonia Cammarata. Sul podio Fabio Mastrangelo, Orchestra Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Coro Lirico Francesco Cilea. Interpreti i soprani Francesca Patanè e Chiara Taigi, il tenore Dario Volontè, il basso Francesco Ellero D’Artegna.

Taormina, è il momento della grande lirica. La perla dello Jonio propone infatti al Teatro Antico una sensazionale Turandot multimediale in 3 D. Dopo il grande successo del Royal Ballet di Londra, il secondo evento offerto dalla sezione “Musica & Danza” di Taormina Arte è l’immancabile ed ormai tradizionale appuntamento con l’opera, che vede in programma (6 e 8 agosto, ore 21,30) un nuovo monumentale allestimento del capolavoro pucciniano.
Il Teatro Antico si trasformerà nella fiabesca “Città proibita” di Pechino, grazie alla scenografia costruita essenzialmente di immagini tridimensionali, realizzata all’insegna della tecnologica più avanzata: soluzione sperimentata nei maggiori teatri del mondo, e con esiti straordinari, dal regista e scenografo Enrico Castiglione, da quattro anni direttore artistico di Taoarte-Musica & Danza.
Così la scorsa estate, per mezzo delle proiezioni digitali in alta definizione impiegate per l’impianto scenico di Aida, le colonne greco-romane del sito archelogico si sono magicamente trasformate in quelle di templi e palazzi dell’antico Egitto.
Adesso è la volta dell’esotica Cina, ed Enrico Castiglione lancia una nuova sfida per superare le difficoltà degli spazi del luogo, sovrapponendo alle strutture del Teatro Antico la plastica visione in 3D del palazzo imperiale in cui “regna” l’algida Turandot, rispettando la collocazione del plot “al tempo delle favole”, come vuole il libretto scritto da Giuseppe Adami e Renato Simoni, liberamente basato su un soggetto di Carlo Gozzi. Una Turandot kolossal: oltre duecentocinquanta artisti agiranno sulla scena con i nuovi costumi creati da Sonia Cammarata e sulle coreografie di Rita Colosi.
Sul versante musicale viene proposta la tradizionale versione completata da Franco Alfano sugli abbozzi lasciati dallo stesso Puccini. Sul podio Fabio Mastrangelo a dirigere l’Orchestra Sinfonica del Teatro Vittorio Emanuele di Messina insieme al Coro Lirico Francesco Cilea. Sul palcoscenico un cast d’eccezione, come è ormai nella tradizione degli allestimenti firmati da Enrico Castiglione. Il soprano Francesca Patanè, una delle più accreditate interpreti del ruolo in campo mondiale, voce straordinaria, bellezza mozzafiato, è la “principessa di gelo” che il regista Enrico Castigliane farà apparire completamente nuda in tutto il suo fulgore provocatorio ed insieme ammaliante. Una visione che incatena il coraggioso e ardente principe Calaf, il tenore argentino Dario Volontè. Coprotagonista femminile è il soprano Chiara Taigi, che incarna la generosa e fedele Liù. Aldo Orsolini, Massimiliano Chiarolla e Leonardo Galeazzi interpretano i tre ministri Pang, Pong, Ping. Francesco Ellero D’Artegna è il vecchio Timur, Renato Cazzaniga l’imperatore Altoum e Antonio Barbagallo il Mandarino.
Previsto il tutto esaurito per le due rappresentazioni, che si annunciano insufficienti ad esaurire la forte richiesta di migliaia di appassionati che giungeranno a Taormina da ogni parte del mondo. Merito di una produzione di altissimo livello internazionale che colloca Taormina Arte tra le più attese stagioni liriche estive del Mediterraneo, come già dimostrato nelle precedenti edizioni con gli allestimenti di Medea, Tosca, Aida e Cavalleria rusticana. Una programmazione che, nell’arco dei quattro anni della direzione artistica di Enrico Castiglione, si è rivelata motore artistico e culturale per un forte richiamo turistico, mirato a promuovere la Sicilia, Taormina e il suo meraviglioso Teatro Antico, ormai conosciuto nel mondo come una sorta di Arena del Sud.

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