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TAORMINA ARTE – Sta sera primo atto per il progetto “Sicilia caput humanitatis”

Un progetto in esclusiva che racchiude in se due spettacoli: “Supplici a Portopalo” – “Terra promessa! Briganti e migranti” e un incontro dal titolo “La drammaturgia civile”.
Il trittico è legato ai temi dell’accoglienza, dell’incontro tra culture diverse e dell’emigrazione in un’isola, la Sicilia, che alla contaminazione tra i popoli deve la propria cultura, il suo straordinario patrimonio artistico e che rappresenta, ora più che mai, la terra-simbolo dell’incontro tra le genti.
Primo atto il 29 luglio, alle ore 21,30, nella suggestiva cornice del giardino pubblico di Taormina, Parco Duca di Cesarò, uno dei lavori più famosi dell’attore Vincenzo Pirrotta: “Supplici a Portopalo”, di Monica Centanni, per la regia di Gabriele Vacis.
Prendendo spunto da “Supplici” di Eschilo, il racconto teatrale si fa orazione civile e riflessione collettiva, utilizzando le parole del teatro antico per rappresentare un dramma di grande attualità, quello dell’immigrazione sulle coste siciliane. Il teatro, quindi, recupera la funzione originaria per cui fu inventato nell’Atene del V secolo a.C., agli albori dell’invenzione della democrazia e della politica.
Il giorno seguente, sabato 30 luglio alle ore 18, all’ombra delle palme del giardino di Palazzo Corvaja, che nel 1411 fu sede della prima riunione del parlamento siciliano, un incontro dal titolo “La drammaturgia civile” con Vincenzo Pirrotta, Gabriele Vacis, Marco Baliani, Monica Centanni, Maria Maglietta e Felice Cappa. Un’ occasione per discutere di teatro con i quattro scrittori più rappresentativi della drammaturgia civile contemporanea.
Domenica sera (31 luglio) alle ore 21,30, ritorno nei giardini del Parco Duca di Cesarò per la messa in scena di “Terra promessa! Briganti e migranti” di Marco Baliani e Felice Cappa, con Marco Baliani, Salvo Arena, Naike Anna Silipo, Aldo Ottobrino e Michele Sinisi.
Nell’anno dei festeggiamenti per il centocinquantenario dell’unità d’Italia approda a Taormina uno spettacolo che mette in discussione l’aura di romanticismo spesso legata ai movimenti di unificazione nazionale. In scena Marco Baliani, a ripercorrere gli eventi, a ricostruire le circostanze e a illuminare i luoghi che i protagonisti di quelle vicende hanno consegnato alla storia. Ad accompagnare le parole del narratore in scena, compariranno, su schermi sovrapposti, come apparizioni fantasmatiche, altri personaggi: un contadino, una popolana, un barone e un soldato piemontese, evocati dal narratore stesso, a comporre un mosaico di racconti fatto di voci e punti di vista differenti.

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