La Raffineria di Milazzo e San Filippo del Mela (Me) Sicily, è uno stabilimento dove si separa il petrolio greggio, che è una miscela di idrocarburi, soprattutto idrocarburi paraffinici a diverso peso molecolare, nei suoi componenti, e dove questi ultimi vengono trattati per ottenerne altri, che vanno da composti organici leggeri, quali il GPL (miscela di propano e butano con tracce di etano e pentano) a composti pesanti quali asfalti e simili.
•   Hydroskimming: distillazione topping + vacuum, reforming catalitico, desolforazione gasoli. Si realizza una bassa resa in prodotti leggeri e un’alta resa in olio combustibile.
•   Schema a conversione: a differenza delle raffinerie hydroskimming, le frazioni pesanti non vengono vendute come olio combustibile ma convertite termicamente o cataliticamente in frazioni più leggere. Le raffinerie di questo tipo sono più flessibili nel rispondere alle diverse richieste del mercato (stagionalitàdei prodotti).
•   Lube: in una raffineria Lube si producono principalmente basi per oli lubrificanti. I grezzi che sono impiegati devono essere a base paraffinica.
Quella di Milazzo e San Filippo del Mela è assimilabile all’Hydroskimming, ove si ha un’alta resa di olio combustibile (circa 1 milione di tonnellate ogni anno).
A tal punto ci si domanda dove va a finire tutto questo olio combustibile ?
Buona parte va direttamente ad alimentare la Centrale termoelettrica Edipower, tale supposizione è confermata dalla locations della Centrale, dall’oleodotto che collega i due stabilimenti, dalla tipologia degli impianti della Centrale stessa.
Se così è allora la strategia industriale è evidente, oltretutto si capisce come mai ad oggi non è stato possibile impiantare un sistema valido di monitoraggio e diffusione dei dati, per una corretta valutazione del fenomeno che coinvolge l’intera Valle del Mela, è evidente che un buon impianto di monitoraggio avrebbe compromesso il rapporto commerciale.
Nel corso degli anni la Raffineria ha subito una serie di modifiche tecnologiche e impiantistiche, fra le quali si segnalano:
-   Autorizzazione ad elevare la capacitàlavorativa a 20.400.000 t/anno di grezzo (1981);
-   Realizzazione impianto produzione zolfo liquido 1 e trattamento acque acide 1 (1984);
-   Realizzazione impianto Merox GPL 1 e isopentano (1987);
-   Realizzazione impianto desolforazione nafta e reforming catalitico (1988);
-   Realizzazione impianto desolforazione 1 (1990);
-   Razionalizzazione centrale termoelettrica (1991);
-   Realizzazione impianto MTBE (1992);
-   Realizzazione impianto Idroisomerizzazione (1995);
-   Realizzazione impianto Merox Kerosene (1993);
-   Realizzazione impianto “unicracker†per la lavorazione dei distillati pesanti, impianto
di produzione Idrogeno 1, OGA, SWS2 (1994);
-   Realizzazione impianto LC Fining, impianto produzione Idrogeno 2 e impianto recupero zolfo 2, SCOT 1 e 2 (1997);
-   Realizzazione impianto di desolforazione gasoli (2001), Merox GPL2, PSA;
-   Realizzazione impianto di desolforazione benzine da FCC (2005).
Tali composti hanno un cattivo odore ed essendo di natura acida risultano corrosivi e devono essere estratti per ottemperare alle specifiche commerciali dei prodotti.
Da qui la spiegazione dei miasmi che hanno invaso Milazzo ove molti alunni hanno accusato disturbi, come bruciore agli occhi ed alle vie respiratorie, poi abilmente tutto occultato.
I fumi dei forni di Raffineria derivano dalla combustione di olio combustibile e/o gas combustibile: tale mix di combustibili comporta una diversificazione della qualitàe quantitàdegli inquinanti contenuti nei fumi, in particolare in relazione al contenuto di zolfo. Altre emissioni in atmosfera comprendono H2S, NH3, BTX, CS2, Mercaptani e Metalli (principalmente Nickel e Vanadio) presenti nel particolato.
Per quanto concerne le emissioni di Gas Serra (CO2), la Raffineria è autorizzata e partecipa al sistema di Trading delle Emissioni vigente in ambito Comunitario.
In sintesi e conclusione, l’impianto è da considerarsi fortemente impattante in relazione alle emissioni in aria a causa:
•   del non rispetto dei limiti totali di emissione previsti nella prescrizioni contenute nel Decreto VIA del MATTM (prot. n°4906 del 24/5/2000), per gli NOx e le polveri totali;
•   del non rispetto della condizione specifica CA•   della situazione attuale dell’area dell’impianto, giàfortemente critica in relazione al rispetto degli SQA per gli ossidi di Zolfo.
Ma sulla Raffineria gravano numerosi Rischi ed i principali sono :
-RISCHI CONNESSI ALLA VARIAZIONE DEI MARGINI DI RAFFINAZIONE
-RISCHI CONNESSI ALL’ADOZIONE DEGLI INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS (IAS) /
-RISCHI CONNESSI ALLA NORMATIVA IN MATERIA AMBIENTALE
-RISCHI CONNESSI ALLA DISCIPLINA IN MATERIA DI EMISSION TRADING
-RISCHI CONNESSI AL MANCATO RINNOVO DEI CONTRATTI DI CONVENZIONAMENTO
-RISCHI CONNESSI ALL’INTEGRAZIONE INDUSTRIALE
-RISCHI CONNESSI ALL’OFFERTA GLOBALE
La complessitàdi tali Rischi certamente limita l’interesse del Gestore verso una politica di ambientalizzazione, riversando sul territorio forti criticità. In sintesi l’interesse industriale del Gestore, aggravato da complesse problematiche connesse ai Rischi di cui si sono indicati quelli principali, ma nello scenario è più ampio, diventa consistente l’ipotesi della:
“GRAVE INCOMPATIBILITA’ DELLA STRUTTURA NELL’ATTUALE TERRITORIOâ€Â.
Il Vice Presidente T.A.T.
Arch. Salvatore Crisafulli
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