Quando arriva a teatro nel tardo pomeriggio, tutti restano attoniti, … è lui… Il Maestro…
“Buonasera Patti”.
Si accomoda in quarta fila e guarda intorno, i suoi occhi castani sono sempre guizzanti: ” E’ bello qui.. Carino davvero”.
E quasi con un moto di stizza, ci indica la caviglia dolorante che lo costringe a tenere il bastone … Ma nessuno bada a questo nemmeno sulla scena: il suo arrivo ha già acceso una miracolosa aurora nella sera di pioggia e tuoni…
Tutti canticchiano sommessamente, la musica coinvolge tutti, dico tutti: è il miracolo del teatro avviene ancora! Il maestro vola tra Leopardi, Shakespeare, Dante, lettere d’amore e ricordi… e si rimane lì attoniti …quasi increduli di fronte alla sua forza attraente… La poesia travalica il tempo e la voce robusta del Maestro ne suggella il trionfo.
“I Geni copiano, i mediocri imitano…! recita il Maestro, scoprendo le storture del nostro tempo.
La gioa del Maestro per questa scoperta del teatro di Patti prosegue a cena: conosce molto bene Beniamino Joppolo.
Mi guarda spesso negli occhi, la sua intensità è troppa e non reggo il suo sguardo…
Il ricordo di Tindari è nitido e chiaro: recita i primi versi di Vento a Tindari “il teatro di Tindari mi è rimasto sempre impresso, ha stregato anche Quasimodo, il poeta italiano più greco in assoluto” “Maestro se vuol dire che ques’estate ritorna a Tindari, firmiamo adesso! ” e lui sorride compiaciuto, con un arrivederci presto, molto presto.
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