Lo spettacolo mette in scena il “furto di verità” che l’Italia ha subìto su un vicenda ridotta ormai a un garbuglio di menzogne
La rassegna si trasferirà poi nell’Area Iris con altri tre spettacoli: il ritorno di “Simposio” di e con Gaspare Balsamo, uno spazio per i più piccoli e “Vacanze romane”, scritto e diretto dalla messinese Nella Tirante
Come si legge nelle note di regia, «La “grande menzogna” è il furto di verità che il paese ha subito sulla morte di Paolo Borsellino, ridotta ormai a un garbuglio di menzogne, finti testimoni, amnesie, sorrisi furbi, processi viziati, infiniti silenzi e sfacciate, sfacciatissime menzogne».
«Il testo – continuano le note – non porta in scena la narrazione minuziosa del depistaggio, perché non vuole essere un’operazione di teatro pedagogico della memoria: è anzitutto un’invettiva. E protagonista ne è lui, Borsellino: raccontato non più – come cento volte si è fatto – nell’agonia e nella morte, ma nella condizione risolta di chi non c’è più. E vuol riepilogare le cose accadute, con il divertito distacco di chi è ormai oltre e altrove. Un Borsellino picaresco, sfrontato, rabbioso, lucido, imprevedibile, mai mesto. La sua invettiva non ha come obiettivo mafie e manovali mafiosi, bensì noi. Il buon pubblico dei vivi, dei giusti, degli addolorati, dei falsi penitenti, degli irrimediabili distratti. Alla banalità del male, la voce del giudice sostituisce la banalità del bene, la sua ovvietà, il comodo rifugio di chi inventa eroi ed eroismi per non accorgersi che della verità viene fatto scialo sotto i suoi occhi. “In questo paese fa comodo a tutti pensare che dietro la mafia ci sia solo mafia. Che le ombre sono solo macchie di luce. Che dopo ogni notte ritorna il giorno, e si porta via i pensieri storti, i sospetti, i silenzi…” dirà Borsellino, tra le ultime battute, in un dialogo immaginario con noi e con sua figlia Fiammetta. Finale aperto, restituito allo spettatore: “E voi che dite? Ce le facciamo bastare queste cose? Io sono morto, ma voi no. Tocca a voi decidere. Allora, che facciamo, ce la mettiamo una pietra sopra?”».
Il Festival proseguirà con tre spettacoli nell’Area Iris a Ganzirri. Il 16 agosto (ore 21) tornerà “Simposio”, il nuovissimo cunto di Gaspare Balsamo, che aveva inaugurato la rassegna messinese ottenendo un grandissimo successo. Il 17 agosto ci sarà un spazio per i più piccoli, fortemente voluto dal direttore artistico Roberto Zorn Bonaventura («Abbiamo avuto grandi richieste», spiega): “Upi pian pianino” con Monia Alfieri (anche regista) e Manuela Boncaldo sarà in scena alle ore 19. Infine, il 18 agosto (ore 21), conclusione con l’attesissimo “Vacanze romane”, scritto e diretto da Nella Tirante e interpretato da Giulia Eugeni e Matteo Berardinelli: protagonisti il cinema e il desiderio di pace.
Il Cortile Teatro Festival nasce da un’idea di Roberto Zorn Bonaventura (che è il direttore artistico), Giuseppe Giamboi e Stefano Barbagallo. Il Castello di Sancio Panza organizza il Festival con la collaborazione del ristorante ‘A Cucchiara, della Multisala Iris e con il sostegno di Latitudini, rete di drammaturgia siciliana, e di Caronte-Tourist. Grafica di Riccardo Bonaventura. Prenotazione obbligatoria al numero whatsapp 3487967879.
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