Il 9 febbraio, sul palco del teatro comunale “Beniamino Joppolo” sarà la volta del pattese Tindaro Granata, che mette in scena il suo “Antropolaroid”.
Brevemente la trama del lavoro:
Il figlio Tindaro Granata, nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato dal noto Signor Badalamenti di Patti.
Maria Casella nel 44 si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo al teatro Vittorio Emanuele di Messina, organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco.
La giovane si oppone al matrimonio e non riuscendo a convincere il padre tenta il suicidio ma l’amore per Tindaro la dissuade. Raggiunge il suo amante e scappano, commettendo la famosa “fuitina”.
Teodoro Granata nasce nell’agosto del 1947 dalla violenta relazione tra Tindaro e Maria, diventato adulto, stanco del comportamento aggressivo del padre, emigra in Svizzera; torna in Sicilia dopo due anni e sposa Antonietta Lembo.
Tindaro Granata nasce nel settembre del 78.
Vive tutto il periodo della sua infanzia con la bisnonna Carmena e con i nonni Tindaro e Maria.
Diventato adulto parte per il servizio militare e si imbarca per due anni su Nave Spica, lì incontra il nipote di Badalamenti diventato ufficiale di marina col quale fa amicizia. Il giovane Badalamenti si suicida dopo che il padre viene indagato per delitti di Mafia.
Tindaro congedato, dopo due mesi approda a Roma per diventare un attore.
Le motoivazione del mettere in scena il lavoto le spiega lo stesso autore:
Io voglio mettere in scena Antropolaroid per diversi motivi, ne elenco alcuni .
Per esempio: Questo mondo che i miei nonni mi hanno raccontato non voglio che vada perso. Ho perso da poco “loro” e questo lavoro è una forma di ringraziamento per tutto l’amore che mi hanno dato. E poi voglio che il mio teatro nasca dalle mie radici e dalla realtà in cui vivo, e si nutra di esseri umani.
Continuando l’attore pattese dice: Ho trent’anni e in questo momento storico mi sento senza radici, senza casa, senza lavoro e sono convinto che questo disagio, comune alla maggior parte dei miei coetanei, possa essere superato agendo nel presente con il coraggio di mostrarsi senza maschere e con la fedeltà ai propri valori .
Quindi conclude: Voglio partire da una tecnica antica come quella del “Cunto” per mischiare leggende e realtà, reinventandola, per riuscire a “trasmetterla” a coloro che non l’hanno mai conosciuta.
Lo spettacolo nasce dalla mia esigenza di sviluppare e rielaborare la tradizione del “Cunto”, a me trasmessa inconsapevolmente dai miei nonni, entrambi analfabeti.
Allontanandomi dal modello originario di tradizione orale, riscrivo e reinterpreto il passato della mia famiglia intrecciandolo ad episodi di cronaca avvenuti nel mio paese di nascita, con l’obiettivo di raccontare agli spettatori una storia necessaria e commovente.
L’intento è quello di appropriarmi del “Cunto” non attraverso lo studio delle tecniche che in questi anni sono state recuperate e utilizzate da diversi artisti, ma in maniera istintiva, proprio come i miei antenati avevano fatto prima di me. E’ importante sottolineare che i “Cunti” in questione sono frutto di un’elaborazione artistica, ma riportati allo spettatore esattamente come a me vennero raccontati.
Li ho istintivamente memorizzati nel mio letto, come si memorizzano le favole della buonanotte, riportati dai miei nonni non consapevoli di utilizzare una tecnica antica, ma con il solo scopo di farmi addormentare o per dimenticare, per un’ora, la loro solitudine. Perciò, come tutte le favole, anche i cunti della mia Antropolaroid sono inquieti e servono ad esorcizzare le mie paure. Lo spettacolo, quindi, non ha l’obiettivo di recuperare una tradizione, ma di carpire il segreto del racconto stesso, come parte di un codice comune, di un DNA propriamente siciliano che si trasmette di nonno in nipote comunque e nonostante che il teatro contemporaneo se ne sia impossessato per trasformarlo in un’ arte colta. Antropolaroid , nella sua resa, resta un racconto grezzo e popolare.
La metodologia di lavoro che voglio utilizzare è partire dai racconti veri dei parenti, dai segreti di famiglia, di una terra sottoposta all’incessante controllo dei “Signori”, dai desideri di emancipazione, e costruire uno spettacolo di poesia popolare, dove personaggi e voci, creati e portati in scena esclusivamente con l’aiuto del mio corpo, senza artifici scenografici, si alternino, si sommino, si rispondano, come legati da un comune cordone ombelicale.
Su You Tube potete vedere il trailer dello spettacolo cliccando: Antropolaroid di Tindaro Granata
15 MARZO
“LI TURCHI” DI PIPPO MARCHESE
REGIA STEFANO MOLLICA
COMPAGNIA IL CARRO DI TESPI
21 MARZO
CONCERTO DI LUCA PINCINI E GILDA BUTTA’
VIOLONCELLO E PIANOFORTE DAL “CLASSICO AL CINEMA”
19 APRILE
“IL MIO COPPI” DI ALBE ROS
REGIA MAURIZIO PANICI
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26 APRILE
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COREOGRAFIE DI PATRIZIA BELLITTI
COMPAGNIA NUOVI TEATRI E CONTEMPODANZA
3 MAGGIO
“FUMO NEGLI OCCHI” REGIA PEPPINO BISAGNI
COMMEDIA IN TRE ATTI DI FAELE E ROMANO
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Foto copertina:ring.it/cinema
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