“Il mio nome è Caino perché la prima persona che ho fatto ammazzare era come un fratello per me”
Al Teatro Savio, lunghi applausi per Ninni Bruschetta e Cettina Donato ne “Il mio nome è Caino” per la regia di Laura Giacobbe, un nuovo adattamento di Bruschetta che nel 2003 aveva già messo in scena una precedente versione del testo, con diverso cast ed in qualità di regista. Lo spettacolo è ispirato all’omonimo romanzo di Claudio Fava, presente in sala alla prima, ed è prodotto da Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri.
Note di regia -di Laura Giacobbe
“Caino è il killer di mafia che al comando ha preferito l’amministrazione rigorosa della morte, qualcosa che somiglia a un mestiere ma che è anche una impietosa chiave di lettura dell’universo mafioso e delle sue opache propaggini, un personaggio fuori dalla cronaca, costruito interamente all’interno della coscienza.
Un “pensiero fuori posto” muove il suo racconto, assoluto, spietato, estremo, senza margini di riscatto. Fuori posto è anche il suo raccontare, a tratti straniato dalla vertigine dell’azione, oppure ingoiato dalla musica che lo sostiene, che improvvisa e improvvisando spinge Caino a cercare ancora un altro tono, un altro modo per dire, fuori tempo massimo, quando è troppo tardi per raccontare e tutto suona come una dolente deposizione resa a se stessi” -Laura Giacobbe
“In poco più di dieci anni ho messo in scena quattro titoli di Claudio Fava, in qualità di regista. Tutti testi di impegno civile, narrazioni di fatti o avvenimenti realmente accaduti o interpretati secondo una logica di verità. Poi ho deciso di portare in scena “Il mio nome è Caino” interpretandolo in prima persona perché in questo racconto di fantasia e realtà, mirabilmente mischiate, credo che si esprima, in tutta la sua forza, la poetica dello scrittore ma anche del testimone. Un testimone diretto e anche vittima della furibonda guerra di mafia siciliana, che in questo testo mette a frutto questa testimonianza per saltare al di là della staccionata e proiettarsi nella mente di un killer. E se prima ne interpreta il maleficio e la follia, poi riesce a riconoscere in lui anche una normalità, una formazione, una cultura e persino un mestiere. Usa la sua contorta morale per avvicinarci al pensiero del male che, in ogni caso, non figura così distante da noi. Affrontare questo testo da attore mi è sembrato necessario proprio perché esso richiede all’interprete la più rigorosa “sospensione del giudizio” per poterne restituire la crudeltà, la freddezza e persino l’ironia. E ancora di più perché questo personaggio ha una sua normale, direi naturale umanità, la sua mente viziata ha una folle ma sorprendente sensibilità e mostra il lato più debole del male, finendo di fatto per decretarne la sconfitta”.
“Il mio nome è Caino” di Claudio Fava Nuovo adattamento di Ninni Bruschetta Produzione: Nutrimenti Terrestri Con Ninni Bruschetta e Cettina Donato al pianoforte Regia: Laura Giacobbe Allestimento: Mariella Bellantone -Costumi: Cinzia Preitano -Disegno Luci: Renzo Di Chio -Sound Designer: Patrick Fisichella – Illustrazione: Antonella Arrigo -Progetto grafico: Riccardo Bonaventura Foto: Giuseppe Contarini
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