Attualita

TEATRO, MUSICA & TERRITORIO – A Messina andato in scena il brillante “viaggio” di Max Paiella

– di Corrado Speziale –

“Il Territorio va in scena! – Storie di teatro, il teatro delle storie” è stato il titolo dello spettacolo di Max Paiella, prodotto da Nutrimenti Terrestri,inserito nel cartellone del Cortile Teatro Festival, che venerdì sera ha entusiasmato il pubblico nello spazio del Museo Regionale di Messina. L’attore – musicista romano, accompagnato dal polistrumentista Flavio Cangialosi, ha raccontato brillantemente, con recitazione e musica, l’Italia dagli anni Sessanta ad oggi, e non solo, in un viaggio interessante e ironico, con caricature e sillogismi spesso esilaranti, esplorando vari “universi” rispetto ai temi. La specificità del territorio di Messina e dello Stretto: “Energetico, pieno di cose interessanti…Le sue correnti sono più forti di quelle del Pd…” I suoi miti, tra storia, arte e leggenda: Antonello, Colapesce, Scilla e Cariddi… Il Ponte: “Un oggetto di fantasia. Creerà mashup culinari come l’arancino al capocollo e il cannolo alla ‘nduja…!” La bellissima dedica alla città: “Canta canta la mattina, canta, canta qui a Messina…

 

Un autobus, il numero “69” per l’esattezza, percorre il centro storico di Roma, e tra le tante vicissitudini dei suoi passeggeri che si alternano, diventa filo conduttore di un viaggio nello spazio e nel tempo che incrocia le caratteristiche e le abitudini degli italiani. Uno spaccato denso di simpatia e cura dei dettagli, balzando da un argomento all’altro tra storie, gag, aneddoti, musica e canzoni. Ma soprattutto, la rappresentazione del “Territorio”, mandato in scena da Max Paiella, attraverso “Storie di teatro, il teatro delle storie”, è stata una disamina attenta, brillante, leggera e allo stesso tempo arguta, rappresentata in chiave satirica, del costume e della società italiana, anche proiettata nel mondo: una fotografia dei nostri tempi come poche se ne vedono sui palcoscenici. Il tutto, raccontato partendo dalla trasformazione della società negli anni Sessanta, col boom economico e l’avanzare del cemento, verso un sogno molto spesso tradito: “C’era una casa molto carina, molto alto il prezzo, una rapina…”

L’evento, prodotto da Nutrimenti Terrestri, inserito nel cartellone del Cortile Teatro Festival sotto la direzione artistica di Roberto Zorn Bonaventura, è andato in scena domenica sera, nello spazio del Museo Regionale di Messina dinnanzi ad un pubblico entusiasta, desideroso d’assistere allo show dell’artista noto, tra l’altro, per la sua partecipazione alla coinvolgente trasmissione radiofonica “Il Ruggito del Coniglio” di Rai Radio 2.

Max Paiella si è espresso musicalmente con la sua chitarra, mentre Flavio Cangialosi ha magnificamente alternato contrabbasso, tastiere, diamonica e cajón, facendo all’occasione da controvoce.  

Lo Stretto di Messina, la Sicilia: punto di partenza, Antonello da Messina, la Crocifissione, la grandezza del sacrificio che fa riflettere sulla condizione dell’uomo. Subito, il riferimento più atteso in “un viaggio di fantasia”. Un “ponte alto in una zona mitica dall’equilibrio precario”. L’accostamento col capolavoro di Antonello: “Vedo il Ponte come una specie di Crocifissione, con la differenza che sopra di esso il Cristo non c’è, ed è costretto a rimanere in piedi, nonostante tutto”. La solidarietà a Colapesce: “Siamo sicuri che riuscirebbe a proseguire nell’ingrato compito di sorreggere un’isola così grande?”. Le caratteristiche tecniche: “Sarà costretto ad oscillare come un nastro da ginnastica ritmica, una specie di montagna russa che deve unire due regioni così diverse”. Gli effetti:“Creerà nuovi mashup culinari come l’arancino al capocollo e il cannolo alla ‘nduja…!” Il sogno: “Scilla il giorno dell’inaugurazione si scaglierà contro, mentre Cariddi ingoierà tutto il tratto di mare bonificandolo dalla grande opera, da auto inquinanti, plastiche sottili, politici corrotti e opinionisti. I soldi verranno usati invece per migliorare le navi, le strade, le scuole, gli ospedali”.

Dalle “sirene” dello Stretto, passando da quelle di Roma a quelle francesi, il passo è breve: “Tutto il mondo è paese”. Rispetto alle improbabili tentazioni di funivie e piste da sci nella Capitale, quelle d’Oltralpe hanno invece offerto gli accordi a Morricone: “Se telefonando” è un format che apre a mille possibilità.

Non solo Italia: tristezza e malinconia, tipiche delle case degli italiani di una volta, vanno in scena attingendo simpaticamente dal Brasile, a ritmo di Bossa nova: “Buongiorno con rispetto…son l’ultimo goccio di amaretto…”. Andato a male, s’intende, mentre il nonno mescolava l’Idrolitina a ritmo di danza tribale. Ed è subito tempo di parodie: “Quando il sole sorgerà…sarà pronto il polpettone!” avrebbe cantato Al Bano. Dopodiché, avanti con la partecipazione del pubblico, preparato sugli standard degli anni Sessanta, ma silenzioso sulle canzoni di oggi. L’anonimato degli anni Ottanta, privi di autenticità: “Anni Sessanta vent’anni dopo, pastorizzati!”. Fanno da esempio i calzoni marca lovis e piumino monbluff: “Ero quasi un paninaro… ma nella bocca tanto amaro”.

Roma in sé è paradigma tanto del boom quanto delle cocenti delusioni per i sogni svaniti alla ricerca della casa della vita. “Ti sentivi proprio un gran fesso, avevi fatto il compromesso. Eri nei guai, davvero, davvero, ed il tuo conto era sottozero”. Per il resto, all’interno dominavano sempre tristesse: “Buon giorno da un vero oggetto, sono un centrino all’uncinetto…”, quelli fatti dalla zia zitella! Il pubblico ride a crepapelle.

Sull’abbandono delle campagne e la conquista delle città, soggette ad una cementificazione “virale”, l’artista compie un tour divertentissimo con vari slang, tra Puglia, Basilicata, Marche e Calabria.

Ancora anni Sessanta, con il sentimento patrio e i desideri dell’italiano: “La Fiat 500? La villetta al mare? La morte della suocera? No, desiderava la svedese! Un miraggio per l’italiano pieno d’ormoni”. E vai con gli Abba! “Fernando”, promesso sposo a Rosalia, andò in Svezia e non tornò mai più”.

A proposito di musica, Paiella, accompagnato egregiamente da Cangialosi, riflette sulla nascita di quella dei Led Zeppelin. Scoperta: nasce nel bacino del Mediterraneo! “Stairway to heaven” in neomelodico napoletano, ne svelerà le origini, dinnanzi a una platea a dir poco divertita.

Lamenti di ieri e di oggi: sul fatidico autobus, una ragazza moldava col violino in spalla induce al mantra: “Queste ci rubano il lavoro”. Discussione che declinerà nientemeno che sugli U2 e Baglioni. Ma sarà il “lamento” di Achille Lauro che si alternerà a Orietta Berti in un “teatro della disperazione” a far registrare applausi e risate a più non posso.

A seguire, l’improvvisazione con brani richiesti dal pubblico su tre accordi dall’adattamento infinito: “Oh, mare nero…”, per l’inquinamento e la plastica, in versione rap; Generale… “è l’assicurazione che m’ha rubato i soldi con lacrime sulla mia pelle…”.

Ma la svolta avverrà su tre ragazze che daranno ispirazione sull’importanza degli italiani nel mondo. Lady Gaga origina dal marranzano: “Ma ha avuto Naso ed è andata in America!” Il simbolo delle “corna” ai concerti? “Proviene dall’Abruzzo”. Il cantante degli Aerosmith, Steven Tyler Tallarico è originario della Sila crotonese. L’eco con gli effetti dell’urlo “aspirato” in calabrese, mentre il ragazzo si esercitava in bagno, colto dal padre, sarà un passaggio dello spettacolo, geniale, esilarante, che difficilmente si dimenticherà.

Quanto alle origini, non poteva mancare il jazz, protagonista il trapanese “Nik” La Rocca. Altra storia è quella del tamburino di Garibaldi, Giovanni “John” Martini, approdato in America e sopravvissuto, nientemeno, che alla disfatta di Little Bighorn, “graziato” dagli indiani di Toro Seduto.

Alla fine, il risveglio dall’autobus “69”. Era un sogno. Max Paiella concluderà con un omaggio alla città, in cui interpreta se stesso: “Canta, canta la mattina, canta, canta qui a Messina…”. Il saluto: “Questo posto è un grande patrimonio, pieno d’energia, il vulcano, lo Stretto…tenetelo caro perché è eccezionale”.

Prima di lasciare il palco, i ringraziamenti a Maurizio Puglisi, produttore per Nutrimenti Terrestri di questo spettacolo il cui gradimento è da considerare tra i più alti dell’estate messinese 2021.

Redazione Scomunicando.it

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