Festeggiato l’arrivo del nuovo anno con Rossini, Gershwin, Ravel, Strauss e qualche simpatica sorpresa, nell’interpretazione dell’Orchestra del Teatro, ottimamente diretta da Marco Alibrando, che ha replicato il successo dello scorso anno. Solista d’eccezione, la straordinaria pianista di origine pattese, Gilda Buttà. Scelto un repertorio per certi versi fuori dagli schemi, molto apprezzato dal pubblico che ha gremito il teatro. L’augurio del direttore artistico, Giovanni Renzo: “Chiediamo al nuovo anno un po’ di serenità per poter lavorare e programmare ancora belle iniziative, così come abbiamo fatto in questo anno e mezzo”. Gilda Buttà: “Stasera è stato dimostrato che la vita musicale degli artisti ruota a 360 gradi. Il mio luogo di lavoro è ogni palcoscenico della Terra…”
Secondo anno per il Concerto di Capodanno in cartellone fuori abbonamento con la rinnovata struttura del Teatro, e secondo successo al “Vittorio Emanuele”. Lo testimoniano i fatti: teatro sold out; ottima prestazione dell’Orchestra la cui direzione è stata ancora affidata a Marco Alibrando, dentro un repertorio completo e variegato; la soddisfazione che traspariva dai volti e dai commenti del pubblico, specchio di una città che ha voglia di cultura e di cambiamento.
Il piglio artistico dell’orchestra, ormai avvezza alle novità, si avvertiva tutto. Solo così, il direttore artistico della sezione musicale del “Vittorio Emanuele”, Giovanni Renzo, ha potuto, anche stavolta, predisporre un repertorio d’eccezione, con spunti e adattamenti particolari, risultato molto gradito al pubblico che ha riservato lunghi applausi ai protagonisti.
Il giovane maestro Marco Alibrando, ha così replicato il successo dello scorso anno. Per lui, fiducia rinnovata per il capodanno e attese abbondantemente rispettate.
Ma soprattutto c’era lei, la regina della serata: Gilda Buttà, pianista originaria di Patti ma cittadina del mondo, enfant prodige prima, artista di fama internazionale adesso, su tutti i fronti, tanto da costruirsi un profilo straordinario. Lei non ama troppo la celebrità, né le “etichette” che le vengono incollate addosso, tipo quella di essere considerata esclusivamente “la pianista di Morricone”, con il quale condivide esperienze da oltre un quarto di secolo. Ma è impossibile non constatare come quelle mani da “leggenda” che nel 1998 sulla tastiera del piano della famosa nave, hanno incantato il mondo ne “La leggenda del pianista sull’oceano” – con regia di Tornatore e musica di Morricone – stavolta abbiano “conquistato” Messina, attraverso la platea del suo teatro.
Il concerto è stato condotto all’insegna dell’equilibrio in un innovativo rapporto tra tradizione e innovazione.
L’inizio è nel segno di Gioachino Rossini, con l’Ouverture del Guillaume Tell, caratterizzato dall’alternarsi di sensazioni che regalano un’atmosfera straordinaria, fino al culmine del brano, con la celeberrima “cavalcata”, movimento protagonista anche dell’applauditissimo bis finale.
A seguire, una “conoscenza” ormai abbondantemente collaudata da questa orchestra: George Gershwin. I Got Rhythm lo aveva già magnificamente interpretato nella versione tradizionale, ma stavolta eccone un’altra: Variations, con spunti, passaggi e “variazioni”, appunto, che illuminano la performance. Poi, Rhapsody in Blue, brano unico per genio, completezza e capacità d’emozionare.
Gli ultimi repertori del V.E. fanno rituffare nella storia: Allora, Gershwin dall’America, quanto a composizione, chiedeva “lumi” a Maurice Ravel, tant’è, non è un caso che di qua e di là dell’Atlantico si sia creata una certa “comunione” d’intenti a cavallo tra due sponde e due ere. Eccoci: al Concerto di Capodanno di Messina, dopo Gershwin sarà il Boléro di Ravel a deliziare la platea. Dopodiché il classico per eccellenza: Johann Strauss jr. – An der schönen blauen Donau – “Sul bel Danubio blu”, romantico valzer che ispira i sogni ideali di capodanno, farà “sprofondare” il pubblico in una magica atmosfera.
Ad un certo punto, come d’incanto, si “smaterializza” il bravo Alibrando e alla direzione d’orchestra compare la “fata” che in una stagione ha “traghettato” gli orchestrali dalla sinfonia classica al “jazz” di Gershwin e Ellington, ossia Cettina Donato. Una rivisitazione molto particolare, piacevolissima, di Jingle Bells, con un “inedito” Giovanni Renzo, intervenuto di soppiatto al pianoforte – poi, “costretto” da Gilda Buttà a ritornare dietro le quinte – ha rallegrato la platea, regalando simpatia, creatività e senso di amicizia e condivisione tra i protagonisti.
Prima del richiestissimo bis finale, con l’orchestra che ha riproposto la “cavalcata” rossiniana, sarà La Marcia di Radetzky, di Strauss “padre”, come tradizione, a coinvolgere tutto il pubblico, sotto la “direzione” di Alibrando.
Alla fine, tutti soddisfatti, con appuntamento nel foyer del Teatro, come ormai è tradizione, a brindare al nuovo anno.
Lì abbiamo “incrociato”, Giovanni Renzo, questo il suo auspicio per il 2016: “Chiediamo al nuovo anno un po’ di serenità per poter lavorare e programmare ancora belle iniziative, così come abbiamo fatto in questo anno e mezzo”. Inevitabile l’imbeccata sulla condizione degli orchestrali: “C’è molta attesa per questo progetto di ‘stagionalizzazione’ di una parte di loro. E’ un atto giustificato da tanti anni di lavoro precario. Mi auguro – prosegue Renzo – che finalmente si riesca a fare questo passo, anche perché così, tra l’altro, a me verrebbe data la possibilità di progettare con questo gruppo determinati eventi artistici”. Alla fine, un commento sul “siparietto” creato nel corso dello spettacolo con Cettina Donato: “Siamo dei burloni…Io, lei e Marco Alibrando ci siamo divertiti ad improvvisarci attori!”.
Qualche battuta, non poteva mancare neppure con la principale protagonista della serata, Gilda Buttà. La pianista ha trascorso i giorni di preparazione al concerto nella “sua” Patti: “Questa è una terra alla quale sono molto legata, quantunque viva altrove”, ci ha detto la musicista. L’argomento, poi, è andato verso la sua vita artistica: “Il mio luogo di lavoro è ogni palcoscenico della Terra…” Su Morricone: “Il mio lavoro con lui è stato fondamentale, anche per tutte le conoscenze di ciò che ho fatto”. E ci anticipa la sua ultima collaborazione con il grande maestro, sulla scia dei successi precedenti: “Ho appena finito di registrare per lui la parte pianistica del nuovo film di Tornatore”. Ma Gilda Buttà non ama né etichette, né stereotipi: “Non è solo quello il mio lavoro. Purtroppo – tiene a rimarcare la pianista – credo che, specialmente in Italia, ci sia la cattiva abitudine di ‘tatuare’ sulla pelle degli artisti qualche cosa. Chiaramente ringrazierò sempre Morricone perché mi ha fatto conoscere maggiormente a un pubblico più vasto, che non è solo quello che siede nei concerti, ma c’è tanto altro lavoro importante che merita considerazione”. La musicista è anche insegnante al Conservatorio di Frosinone: “Anche questa è una parte importante della mia vita. I miei ragazzi sono importanti…”, dice, con l’animo di chi “semina” per le nuove generazioni. Infine, il rapporto tra il senso di artista e il concerto appena concluso: “Stasera è stato dimostrato che la vita musicale degli artisti ruota ‘a tutto tondo’, a 360 gradi”.
Gilda Buttà, tra l’altro, condivide in atto la sua vita artistica con il marito Luca Pincini, affermato violoncellista, con il quale produce e si esibisce in duo.
Ma parlando di lei, a dispetto di “etichette”, più o meno determinanti nella sua carriera, a chi ama il jazz e la grande musica in genere, non si può non ricordare la sua esperienza di vita con l’immenso Michel Petrucciani.
E allora, tra storie personali e artistiche, Morricone e quant’altro, la “leggenda” continua…
Corrado Speziale
Questo articolo è dedicato non ai tifosi da tastiera delle opposte fazioni mediorientali, ma a…
La memoria di Rita Atria continua a vivere e a trasformarsi in un faro di…
Formazione innovativa sulla spiaggia: l’ITET “Caruso” di Alcamo porta l’aula tra sabbia e…
Sinagra ha vissuto settimane intense di emozioni e riflessioni con SinagrArte 2025, rassegna che anche…
Nell'incantevole cornice del Circoletto di Capo d'Orlando si è svolta la XXIX edizione del beauty…
La tradizione si rinnova. In occasione della grande festa della Madonna Nera di Tindari, l’associazione…