– di Saverio Albanese –
NEW YORK– Epica, epica,epica e ancora epica…!!! Le superlative e fantastiche Flavia Pennetta e Roberta Vinci, due delle quattro moschettiere azzurre che hanno brillato di luce propria negli ultimi quindici anni, hanno scritto una delle imprese leggendarie dello sport azzurro che resteranno non solo nella notte dei tempi, ma nel cuore di tutti gli sportivi italiani, e conquistano la finale degli Us Open di tennis a New York, che si disputerà questa sera, alle ore 21.00 ora italiana (diretta su Eurosport) e per la prima volta su Flushing Meadows sventolerà soltanto il tricolore.
Ad assistere allo storico evento sportivo ci sarà anche il premier Matteo Renzi, insieme al presidente del Coni Giovanni Malagò e a quello della Federazione Italiana Tennis Angelo Binaghi, per assistere alla prima finale tutta tricolore del Grande Slam.
È stato un miracolo, di concentrazione, tenacia e grinta: forse nemmeno il più inguaribile romantico dei supporters italiani poteva immaginare che Flavia Pennetta, classe 1982, l’anno del trionfo Mundial degli azzurri in Spagna, numero 26 in classifica, potesse surclassare la numero due al mondo, la rumena Simona Halep.
E poteva sembrare, altresì, fantascientifico che Roberta Vinci, classe 1983, l’anno del ritiro di Adriano Panatta, attuale numero 43 nella classifica WTA, potesse superare in rimonta nella seconda semifinale degli Us Open la numero uno al mondo Serena Williams in casa, allo stadio Arthur Ashe a New York: 2–6/ 6–4/ 6–4. Invece hanno vinto entrambe, hanno vinto queste due ragazze italiane, la prima nata a Taranto, la seconda a Brindisi, lasciando il pubblico esterefatto e la Williams, che cercava un grande slam storico, distrutta. Con loro trionfa anche la Puglia, ha vinto il tennis italiano e, diciamolo, con l’orgoglio che ci hanno trasmesso con questo successo in una città impossibile, abbiamo anche vinto un po’ tutti noi.
La soave Flavia, supera con un roboante 6–1/ 6–3/ in 61 minuti di gioco l’attuale numero due del mondo, la rumena Simona Halep, conquistando la prima finale di Slam in carriera, impresa bissata dalla fantastica Roberta che sconvolge i pronostici e fa fuori la favoritissima Serena Williams, una delle più grandi e forti tenniste della storia, attuale numero uno del ranking e vincitrice 21 titoli dei tornei del Grande Slam (terza di tutti i tempi alle spalle di Staffi Graf con 22 e di Margaret Smith Court, che primeggia con 24), col punteggio di 2–6, 6–4, 6–4, impedendole il Grande Slam.
Nemmeno il più ottimista dei tifosi della fuoriclasse brindisina Flavia Pennetta poteva immaginare una semifinale giocata in maniera magistrale: Flavia ha impiegato poco più di un ora per regolare le ambizioni di Simona Halep, che agli Us Open non era mai riuscita ad andare oltre il quarto turno del 2013, quando era stata sconfitta 6–2/7–6 (7–3) proprio dalla brindisina.
E proprio a quell’edizione risaliva l’unica semifinale americana in carriera di Flavia Pennetta: ma se in quel caso l’azzurra si arrese nettamente alla bielorussa Vika Azarenka (4–6/2–6), stavolta Flavia è un autentico rullo e conquista la gloria.
E’ stato un successo scaturito con grande personalità ed autorevolezza il match dell’Artur Ashe: la Pennetta, attuale numero 26 del mondo, gioca il miglior tennis della sua vita proprio al momento giusto; dopo tre game di studio, Flavia strappa il servizio alla Halep e si ripete al sesto, annichilendo l’avversaria con un inatteso 6–1. Nel secondo set la reazione della rumena sembra vigorosa, ma la Flavia è straordinaria a mantenere mente lucida e freddezza bravissima a reggere e a conquistare cinque game consecutivi da 1–3 per chiudere con un sublime 6–3: spettacolari gli ultimi due giochi, con Flavia che completa l’opera grazie ad un dritto incrociato da urlo.
Non solo una finale made in Italy, ma anche un derby pugliese con una brindisina, la Pennetta, contro una tarantina, la Vinci: nel bilancio dei precedenti Pennetta conduce per 5–4 su Vinci e ha vinto l’ultima sfida, giocata proprio a New York, nei quarti del 2013. Quelle delle ragazze pugliesi rappresentano la quarta e la quinta presenza in una finale Slam per una giocatrice italiana, dopo il successo al Roland Garros di Francesca Schiavone nel 2010 e le finali ancora della Schiavone e di Sara Errani ottenute sempre sulla terra parigina, rispettivamente, nel 2011 contro la cinese Na Li e nel 2012 contro la stupefacente Maria Sharapova. Un torneo meraviglioso per il tennis tricolore: quel che è certo è che il trofeo di Flushing Meadows 2015 sarà azzurro.
Leggendaria la prestazione della tarantina Roberta Vinci, che sbarra la strada del Grande Slam a Serena Williams con una delle più grandi imprese nella storia del tennis italiano.
Nei cinque precedenti tra le due, la Vinci aveva sempre perso senza conquistare nemmeno un set. La gioia più immensa della carriera arriva proprio nel momento più importante: anche per Roberta si tratta infatti della prima finale di Slam.
Il successo della Vinci alla vigilia della semifinale dell’Artur Ashe era quotato dai bookmakers 300 a 1: Roberta è stata semplicemente sublime a sconvolgere ogni tipo di pronostico. Tra finali e semifinali di Slam, la numero uno del mondo non aveva mai perso dopo aver vinto il primo set. E’ inoltre soltanto la seconda volta in carriera che l’americana perde contro una non testa di serie. Le capita contro la numero 46 del mondo, una straordinaria Roberta Vinci, che ha vinto al termine di una imperiosa rimonta durata 122 minuti, distillando un tennis intelligente e antico, leggero ma pungente grazie al rovescio affilatissimo, allo splendido repertorio sottorete a cui ha aggiunto negli anni un dritto più liftato e aggressivo che le ha fruttato il salto di qualità in singolare.
La numero uno del mondo è andata K.O. malgrado abbia vinto più punti dell’azzurra (93 a 85), abbia messo a segno più del doppio dei punti vincenti (50 contro 19) e servito ben 16 ace. La più piccola delle sorelle Williams paga a caro prezzo i 40 errori gratuiti contro i 20 della Vinci.
Il primo set della partita tra Vinci e Williams è stato un po’ quello che tutti si aspettavano: un dominio netto di Serena che sembra poter fare un sol boccone della sua avversaria. Non è così, perché nel secondo l’americana sente la tensione e la Vinci è bravissima a sfruttare gli errori per portare dalla sua parte l’inerzia del match. Clamoroso il decimo gioco, quando con un tennis sontuoso la tarantina riesce a strappare il primo set della carriera alla Williams.
Altro momento topico del match sul 3–3 nel terzo set: Roberta fa suo uno scambio complicatissimo e si sfoga all’indirizzo del pubblico di casa, chiedendo applausi anche per sé. Arriva il break del 4–3, poi l’azzurra è strepitosa nel resistere al ritorno della Williams e ad aggiudicarsi l’incontro.
Se avesse vinto questi US Open, Serena Williams avrebbe completato il Grande Slam, la vittoria dei quattro tornei più importanti del mondo nello stesso anno (l’ultima a farlo è stata Steffi Graff nel 1988): dopo aver vinto la partita, Roberta Vinci ha chiesto scusa ai tifosi statunitensi presenti allo stadio per aver rovinato loro la festa. Il pubblico l’ha applaudita ancora più forte.
Dopo la vittoria con la Halep, Flavia Penneta è incredula e galvanizzata. «E’ incredibile. Non pensavo che sarei arrivata così lontano nel torneo –ha spiegato –. Questa finale vale tutto. Per me è un premio al lavoro, alla carriera, a tutti questi anni di grandissimo tennis». Poi tira un attimo il fiato e tira un bilancio su questo torneo: «Ho provato a giocare ogni partita al meglio, senza pensare troppo al tabellone e giocando partita per partita. In campo mi sono concentrata su quello che dovevo fare, sono molto felice. Non mi piace fare classifiche –prosegue sfoggiando il suo fantastico sorriso Flavia– ma credo che questa sia stata una delle mie partite più belle della carriera. Quando ero piccola sognavo di giocare gli Internazionali d’Italia, non ho mai pensato di vincere un torneo in particolare o di arrivare chissà dove in classifica mondiale».
Dopo il miracolo sportivo contro Serena Williams agli Us Open e la conquista della finale contro un’altra italiana, Flavia Pennetta, Roberta Vinci scoppia in lacrime: «È il momento più bello della mia vita» sono state le sue prime parole e poi con l’umiltà e la modestia che hanno le fuoriclasse come lei, Roberta, riferendosi al fatto di aver mandato in fumo il sogno della Williams di completare il Grande, aggiunge: «Scusami Serena, chiedo scusa agli americani ma oggi era la mia giornata – Cosa renderà reale questo momento? – Fammi un’altra domanda – ha proseguito Roberta, che poi scherza sulla sua quota dei bookmakers: « Ero data a 300 dai bookmakers? Non lo sapevo ma non avrei scommesso un dollaro su di me», dice visibilmente felice per l’impresa con Serena Williams e poi spiega l’andamento del match: «Ho così tante cose nella testa, immagini, colpi, corse. Ho perso il primo set, ma sono rimasta agganciata in ogni punto. Mi sono detta ‘ butta la palla di là e corri, corri, corri’. Quando ho servito per il match tremavo tutta, ho cercato di tenere la concentrazione e ci sono riuscita». Applaudita dal pubblico di New York, ha concluso: «Sono orgogliosa di me, della mia tenacia, del mio gioco. E ringrazio il mio coach Cinà. Mi davano uno a trecento? Spero di aver arricchito tanta gente…».
Flavia è stata la prima italiana a entrare nel recinto delle top-10 mondiali (nel 2009) e uno slam lo aveva già vinto in doppio con la Dulko in Australia nel 2011, Roberta in coppia con Sara Errani ne ha afferrati ben 5, diventando n.1 di specialità, spingendosi anche al n. 11 in singolare.
Non erano mai arrivate ad una finale Slam, questa, storica, se la giocheranno una contro l’altra sul centrale più grande del mondo, la Broadway del tennis. In mezzo a mille ricordi, pensando alla prima volta che si sono incontrate in un fazzoletto di terra rossa italiana pugliese, più di venti anni fa: grazie di cuore, Flavia e Roberta, per averci regalato una delle più grandi imprese sportive nella storia dello sport azzurro…!!!
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