Lo spettacolo della compagnia “Bottega del Pane” è prodotto dal Teatro dei Due Mari
Tindari – Dopo lo strepitoso successo di pubblico registrato nei siti archeologici di Tusa (Alesa) e Tripi (Abakainon) in occasione del Dyscolos di Menandro,
Lo spettacolo alla Villa Romana di San Biagio. “Autodifesa di Ismene” è una riscrittura del mito, dei luoghi della tragedia classica in cui il personaggio si manifesta nella relazione con gli altri membri della famiglia reale tebana. Diversamente dall’eroica sorella Antigone, esempio emblematico di rivolta, Ismene appare come colei che ha tentato di disinnescare l’inesorabile susseguirsi di eventi sostenuti a furor di ragione dai due protagonisti del dibattimento, Creonte e Antigone, sulla sepoltura di Polinice. Come Emone, a sua volta, nel dibattito con Creonte, Ismene tenta di bloccare la scena, forse con argomentazioni instabili, precarie, meno fulgide di quelle che fanno parte del sistema di difesa della sorella nel reclamare la sua ampiezza incommensurabile rispetto alla transeunte legge degli uomini. Il sottotitolo dell’opera, Elogio della sopravvivenza, ci dice qualcosa in più. Ismene è la sopravvissuta, colei che si ritrova a vivere a seguito della morte di tutti gli altri e della morte può davvero comprendere la portata insostenibile per chi resta.
In fondo Ismene ci somiglia di più. Somiglia di più alla maggior parte di noi. E noi siamo tutti e tutte più simili a lei che a quell’altra. Noi sopravviviamo al dramma contemporaneo, alla condizione avversa, e immersi nelle situazioni drammatiche continuiamo a vivere e a preservare la vita in atti minimi. Non brandiamo le spade contro il mare di affanni, né ci ritroviamo abitualmente davanti ai tiranni dell’anima per perorare
Note di regia. Un interno casa dopo un terremoto è la scena sulla quale si muove una Ismene senza età e fisicamente provata. Un terremoto avvenuto da secoli che ha lasciato intatta la parvenza di ricchezza. Un muro scrostato, un pavimento decorato, pezzi di mobilia semi-sprofondati e una voragine a terra da cui emergono voci e luci. Il paesaggio sonoro esprime il dentro e il fuori, l’emozione e l’assalto. Figure totemiche nello spazio attorno allo scorcio di casa. Come con un grandangolo, a metà della narrazione, scopriamo che l’interno casa è una sorta di set attorno a cui si muovono personaggi/coro.
Da segnalare, nella sezione “Terra Marique” della rassegna, l’iniziativa della Proloco di Acquedolci presieduta da Ciro Artale, che a partire da sabato 10 agosto, e per tutti i sabati del mese, organizzerà delle visite guidate gratuite all’antiquarium comunale e alla grotta preistorica di San Teodoro. Per info e prenotazioni: prolocoacquedolci@gmail.com
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