Il successo di un racconto dipende, oltre che dal contenuto della storia narrata, anche dal modo in cui lo si racconta. Nella nostra terra raccontare è arte dei cantastorie, fermi agli angoli delle piazze, sui marciapiedi, con le loro illustrazioni ed uno strumento ad accompagnare le parole.
Del resto, attorno all’utilizzo della parola ruota la drammaturgia di Vincenzo Pirrotta : ne fa nuovo uso fino quasi ad abolire qualsiasi tipo di netta distinzione fra tradizione e sperimentazione, andando ben oltre con un modo di narrare che racchiude in se tutta l’enfasi dei cantastorie di un tempo.
Il narratore, stavolta, in lingua dialettale, presenta al pubblico un Enea per nulla eroico, anzi, piuttosto “distratto” dalla bellezza della regina Didone. Divenuto strumento degli dei, che sempre guidano le vicende umane, Giufà incita alla partenza ed alla missione da compiere, ma finisce col rimanere solo sulla costa a vedere le navi partire.
Sebbene muti il narratore, il tema principale della vicenda mitologica resta comunque ben presente: la fuga, anche per paura, di Enea uomo, guerriero,figlio e padre, stanco delle brutalità della guerra; la fuga anche dall’amore per seguire il destino assegnatoli dagli dei.
QUESTA SERA AL TEATRO GRECO DI TINDARI, 25 AGOSTO, LA BALLATA DELLE BALATE, SEMPRE CON PIRROTTA.. info: http://www.facebook.com/TindariFestival
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