C’è una parte di Patti che troppo spesso viene ricordata solo per la sua icona più celebre, il Santuario della Madonna Nera. Ma Tindari non è solo fede e pellegrinaggio. È anche vicoli, case antiche, panorami struggenti, memoria greco-romana, e una bellezza che chiede solo di essere custodita e rilanciata.
A scrivere l’appello è Giuseppe Pettina, un imprenditore pattese
questo angolo incantato della Sicilia, sospeso tra mare e cielo, la storia cammina accanto alle pietre, e ogni scorcio ha qualcosa da raccontare
Chi conosce davvero Tindari sa che attorno al Santuario c’è un tessuto urbano e umano ricco di potenzialità, oggi però in gran parte trascurato. Piccole case, stradine, silenzi carichi di passato: un contorno che potrebbe trasformarsi in un vero gioiello turistico e culturale, se solo si avesse il coraggio di investire in una visione.
L’idea. scrive Pettina, è semplice quanto potente: recuperare il borgo, anzi i borghi visto che già patrendo da Scala il territorio si punteggia di tanti insediamenti, dargli nuova vita attraverso un progetto di ripresa storica, urbanistica e culturale che ne valorizzi l’identità e lo renda destinazione viva e vissuta. Non un museo a cielo aperto, ma un luogo abitato e vitale, dove i giovani possano trovare lavoro, casa e senso di appartenenza.
Un progetto serio, strutturato e lungimirante potrebbe intercettare i tantissimi visitatori che all’anno si recano a Tindari, con un impatto economico enorme.
Basta immaginare che anche solo una piccola parte di questi turisti decidano di fermarsi una notte: alberghi, B&B, ristoranti, botteghe artigiane, guide locali. Sarebbe linfa vitale per l’economia del territorio, una risposta concreta al rischio di spopolamento e fuga dei giovani.
Il dovere della politica: non tradire il patto tra generazioni
La Politica, quella con la P maiuscola, ha un compito ben preciso scrive Giuseppe Pettina: non tradire il patto tra generazioni. Significa pensare oggi a ciò che servirà domani, piantare i semi di un futuro sostenibile, in cui le nuove generazioni possano vivere e costruire la propria vita senza essere costrette a partire.
Non si tratta solo di rilanciare un borgo, ma di fare una scelta etica e culturale, che riconosca valore alla memoria, alla bellezza, alla partecipazione dal basso.
Per questo l’appello è chiaro: chi oggi amministra, chi ha la responsabilità del presente, si fermi a riflettere, si apra al confronto con idee e visioni di livello storico e culturale, si prenda a cuore questa parte straordinaria e fragile del nostro territorio. E lui affonda il colpo, c’è un impreditoria attenta che potrebbe, anzi vuole scommetre su questo “futuro condiviso” che cerca interlocutori, nell’amministrazione, attenti e prespicaci in grado anche di interecettare i fondi europei e nazionali.
E Pettina conclude: Tindari non deve vivere solo nel ricordo o nelle cartoline. Tindari può e deve tornare protagonista del Mediterraneo, ponte tra passato e futuro, luogo d’anima e di economia, dove il futuro non sia più un biglietto di sola andata. Del resto Tindari, già dalle sue origini era luogo attrattore… da sempre.
Una magia senza confini ha avvolto piazza XX Settembre a Canicattini Bagni durante il Canicattini…
soddisfazione tra i pendolari, ma resta il nodo della mobilità (altro…)
Esce per Altaforte Io non prendo lezioni (altro…)
Il 7 Settembre 2025, Montemaggiore Belsito, in provincia di Palermo, sarà animata da un evento…
La comunità Nebroidea, si prepara a celebrare la Festa della Natività della Santa Vergine Maria…
Non sono i capi di Stato. Non sono gli intellettuali o le star internazionali. La…