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Totò Cuffaro – “Bello respirare la libertà”. Una riflessione sul suo caso dell’ex Governatore di Sicilia da parte dell’On. Nino Germanà

 


L’ex governatore della Sicilia torna libero dopo 4 anni e 11 mesi e si dedicherà al volontariato. La prima cosa  farà?: «Andrò a vedere mia madre» e parte subito per Raffadale. Sul suo caso una riflessione di Nino Germanà, onorevole brolese all’Ars, che tra l’altro dice Dal canto mio, non posso che dirmi fiero di essere amico di un uomo il cui animo è indiscutibilmente venuto fuori in questi anni di sommesso e dignitosissimo “Inferno”, come lui stesso lo ha chiamato.– Nella foto l’ex presidente della regione siciliana, il primo eletto in maniera diretta, mentre esce dal carcere (Ansa)

Con l’esperienza carceraria si porta dietro, uscendo da Rebibbia,  i libri accumulati in questi anni di detenzione e le migliaia di lettere ricevute: “La prima cosa che farò è andare a trovare mia madre, che mi hanno impedito ci di vedere negandomi una visita. Poi penserò all’Africa, appena possibile andrò in Burundi, nell’ospedale che ho fatto costruire quando ero presidente della Regione. La società che lo gestisce mi ha contattato in questi ultimi mesi per pianificare la mia esperienza di medico volontario che farò non appena avrò sistemato alcune vicende della mia famiglia”.

“Io ribadisco di aver sempre contrastato la mafia e combattuto in favore della legalità – ha detto – però non posso negare di essere andato a sbattere contro la mafia, anche per via di qualche errore che ho commesso. Tornassi indietro certe scelte non le rifarei, e quanto meno mi munirei di un airbag…

E ieri Nino Germanà ha commentato il completamento del percorso carcerario dell’ex Governatore così.

Questo è un fatto che, nel bene e nel male, solleva lo sciame di commenti provenienti da ogni dove. Ebbene io ritengo che in questo momento sia giusto fermarsi, non creare un assordante coro da sostenitori o detrattori, amplificando un evento, quale la scarcerazione, che invece sarebbe bene lasciare a Totó e la sua famiglia di vivere in maniera privata e sommessa; di affrontare questa vicenda con la stessa dignità con cui in questi anni, Cuffaro ha affrontato la sua condanna.

Davanti a noi c’è un uomo che ha dimostrato un forte senso della giustizia, accogliendo con fierezza e umiltà le decisioni di chi è stato chiamato, in nome dello Stato, ad emettere una sentenza sul suo conto.

Nonostante abbia sempre difeso la sua innocenza, ha accettato con grandissimo decoro, una pena che ha scontato senza se e senza ma, cercando di cogliere il meglio dal peggio che la vita gli ha riservato: un’occasione per guardare dentro se stesso ed affrontare un percorso interiore del quale non fa mistero.

Ecco, nella condotta dell’uomo che torna ad essere libero, portando con se un bagaglio di esperienza che la gran parte di noi ignora, io leggo l’esigenza di un rispetto che Totó merita da tutti, indipendentemente dal fatto che si tratti di alleati o antagonisti politici dei tempi andati.

Dimenticate e dimentichiamo tutti, per un momento, il governatore della Sicilia, il politico e il personaggio pubblico (sul quale ciascuno è libero di pensare quel che ritiene.

Personalmente la mia opinione non è mai stata un mistero) e consideriamo l’esigenza di privacy e di rispetto (sì, rispetto) che lui e i suoi congiunti certamente desiderano e meritano. È tempo mantenere toni garbati ed evitare ogni forma di strumentalizzazione; niente levate di scudi in un senso o nell’altro; bandiamo moralismi (spesso falsi) e commenti da bar.

È un appello che lancio al buonsenso di chi, sono certo, vorrà dar seguito alla sobrietà con cui Totó ha affrontato questi ultimi anni.

Rispetto, questo si deve concedere ad una persona che torna oggi tra le braccia della propria famiglia, dopo aver vissuto un’esperienza come la carcerazione.

Dal canto mio, non posso che dirmi fiero di essere amico di un uomo il cui animo è indiscutibilmente venuto fuori in questi anni di sommesso e dignitosissimo “Inferno”, come lui stesso lo ha chiamato.

Un post che ha avuto ampia eco anche su facebook.

 

Redazione Scomunicando.it

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