Cronaca

TURI VACCARO – Dopo 21 mesi di carcere esce il pacifista Uomo simbolo nella lotta contro il Muos

LASCIA IL CARCERE DI PAGLIARELLI DOPO 21 MESI.

non ha mai chiesto misure alternative rifiutando “l’elemosina dallo Stato”

Ha passato questo lungo periodo scrivendo e meditando , alimentandosi con cibi crudi, frutta e verdure. Era stato arrestato durante una manifestazione contro il MUOS a Niscemi.

 

“Ha passato questo lungo periodo scrivendo e meditando, alimentandosi con cibi crudi, frutta e verdure. Era stato arrestato durante una manifestazione contro il Muos, l’impianto satellitare della Marina militare statunitense, a Niscemi”, dice Pino Apprendi dell’associazione “Antigone Sicilia”.

Vaccaro era stato detenuto anche al carcere di Gela, dove si erano svolti presidi di manifestanti che avevano chiesto la sua scarcerazione.

In occasione di una manifestazione a difesa di Vaccaro, gli attivisti No Muos avevano dichiarato: “Turi ci ha sempre mostrato fin dove un movimento di lotta popolare poteva spingersi, ed è per questo motivo che un gentile anziano pacifista che gira scalzo è considerato tanto pericoloso dalle istituzioni di tutto il mondo. Turi è stato sempre in prima fila a dare il suo esemplare e radicale esempio nelle lotte contro le guerre, la militarizzazione e le devastazioni ambientali dalle lotte di Comiso fino a oggi. Ha scolpito con un martello le parole ‘No Muos’ sulla parabola del Muos e ha anche compiuto altre eclatanti azioni dirette a livello internazionale contro la guerra. Ha deciso per scelta di non difendersi mai nei tribunali, consapevole del valore morale e civile di quanto ha fatto: che i giudici adesso si vergognino nel continuare a sentenziare e a tenere in carcere un uomo simile”.

«Di fronte a situazioni come questa di emergenza coronavirus forse si avverte ancora di più l’inutilità di strumenti come il Muos. E si riconosce utile, al contrario, la battaglia di Turi Vaccaro»

Durante la detenzione gli sono state notificate ulteriori condanne, che hanno fatto aumentare i giorni da trascorrere dietro le sbarre peri fatti di Niscemi era stato condannato a undici mesi e 27 giorni di reclusione inflittagli dal tribunale di Gela.

«Finalmente libero – torna a dire Pino Apprendi -, questa è una delle poche buone notizie degli ultimi giorni, anche un po’ inaspettata. Lui aveva sempre fatto resistenza, non
voleva fare domanda per anticipare l’uscita, pur avendo la possibilità di farlo, tanto che sarebbe potuto uscire l’estate scorsa. Forse ora si è deciso probabilmente anche per via
del pericolo rappresentato dalla possibilità che questo maledetto virus entri nelle carceri.

Penso che da pacifista potrà adesso riprendere il suo ruolo affinché si mettano in atto quelle aspirazioni che lui ha sempre avuto».

Il 67enne pacifista, originario di Marianopoli, dai tempi della lotta contro gli euromissili di Comiso negli anni ’80 è infatti impegnato in azioni in prima persona contro ogni guerra.

L’ultima condanna, a ulteriori sei mesi di reclusione per fatti analoghi e inerenti sempre alla battaglia No Muos, era scattata dall’1 gennaio 2020.

Vaccaro si era sempre rifiutato di presentare domanda di misure alternative e anche di liberazione anticipata (che gli avrebbero consentito una congrua riduzione della
pena) sostenendo di «non volere l’elemosina dallo Stato».

La sua è stata una detenzione caratterizzata in tutti questi mesi da scioperi della fame ma anche tanto sostegno dall’esterno, a cominciare dalla moglie Emmie, che a febbraio era
riuscita a volare dall’Olanda a Palermo per visitarlo. Ma anche da parte del Movimento No Muos, che si è mobilitato per lui, organizzando manifestazioni e facendogli arrivare in
carcere pacchi interi di cartoline che la gente gli scriveva da tutta Italia.

Tanti infatti i presidi per Turi Vaccaro organizzati in diverse regioni, a sostegno di un uomo e della sua storia, quella di un pacifista non violento che, come raccontato a MeridioNews due mesi fa da un altro attivista, Elio Teresi, «ha rivolto le proprie azioni di disobbedienza verso uno strumento di guerra e morte e mai verso altre persone». «Lui non usciva quasi mai all’aria – torna a dire Apprendi -, restava sempre chiuso nella sua cella, questo ha reso tutto molto più pesante. Tutte le volte che sono andato da lui l’ho trovato in meditazione o intento a scrivere, altre volte anche in pieno sciopero della parola, cioè non parlava con nessuno».

«Una situazione di certo molto particolare, una vicenda paradossale – insiste Apprendi – Un non violento che viene accusato di violenza, una cosa un po’ contraddittoria. Speriamo non ci sia mai più un altro Turi Vaccaro, non ci sarebbe dovuta essere neppure una parabola come la sua. E poi, è dimostrato che strumenti come il Muos, che dovevano servire da scudo alla fine non servono, ora l’umanità sta subendo un flagello che attacca senza usare le armi tradizionali. Un virus che non conosce muri, non conosce stacoli – riflette -. Di fronte a situazioni come questa, ancora di più, forse se ne avverte l’inutilità, oserei dire, di strumenti come il Muos. E si riconosce utile, al contrario, la battaglia di Turi Vaccaro»

Redazione Scomunicando.it

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