Fame di verità esistenziale e restaurazione ne “L’ibiscus stava fiorendo” di Tìndara Lanza De’ Rasi
Mirella Coresca, garden designer milanese, scovata sulla spiaggia toscana di Monte Argentario dall’autrice Tìndara Lanza De’ Rasi nel libro “La bottega dei suminigghi”, poi pubblicato come “L’ibiscus stava fiorendo” presso Casa Editrice Kimerik, appare in scena facendosi ritrarre da subito dentro la corolla di una vita da mistificazione volontaria.
Dopo un tempo di necessario disorientamento spazio-culturale e di involuzione interiore, in cui ancora si aggrappa alla sua esistenza precedente piangendo sulle rovine che le sta lasciando addosso, entra in sintonia con una famiglia siciliana di campagna che la deconcentra dai suoi punti fermi. Grazie a loro e alle loro vicende familiari, fiorisce in lei il coraggio della ricostruzione necessaria. La donna smette di aver paura di tradire lo spirito della sua precedente esistenza, come fosse un abbandono imperdonabile, cede alle lusinghe della terra che la ospita, e scoprendo che anche il suo modo di pensare e il suo linguaggio non sono stati altro che fatuità, inizia a convertire il logos raffinato ma artificioso adottato fino ad allora, tramutandolo in pathos disordinato ma naturale. I minuziosi codici linguistici del suo ambiente milanese, adatti a circoscrivere microsequenze rapide e descrittivamente asciutte dei primi capitoli, manifestano tutta la loro inadeguatezza quando si tratta di tratteggiare le macrosequenze dilatate per cerchi concentrici sempre più ampi della sua nuova esistenza. In alcuni capitoli di passaggio, contrassegnati dal conteggio all’inverso, prevale la narrazione sul dialogo, in altri è il dialogo a capeggiare, ma la transazione evolutiva e stilistica non si arenerà più fino alla fine. La restaurazione del suo patrimonio interiore andrà di pari passo con la restaurazione della villa e del giardino nobiliare a lei affidato. Nel dramma di una famiglia colpita da un lutto violento, dietro cui si celano le ragnatele della mafia, la villa soprattutto assurge a simbolo di prestigio sociale, scappatoia d’onore di chi vuole appartenere alla gente che osa ribellarsi al malcostume generale. Sono regole grammaticali e codici culturali che lei non conosce, ma che intuisce perché la sua fame di verità esistenziale è la stessa di tutti gli esseri umani alla ricerca di strade che permettano una coraggiosa inversione di rotta.
Una frase del libro “L’Ibiscus Stava Fiorendo”, Casa Editrice Kimerik, gennaio 2023
«Caro cerro e caro cedro… Come sempre, una lettera cambiava tutto, cerro contro cedro. Uno capace ancora di possibilità esistenziali, l’altro non sopravvissuto al mondo nuovo. A volte, le modifiche epocali esistono. Non si possono pecettare i danni delle invasioni storiche, i terremoti, i maremoti. Ma si possono piantare semi nuovi, nei suoli divelti dalle furie passeggere. Con pazienza. Con amore. Rinascendo sempre».
Originaria di Montagnareale, nelle vicinanze del sito greco di Tìndari, in Sicilia, madre di tre ragazzi, scrittrice e giornalista iscritta all’Ordine Nazionale Giornalisti, è maestra di Scuola d’Infanzia con funzione di Referente alla Comunicazione presso il proprio Istituto Comprensivo.
Ha vinto numerosi premi letterari
Con un racconto è giunta, nel 2004, ad essere inclusa tra i finalisti del premio letterario “Libr’Aria” di Palermo. Altri racconti, facenti parte della raccolta La serie franta degli interni, sono stati pubblicati tra le pagine letterarie di numerose testate giornalistiche. Ha ricevuto una medaglia in occasione del Premio Poesia 1997 “La Cruna di Matera” per la poesia L’arrivo del sonno. Ha inoltre ottenuto l’inserimento e la pubblicazione di due poesie proprie nell’Antologia poetica del Premio nazionale di Poesia “Rosario Piccolo”, indetto dall’associazione “Beniamino Joppolo” di Patti (ME); l’inserimento e la pubblicazione di una poesia nell’Agenda Letteraria Le pagine del Poeta, 2007, Charles Baudelaire di Roma, gestita dal poeta Niccolò Carosi; e l’inserimento nel 2005 di due poesie nell’Antologia Emozioni, curata da Annamaria Scavo, per la Editrice Pagine, Roma.
Pubblicazioni
Nel 2017 ha pubblicato un libro di agiografie dal titolo La santità nella Maremma Grossetana. Santi, Beati, Venerabili ed eremiti assieme a don Josè De La Torre Paredes, presso la casa editrice Effigi.
Per Fatmir Koliqi ha scritto la prefazione, ha curato la redazione editoriale e ha revisionato la traduzione dall’albanese all’italiano del libro Narrazione dell’identità spirituale degli albanesi. Approccio estetico-letterario del romanzo di Dodë Gjergji ‘Ritorno’ I, II, III , edito da Drita &55, e pubblicato a Prishtina (Kosovo) nel 2021.
Una selezione di suoi articoli riguardanti tematiche scolastiche, mondo dei bambini, didattica per l’infanzia, e diversi laboratori scolastici e progetti annuali, sono stati pubblicati nelle riviste di settore e nelle guide didattiche per l’infanzia Giunti-Del Borgo e La Scuola Editrice.
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