È con “Lo Schiaffo”, l’ultimo suo libro pubblicato da “Mediter Italia Edizioni” che Rita El Khayat racconta il colonialismo occidentale attraverso la visione chiara, lucida e obiettiva di un’intellettuale che non accetta compromessi
Essere solo una donna araba, in una società colonizzata dalla Francia, che ha sempre usato la violenza. È con “Lo Schiaffo”, l’ultimo suo libro pubblicato da “Mediter Italia Edizioni” che Rita El Khayat racconta il colonialismo occidentale attraverso la visione chiara, lucida e obiettiva di un’intellettuale che non accetta compromessi
È uno dei passaggi chiave dell’ultima opera della scrittrice marocchina Rita El Khayat che, con “Lo Schiaffo. La memoria di una donna araba tra colonialismo e resistenza” (pagg. 164), pubblicata da “Mediter Italia Edizioni” nella Collana “Analisi e Documenti”, ci offre una testimonianza personale e diretta supportata da un’analisi storica molto dettagliata, obiettiva, priva di reticenze.
«Raramente si incontrano intellettuali con una libertà così rigorosa e con un’indipendenza così completa. L’essere una donna, nata in un contesto arabo e subito “caduta in mani francesi” – scrive nella prefazione Victor Matteucci -, l’essere posta, cioè, di fronte alla colonizzazione occidentale, ha prodotto in Rita El Khayat, il miracolo di una consapevolezza su più livelli, in cui lei ha trovato sé stessa come sintesi di una complessità in cui tutto era chiaro e coerente, in cui tutto era collegato e tutto si spiegava. Se non avesse fatto questo ritrovamento di sé, è probabile che sarebbe stata schiacciata e lacerata dalle contraddizioni e dalle tensioni cui era sottoposta. Soprattutto, non si ferma. Sottopone l’occidente a un duro giudizio per una storia eurocentrica e colonialista di cui si ostina a non volersi liberare, ma anche il mondo arabo è sottoposto a una severa critica, senza omissioni; anche a costo di dividere, anche a rischio di poter essere isolata».
«La conquista della libertà mi è costata umiliazione e tristezza, lacrime e sangue. Un bambino francese – si legge ancora nel libro -, una volta, mi batté la testa contro una porta nei bagni della scuola Foch. Ho raccolto il sangue nei capelli e non ho detto una parola. È estremamente difficile essere un inferiore che deve accettare di esserlo. Ma questo è ciò che il colonizzatore esige dal colonizzato».
“Lo Schiaffo” è stato presentato all’ultima edizione del “Salone Internazionale dell’editoria e del libro” di Rabat, al quale ha partecipato attraverso l’Istituto Italiano di Cultura di Rabat.
L’AUTRICE
Plurinominata a livello mondiale come candidata al “Premio Nobel per la Pace 2008” per il suo forte impegno per i diritti umani universali e la cultura della pace, ha ricevuto la cittadinanza onoraria italiana nel 2006.
Ha studiato medicina a Rabat, psichiatria a Casablanca, e ha completato i suoi studi a Parigi.
Le sue opere si concentrano in particolare sulla condizione delle donne nel Maghreb.
È membro del Consiglio di amministrazione del “Festival internazionale del cinema” di Marrakech (FIFM), ed è stata membro della Giuria sin dalla sua istituzione dal 2001 fino al 2008. In seguito, è stata Presidente della “Commissione Fondi per Assistenza alla Produzione Cinematografica”, fino al 2011.
Ha prodotto più di 350 articoli e 30 opere letterarie tra romanzi e saggi tradotti in varie lingue. Tra le pubblicazioni in italiano più importanti:
“Il Complesso di Medea”, Madri mediterranee, L’Ancora del Mediterraneo, 2006.
“Il Legame”, Baldini, Castoldi, 2007.
“Le figlie di Sherazade”, Jaca Book, 2019.
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