Una sentenza, quella della Cassazione, a suo modo storica, che mette la parola fine (almeno dal punto di vista giudiziario) a una vicenda durata undici anni e segnata da infinite polemiche.
Ma anche una sentenza che propone tutta una serie di problemi alla “macchina” della Polizia, che di fatto vede azzerati parte dei suoi vertici investigativi. “Il ministero dell’Interno ottemperera’ a quanto disposto dalla Suprema Corte”, assicura il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri.
Ma questo, di fatto vuol dire, che lasceranno i loro posti Giovanni Luperi, ex vicedirettore dell’Ucigos ed attuale capo sezione analisi dell’Aisi, i servizi segreti interni; Francesco Gratteri, capo della Direzione centrale anticrimine; Gilberto Caldarozzi, direttore dello Sco, il Servizio centrale operativo; e con loro i dirigenti di alcune importanti squadre mobili e di altri uffici territoriali.
Negli anni precedenti, prima e dopo la “macelleria messicana” di quella notte sventurata, diversi di loro hanno infilato nel loro ‘cursus honorum’ straordinari risultati nella lotta alla malavita, al terrorismo ma soprattutto alle mafie, con una lunga fila di grandi latitanti assicurati alla giustizia, primo tra tutti Bernardo Provenzano.
Ora che, con la condanna, e’ arrivata anche la conferma dell’interdizione dei pubblici uffici, aspettano di conoscere il proprio destino.
Nella consapevolezza, ribadita dal capo della Polizia, Antonio Manganelli, che l’istituzione non puo’ che accogliere la sentenza della magistratura “con il massimo dovuto rispetto”.
nota AGI
DIAZ – COME LA PENSANO GLI “AVVOCATI LIBERI” DI CATANIA
De Gennaro, il capo della polizia in quel tempo. Quella polizia accusata da Amnesty Internationl di aver sospeso i diritti civili in qui giorni.
“L’eclissi della democrazia“ come il titolo di quello splendido e agghiacciante libro scritto da Agnoletto Guadagnucci, su quei fatti.
De Gennaro quel soggetto che all’indomani della sentenza della Suprema Corte esprimeva solidarietà ai condannati per la “ macelleria messicana”.
Migliaia di cittadini italiani, casalinghe, pensionati, altissimi dirigenti della polizia di stato, operai, studenti.
E’ probabile che non l’abbia letta, anche se leggendo le motivazioni si può pensare il contrario.
Sembra quasi che le nefandezze della Diaz, di Bolzaneto, di Genova 2001, della morte senza verità di un ragazzo che si chiama Carlo, comincino ad appartenere alla coscienza di tanti.
Certo, tante cose ancora rimangono buie su quei giorni, nessuno restituirà un ragazzo alla vita dei suoi cari, le botte, le ferite, le umiliazioni subite da migliaia di giovani, e non solo, forse non guariranno mai.
La strada è ancora lunga, De Gennaro è ancora un sottosegretario di questo governo.
Non siamo neanche all’inizio di una battaglia democratica, fino a quando in un governo ci sarà una persona che esprime solidarietà a dei “ macellai “.
A gran voce, e nel silenzio pressoché totale dei media, continuiamo tutti a chiedere a testa alta, le dimissioni di De Gennaro.
Goffredo D’Antona, portavoce dell’Osservatorio dei diritti di Catania.
FILM DA VEDERE – DIAZ … ALL’ALTERCINEMA DI GLIACA DI PIRAINO
Trama del film Diaz:
Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna.
È il 20 luglio 2001, l’attenzione della stampa è catalizzata dagli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine durante il vertice G8 di Genova. In redazione arriva la notizia della morte di Carlo Giuliani. Luca decide di partire per Genova, vuole vedere di persona cosa sta succedendo.
Alma è un’anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri. Sconvolta dalle violenze cui ha assistito, decide di occuparsi delle persone disperse insieme a Marco, un organizzatore del Genoa Social Forum, e Franci, una giovane avvocato del Genoa Legal forum. Nick è un manager che si interessa di economia solidale, arrivato a Genova per seguire il seminario dell’economista Susan George. Anselmo è un vecchio militante della CGIL e con i suoi compagni pensionati ha preso parte ai cortei contro il G8. Etienne e Cecile sono due anarchici francesi protagonisti delle devastazioni di quei giorni. Bea e Ralf sono di passaggio e hanno deciso di riposarsi alla Diaz prima di partire. Max, vicequestore aggiunto del primo reparto mobile di Roma, comanda il VII nucleo e non vede l’ora di tornare a casa da sua moglie e sua figlia. Luca, Alma, Nick, Anselmo, Etienne, Marco e centinaia di altre persone incrociano i loro destini la notte del 21 luglio 2001.
Alcune “critiche”.
Diaz, prima di ogni altra cosa, e soprattutto prima di essere un pamphlet, un volantino di rivendicazione, è un film. Un film che ha voluto trovare prima di tutto nel cinema, nella struttura narrativa e nelle dinamiche di genere, e poi nei dati fattuali estrapolati dagli atti processuali, fondamenta solide abbastanza da poter resistere alle polemiche e alle partigianerie. Se poi quello di Vicari è un film militante, lo è in forme decisamente insolite per la tradizione del cinema italiano socialmente e politicamente impegnato: la sua militanza non è figlia infatti di una partigianeria politica, ma di un sincero e appassionato afflato democratico, e soprattutto rifugge ogni volontà più direttamente accusatoria e dietrologica, facendosi documento (e non documentario) il più possibile (s)oggettivo. (federico gironi)
Quando il cinema si occupa di storia recente si assume molti rischi ed una precisa responsabilità. Rischi perché il ricordo dei fatti è ancora vivido, o almeno così sembra, visto che ognuno è geloso del proprio, e pronto a contestare il punto di vista degli altri; perché ci sono protagonisti in carne ed ossa che si vedono rappresentati sullo schermo in maniera inevitabilmente distorta e, soprattutto in episodi come il G8 di Genova, perché si trattano temi che hanno diviso e scosso polemicamente l’opinione pubblica in misura così profonda e persistente.
fonte:
www.mymovies.it
www.comingsoon.it/
USCITA CINEMA:
13/04/2012
GENERE:
Drammatico
REGIA:
Daniele Vicari
SCENEGGIATURA:
Daniele Vicari, Laura Paolucci
ATTORI:
Elio Germano, Claudio Santamaria, Rolando Ravello, Aylin Prandi, Alessandro Roja, Monica Birladeanu, Jennifer Ulrich, Renato Scarpa, Davide Iacopini, Paolo Calabresi, Fabrizio Rongione, Ignazio Oliva, Ralph Amoussou, Mattia Sbragia, Francesco Acquaroli, Antonio Gerardi, Eva Cambiale, Emilie De Preissac, Camilla Semino, Michaela Bara
Ruoli ed Interpreti
FOTOGRAFIA: Gherardo Gossi
MONTAGGIO: Benni Atria
MUSICHE: Teho Teardo
PRODUZIONE: Fandango, Le Pacte, Mandragora Movies
DISTRIBUZIONE: Fandango
PAESE: Francia, Italia, Romania 2012
DURATA: 127 Min