Il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, interviene con sul Piano di tagli e riduzione dei treni che FS sta portando avanti in Sicilia.
“Mentre le istituzioni di Siracusa e Ragusa reagiscono all’ennesimo schiaffo di Fs alla Sicilia, chiedendo alla Regione Siciliana un intervento sul Governo Nazionale per scongiurare il nuovo taglio di treni previsto per il prossimo dicembre, quelle messinesi continuano a brillare per assenza.
Se la maggior parte dei treni che tra poco più di un mese saranno soppressi collegano proprio quella parte della Sicilia, sarà tuttavia la città Messina, in qualità di terminale, a pagare il prezzo più alto di servizi e occupazione dato che oltre ai tagli della linea per Siracusa perderà anche quelli con la linea di Palermo.
Un danno enorme che riguarda ben 18 treni e che segue la riduzione del 50% del numero delle carrozze, e quindi dei posti disponibili, già operata già a partire da questo mese.
Uno scenario del genere, denunciato e contrastato unicamente dalla decina di scioperi già effettuati dai ferrovieri, avrebbe dovuto spingere chiunque rappresenti lealmente questa collettività – a maggior ragione se eletto a rappresentarla – ad un energico intervento per evitare che la nostra terra venga ancora una volta depredata dei servizi indispensabili per i cittadini e per le imprese. Ma ciò non è avvenuto.
Le deferenti interrogazioni, le amichevoli telefonate al Ministro, non contrastano i provvedimenti con i quali il Governo nazionale penalizza il Mezzogiorno e la Sicilia, e ormai non celano neanche la evidente complicità di una classe politica, messinese e siciliana, che a quei nefasti provvedimenti ha assicurato il proprio consenso.
Resta un margine ridotto, una via stretta per tentare di scongiurare quanto accadrà tra pochi giorni, e la classe politica tutta – compresi coloro che hanno votato quei provvedimenti di riduzione di risorse al settore durante l’approvazione della Legge Finanziaria – ha il preciso obbligo di fare quadrato e dimostrare alla collettività che li ha eletti come concretamente assolvono al loro mandato.
Per mettere in discussione le decisioni già assunte dall’azienda pubblica che, sia ben chiaro, taglia i servizi soprattutto nei territori più deboli e con una rappresentanza istituzionale che non si oppone, occorre una azione mirata della politica non solo presso i vertici di FS, ma soprattutto sul proprietario unico del gruppo che è il Ministero del Tesoro – e quindi Tremonti – e non quello dei Trasporti.
E’ inaccettabile che si riducano i pochi e lenti treni che collegano il sud al resto del paese, che non si preveda alcun investimento per modernizzare la vetusta linea a binario unico, mentre da Roma in su si incrementano i treni, si rinnovano le linee si realizzano investimenti importanti.
La vertenza contro i tagli ai treni, nonostante l’alto numero di lavoratori interessati non è un semplice scontro sindacale tra ferrovieri e gruppo FS, risolvibile con una normale trattativa tra le parti, ma decide delle sorti di questa terra e della possibilità di poter sperare e costruire un futuro di sviluppo, occupazione benessere.- Senza un moderno ed efficiente sistema di trasporti non si muovono le persone e non si muovono le merci
non c’è mobilità e non ci sono neppure possibilità di creare o anche solo mantenere attività economiche. Senza trasporti non si possono impiantare industrie e quelle che ci sono vanno via, senza trasporti non c’è turismo. Senza i treni non c’è futuro per Messina e per i messinesi.
Bisogna reagire, contestare e contrastare queste scelte. Deve farlo Messina con l’intera provincia, i ferrovieri con tutti i lavoratori, gli operatori economici del commercio, del turismo, dell’industria, dell’agricoltura, gli enti e tutte le istituzioni locali, i pendolari, donne e uomini, giovani e anziani che vogliono ancora credere ad un futuro possibile per questo territorio.
Per questa ragione lanciamo un appello a CISL, UIL e a tutte le organizzazioni sindacali, a Confindustria e a tutte le organizzazioni di rappresentanza datoriale, a tutte le associazioni e le organizzazioni, alle amministrazioni locali, alle forze politiche per dare vita a una mobilitazione capace di rivendicare e ottenere dal Governo l’immediata revoca dei tagli ed il ripristino delle navi traghetto e dei treni soppressi, ed un piano di investimenti per la realizzazione di una rete di trasporti moderna come quella ch esiste nel centro-nord del paese”.
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