Allora i carabinieri della compagnia di Patti indagarono a lungo su un presunto giro di usura tra usurai ed usurati che interagivano nell’ambito di Sant’Angelo di Brolo, Piraino e Brolo.
Procedimento che dopo i riti abbreviati scelti da altri imputati – 9 persone (4 arrestate e 5 denunciate) – nei giorni scosri, davanti al collegio giudicante del tribunale di Patti – Presidente Maria Pina Lazzara, a latere Ugo Domenico Molina e Giuseppe Turrisi – ha visto alla sbarra Antonio Catania, ex funzionario del Comune di Sant’Angelo di Brolo, beccarsi una condanna di 5 anni e 6 mesi di reclusione, da aggiungersi anche il pagamento delle spese e di altri 8.000,00 euro da versare alle costituite parti civili per il relativo risarcimento (l’Acib, l’associazione commercianti ed imprenditori di Brolo, le amministrazioni comunali di Brolo e Sant’Angelo di Brolo e due delle vittime, difesi dagli avvocati Massimiliano Fabio, Francesco Pizzuto e Marilena Bonfiglio).
Assolto, perché il fatto non sussiste, l’imprenditore sant’angiolese Vincenzo Princiotto, reo per l’accusa di aver prestato denaro a tassi usurai ad un panetterie pirainese.
Il Catania – per la cronaca – sconterà la condanna solo per quattro dei sette episodi a lui contestati (usura, tentata violenza privata e minacce) gli altri erano andati – nelle more del processo – prerscritti.
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