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VERDETTI – Vendola assolto! il fatto non sussiste!

 

La decisione del gup De Felice  sul presidente della Regione e Lady Asl, prosciolti con formula piena. Erano accusati di concorso in abuso di ufficio per la nomina di un primario. Il presidente aveva dichiarato: “Se condannato mi ritiro dalla vita pubblica”. Lea Cosentino: “Giustizia è fatta, non ero mai stata mossa da sentimenti di rancore o odio nei confronti di Vendola. Felice che possa continuare il cammino delle primarie”

LA SENTENZA

“Sono felice, mi è stata restituita la vita”. Nichi Vendola è commosso nel giorno decisivo per il suo futuro politico: il governatore è stato assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Il gup Susanna De Felice ha emesso intorno alle 10,15 la sentenza del processo in cui Vendola era imputato con l’ex direttore generale dell’Asl di Bari, Lea Cosentino.

L’ARRIVO IN TRIBUNALE

“Se condannato mi ritiro dalla vita pubblica”, aveva dichiarato il presidente della Regione in merito all’accusa di abuso d’ufficio sul concorso per la nomina di un primario. La prima reazione di Vendola all’uscita del tribunale tra le lacrime si è limitata a due parole: “Sono felice”.

LA COMMOZIONE DEL PRESIDENTE

Poi su Twitter ha aggiunto: “Sono una persona perbene e la giustizia bisogna rispettarla”. Un commento più esteso è rimandato alla conferenza stampa delle 12.

“SONO UNA PERSONA PERBENE”

Mentre sull’altro fronte la Cosentino ha dichiarato: “Giustizia è fatta. Non
sono mai stata mossa da sentimenti di rancore o odio nei confronti del presidente”. Poi ha aggiunto: “Sono veramente sollevata, soddisfatta e contenta per me, ma anche per il presidente Vendola, che può ricominciare la sua lotta per le primarie”.  La decisione era fondamentale non solo per il futuro del governatore della Puglia e leader di Sel, ma anche per gli equilibri politici nazionali, con Vendola candidato alla guida del centrosinistra.

LA GIORNATA

Vendola è arrivato in tribunale pochi minuti prima delle 9,30. Al suo fianco c’è il compagno Ed Testa: è una delle prime volte che la coppia appare insieme in un’occasione ufficiale. “Non c’è stato verso” ha sorriso il governatore riferendosi alla presenza del fidanzato, che per carattere normalmente si tiene da sempre lontano dai riflettori. Sulla decisione di ritirarsi dalla vita pubblica ha spiegato: “Quello che avevo deciso era sincero: non avrei potuto esercitare le mie pubbliche funzioni con quel sentimento dell’onore che è prescritto dalla Costituzione. Mi sarei ritirato dalla vita pubblica”. Poi ha aggiunto: “Per me non era e non è mai in gioco soltanto una contestazione specifica rispetto a cui penso di poter documentare l’assoluta trasparenza dei miei comportamenti. Ho vissuto un’intera vita sulle barricate della giustizia e della legalità. Oggi mi è stato restituito questo”.

IL PRIMARIO

“Avere appreso che il presidente Vendola è stato assolto è la conferma di una giustizia, nei confronti non solo del presidente, che vedeva infangato con questa insinuazione il suo nome e la sua integrità morale, ma se mi permettete anche il mio nome, che è stato tirato in questo carrozzone mediatico procurandomi tanta amarezza”. Lo ha detto Paolo Sardelli, primario di chirurgia toracica dell’ospedale di Bari, alla notizia dell’assoluzione del governatore Nichi Vendola. Vendola era accusato dalla Procura di Bari di aver imposto la riapertura dei termini di un concorso per primario, proprio per favorire la sua nomina.

L’ACCUSA

La vicenda sui cui il gup si è pronunciata è quella relativa alla sponsorizzazione del chirurgo toracico Paolo Saredelli per il posto di primario all’ospedale San Paolo di Bari, denunciata dalla Cosentino in un interrogatorio in Procura, nell’ambito della maxinchiesta sulla sanità pugliese. Nella scorsa udienza, i pm Lino Giorgio Bruno, Francesco Bretone e Desirée Digeronimo avevano chiesto la condanna, con la formula del rito abbreviato, a 20 mesi di reclusione per ciascuno dei due imputati. La parte civile, Marco Luigi Cisternino, un medico che si ritiene danneggiato dalla scelta di Sardelli, ha chiesto una provvisionale sul risarcimento del danno di 50 mila euro a ciascuno dei due imputati. Ma gli stessi avvocati di Lea Cosentino – come sottolineato dal governatore che si è detto sempre tranquillo del suo operato – avevano contribuito ad alleggerire la posizione di Vendola, sostenendo che nella sponsorizzazione del primario non c’era stato reato.

di LELLO PARISE e FRANCESCA RUSSI

fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca

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