Replica duro alle punzecchiature sempre più impietose della giornalista Adele Fortino, forse la prima e tra le poche a scrivere senza remore i suoi dubbi e buttar “ombre” sull’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi, che ieri, si lascia andare sul suo profilo facebook ad una replica certamente che avrà delle ripercussioni mentre il suo legale Paolo Starvaggi, chiede la rettifica alla nota della giornalista, che immediatamente la posta sul suo blog.
Ma vediamo quello che aveva scritto la Fortino nel suo ultimo fondo, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
“Seguita a comparire sui media, con sempre maggiore frequenza, il faccione risolente di Peppe Antoci. Sfuggito all’attentato di maggio per via della sua intransigente politica della legalità, il Presidente del Parco dei Nebrodi continua le sue incessanti passerelle mediatiche, presidiato spesso dai due “dioscuri” Lumia e Crocetta, presente comunque ogniqualvolta si parla di verde in Sicilia, di boschi, di pascoli o di incendi dolosi”.
Poi la Fortino accende i fari della sua attenzione sui legami, presunti, subito smentiti è bollati come omonimia, tra la moglie di Antoci e “la Capa della nuova mafia sorella, a sua volta, di Pietro Rampulla, artificiere della strage di Capaci e del meno noto Sebastiano (parce sepulto), rappresentante provinciale di Cosa nostra nei Nebrodi”.
Cosa che, oltre dal suo legale, è immediatamente smentita dalla stesso Antoci che la Fortino dipinge come un novello dottor Jekyll e Mister Hyde, da un lato strenuo paladino della legalità, dall’altro intrinseco per via parentale con dei mafiosi di rango.
Ed alla fine la giornalista messinese allarga il tiro e nell’analisi “sull’antimafia di carta”, spara a zero anche su Sonia Alfano.
Immediata la replica di Antoci, che aveva, per certi versi glissato, sulle precedenti punzecchiature, quelle relativa ai dubbi sulle dinamiche dell’attentato, e che ora scrive:
VERGOGNA….. VERGOGNA…… VERGOGNA
Sapevo che la minaccia non sarebbe arrivavata solo dalla mafia.
Aver fatto saltare interessi ed equilibri economici e politici fa impazzire di rabbia tanti personaggi.
Il “mascariamento” è partito subito, come è avvenuto a tanti altri prima e più autorevoli di me.
Sono rimasto in silenzio, ho tollerato, ho sopportato con la forza di chi è a posto con la propria coscienza e soprattutto per il fatto che gli attacchi erano diretti solo al sottoscritto e solo da pochissimi individui.
Oggi si raggiunge l’apice.
Il “mascariamento” e la macchina del fango si vogliono utilizzare addirittura contro mia moglie, come se non bastasse quello che sta già passando insieme a me e alle mie figlie.
Assurdo ma è così, ma, ancora una volta, un buco nell’acqua….. Con una bugia messa in rete ad arte e con cattiveria.
Chiarisco subito: mia moglie non ha nessuna parentela, neanche alla lontana, con la famiglia mafiosa dei Rampulla di Mistretta. Nessun legame. Zero e ancora ZERO! Tutto pura invenzione sfruttando l’omonima del cognome.
A questo punto DENUNCIO e ancora Denuncio!
Dovranno rispondere e pagare per questa squallida infamia.
La mafia mi voleva togliere la vita, adesso mi si vuole sporcare l’anima e la dignità.
Reagirò e combatterò con tutte le mie forze anche contro questo sporco e lurido tentativo.
VOGLIONO FERMARMI…
Ma statene certi!
Non mi fermerò, andrò avanti e fino in fondo…
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